giovedì 31 gennaio 2008

Comunicato di adesione dell'FdCA alla manifestazione di Cosenza

L’intimidazione è chiara:
Attenti siete tutt* in libertà vigilata e tutt* sovversiv*!
La storia si ripete e non ci stupisce !

Tutte le volte che un movimento di lotta sociale e/o sindacale per le sue azioni dirette e dal basso, sfugge al controllo dello stato e dei suoi apparti di governo, ecco arrivare la strategia della tensione la repressione la criminalizzazione del dissenso, lo stato di polizia.

I movimenti di lotta di questi ultimi anni, che hanno saputo resistere al tentativo egemonico dei partiti istituzionali o della burocrazia delle confederazioni sindacali, hanno dimostrato che l’autogestione delle lotte, la partecipazione dal basso, la democrazia sindacale, ottiene larghi consensi, e questo preoccupa i potenti e gli oppressori.
In questo contesto il capitale, preoccupato per la possibile realizzazione di un mondo diverso di donne e uomini liberi ed uguali, attaccato caparbiamente a difendere i suoi interessi interviene attraverso il potere repressivo dello stato, che da buon servo e garante attiva tutti i meccanismi necessari a creare lo spettro della repressione.
Da Torino a Genova, da Firenze a Cosenza non si placa la vendetta giudiziaria contro chi ha osato, e osa, contrapporsi alle scelte di guerra e di oppressione economica degli stati e del capitalismo e alla deriva neofascista e razzista delle nostre città.

Infatti anche le dure e incredibili condanne a sette anni dei compagni e compagne che a Firenze manifestarono nel 1999 contro la guerra, ci devono allarmare.

A tutto questo dobbiamo contrapporre una crescente coscienza di classe e una ritrovata resistenza di classe!

Ecco perché saremo a Cosenza il 2 febbraio, non solo per portare la nostra solidarietà ma perchè riteniamo che un’ampia partecipazione sia la giusta risposta contro le intimidazioni reazionarie e la criminalizzazione del dissenso.

Cosenza il 2 febbraio deve rappresentare un segnale chiaro e forte, che la lotta per un mondo migliore per la libertà per la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, non si lascia intimidire dalle vostre azioni repressive , e non basteranno i fascisti, i massacratori di Genova, i licenziamenti, le scomuniche, le condanne ingiuste, per fermarci .


Attenti ai sogni:
Se sogni un mondo migliore di liber* e ugual* “ puoi finire in galera
Se poi lotti per realizzarlo sei già in galera
Ora e sempre resistenza di classe
per costruire l’alternativa libertaria


Federazione dei Comunisti Anarchici
www.fdca.it

mercoledì 30 gennaio 2008

Adesione alla manifestazione noVAT

La sezione FdCA di Roma "C. Cafiero" aderisce alla manifestazione noVAT del 9 Febbraio.
Di seguito riportiamo un comunicato di facciamobreccia
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Lunedì 4 febbraio, ore 18.00, Facoltà di Giurisprudenza,
Piazzale Aldo Moro, Città Universitaria
Assemblea cittadina
Manifestazione NO VAT
AUTODETERMINAZIONE, LAICITA'ANTIFASCISMO, LIBERAZIONE
SABATO 9 FEBBRAIO 2008 - ROMA - Piazzale Ostiense ORE 14.00
Nel corso del 2007 i movimenti di liberazione delle donne, delle lesbiche, di gay e trans hanno costruito grandi mobilitazioni di piazza “ il Pride e la manifestazione contro la violenza maschile sulle donne “ in cui sono emerse con forza la volontà di autodeterminarsi, la denuncia delle mistificazioni familiste e dell'invadenza vaticana nella sfera pubblica.
Poco tempo dopo la grande manifestazione di donne del 24 novembre il Vaticano ha lanciato una nuova campagna mondiale di attacco all'autodeterminazione delle donne e alle legislazioni sull'aborto prendendo ipocritamente spunto dalla moratoria ONU sulla pena di morte. L'alleanza strategica tra politica istituzionale e Vaticano, che utilizza la violenza di genere, dentro e fuori la sfera domestica, come strumento di controllo sociale su donne,lesbiche, gay e trans è strumentale alla progressiva sostituzione del welfare con modelli familisti e politiche securitarie che negano i diritti di cittadinanza legittimando campagne persecutorie e razziste.
Nel frattempo, come reale ostacolo agli spazi di laicità e al sapere libero, Ratzingher viene invitato all'università , riscontrando fin da subito un forte dissenso. La sua decisione di soprassedere all'invito ha provocato una sorta di "forma debole di martirio" papale, disegnandolo come vittima e attuando, di fatto, una sorta revisionismo storico che ha trovato humus nella parte più integralista della società alimentando una campagna d'odio verso le soggettività autodeterminate che lo contestavano e un clima di scontro di civiltà .
Facciamo Breccia Roma convoca un'assemblea cittadina lunedì 4 febbraio alla Sapienza, centro delle più recenti mobilitazioni NO VAT, per discutere delle ingerenze vaticane nella sfera pubblica e sui corpi di donne gay lesbiche e trans, ma anche delle specificità che Roma, la città che ospita lo stato vaticano, apporta al movimento politico che contro l'ingerenza vaticana si schiera, quali le lotte contro la violenza sulle donne e l'omofobia, per il diritto all'abitare, contro il clericofascismo, contro le morti sul lavoro, contro le politiche proibizioniste e securitarie e la difesa di una scuola e di un università pubblica e laica.
L' assemblea condurrà verso la manifestazione NOVAT! di sabato 9 febbraio 2008.
Per leggere la piattaforma NO VAT www.facciamobreccia.org
RATZY HORROR PICTURE SHOW
Venerdì 1 febbraio loa Acrobax
Via della Vasca Navale 6
dal vespro al mattutino Pot-Pourri-Original-Music-Performance degeneranti-Spettacoli esilaranti
è gradita la maschera
RATZY HORROR PICTURE SHOW
un festone della madonna
Autofinanziamento NO VAT: LOTTO PER MILLE!

martedì 29 gennaio 2008

67° Consiglio dei Delegati della FdCA

Pesaro, 27 gennaio 2008

Sede dell'Unicobas in via Scialoia 66

Documento finale


Il 2007 si è chiuso all'insegna di un netto peggioramento delle condizioni del proletariato a livello internazionale e la classe lavoratrice italiana non sfugge a questa situazione. E le prospettive non sono favorevoli.
Sia la crisi finanziaria strisciante innescata dal mercato dei mutui e derivati, sia l'aumento dei prezzi delle materie prime, si scaricano direttamente sui livelli di vita delle classi sociali più deboli, private di tutele e protezioni non più disponibili ormai nelle deboli politiche sociali ed economiche di sostegno al salario ed al potere d'acquisto.
Nella Finanziaria per il 2008, infatti, la priorità è stata data al risanamento dei conti pubblici, alla diminuzione degli oneri di impresa, alle spese militari e securitarie.

L'ossessione (tutta europea) per la crescita dell'inflazione ed il rispetto dei parametri di indebitamento ha impedito che in Italia un biennio di crescita potesse alleviare con misure sul sostegno alla domanda (vedi compressione dei salari e miseri contratti dei dipendenti pubblici) ed ai servizi pubblici (tagli a ciò che rimane del welfare) le condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici. Si è invece preferito utilizzare "tesoretti" vari per ridurre il deficit, sostenere la competitività delle aziende italiane con misure fiscali, incrementare l'impegno economico per le missioni militari all'estero, per le basi in Italia, per le politiche securitarie.

Le necessità del capitalismo italiano e le necessità dello Stato vengono imposte così ad un intero paese, dettando l'ordine delle cose e le priorità tramite scelte economiche e sociali prive di opposizione reale e tramite l'uso assertivo dei mass-media. Non ultimo lo spettacolo offerto dal cretinismo parlamentare in cui interessi tutti individuali del ceto politico si beffano dei problemi reali dei lavoratori, truffati ancora una volta dalla politica dei 2 tempi.

All'interno di questo quadro, succintamente descritto, individuiamo alcune rilevanze su cui è necessario porre l'attenzione e l'azione dei comunisti anarchici e dei disparati, benché ancor deboli, tentativi di opposizione di base.

La questione salariale e contrattuale
La privatizzazione dei servizi pubblici, che ci spinge ad avere a poco costo un servizio universale ma minimo ed a pagare di più se vogliamo maggiori prestazioni; l'affidamento delle pensioni ai fondi finanziari, che ci induce non ignari a giocare in Borsa e forse a speculare sulla sorte di altri lavoratori per non veder diminuire la pensione, sono già aspetti strutturali della riduzione reale del salario diretto e della scomparsa di quello differito ed indiretto.
La riduzione del potere d'acquisto dei salari che sembra tanto suscitare l'ipocrita preoccupazione di insospettabili personaggi (del governatore della Banca d'Italia, in realtà preoccupato dell'indebitamento delle famiglie; della Confindustria e Confcommercio, in realtà preoccupate del calo dei consumi, e dei partiti istituzionali, preoccupati del calo di... voti) è strettamente legata, soprattutto, allo scambio distorto ed estorto tra retribuzione e flessibilità/precarietà che mina ormai tutti i contratti e l'impianto stesso della contrattazione. La vicenda del contratto dei metalmeccanici ha dimostrato come la posta in gioco sia il comando su tempi e ritmi di lavoro, sulla subordinazione delle RSU, sulla maggiore durata del contratto e sui "parasubordinati", perché poi i soldi, loro, i padroni,...... li avrebbero potuti dare anche senza firmare nessun contratto! Una serrata caritatevole!
La chimera di aumentare i salari tramite la cosiddetta "detassazione", a cura dello Stato, costituisce un ulteriore elemento di indebolimento della contrattazione, di rarefazione della conflittualità, di sfilacciamento dei già sfavorevoli rapporti di forza per i lavoratori.
La difesa e l'incremento dei salari, il mantenimento della contrattazione nazionale per il salario e l'orario, la legittimità e la titolarità della rappresentanza sindacale nei posti di lavoro sull'organizzazione del lavoro e sulla sicurezza, sono battaglie che necessitano ormai di mobilitazioni di respiro intercategoriale, espressione di solidarietà di classe a livello territoriale e nazionale, impegno delle strutture sindacali di base per ricostruire organizzazione e lotta dal basso, per arginare e respingere l'ondata repressiva che colpisce nelle fabbriche lavoratori e delegati sindacali che osano organizzare il dissenso. E' sempre più necessario per poter contrastare lo strapotere padronale un sindacato industriale europeo in grado di ricominciare a tessere l'unità di classe.
La lotta salariale è lotta per l'autonomia economica, per l'indipendenza di vita.
La lotta sull'orario è lotta per la libertà del nostro tempo.
La lotta per la sicurezza è lotta per la salute, lotta per la vita. Non c'è moneta che li valga!

La questione del controllo del territorio
La società civile, le città, i quartieri, le scuole, le fabbriche sono diventati un grande affare securitario. Si va alla caccia di qualcuno da additare a nemico del potere costituito, nemico dell'ordine costituito, nemico del Papa, nemico dello sfruttamento, nemico delle discriminazioni, nemico dell'inquinamento, nemico del militarismo, nemico del neo-fascismo...
La posta in gioco è il controllo del territorio, non solo sul piano poliziesco-repressivo, ma anche sul piano della segregazione etnica, dell'imposizione di ideologie integraliste (neo-fascismo, clericalismo, militarismo), della valorizzazione affaristica e capitalistica di esso (ambiente, corridoi, energia, de-industrializzazione, case) senza avere tra i piedi forme di dissenso.

Migranti; razzismo
I lavoratori e le lavoratrici immigrati/e sono i/le primi/e a farne le spese. Ogni ondata securitaria anti-albanese, anti-araba, anti-rumena, anti-rom..., non fa che alzare steccati che rinchiudono virtualmente ciascuno nella sua comunità, sotto la minaccia dell'espulsione o dei nuovi e "confortevoli" CPT a gestione consociativa cattolica e Coop, evitando così la contaminazione, l'interculturalità, magari l'unità di interessi. Eppure sono proprio questi muri che dobbiamo abbattere o superare con organismi di base cosmopoliti di italiani e nuovi cittadini, per lottare insieme contro le discriminazioni e per la piena cittadinanza. In questa lotta è bene essere consapevoli che laddove le subdole forme repressive delle istituzioni non bastassero, bisognerà affrontare il razzismo incarnato oggi nelle formazioni neo-fasciste che appestano il territorio con una certa dose di fortuna e di consenso. Occorre, quindi, costituire reti anti-fasciste di massa che uniscano la battaglia culturale ed il mantenimento della memoria della Resistenza a campagne di agibilità piena del territorio.

Laicità
Guai poi a criticare il Vaticano ed il suo monarca. Guai ad interrogarsi su clericalismo ed integralismo che si insinuano con la maschera della laicità (vedi documento del PD)! Il riconoscimento della funzione pubblica della religione cattolica (e di ogni religione) non potrebbe non avere gravi conseguenze visibili e blindate nel territorio sulla libertà delle donne, sulla libertà della cultura, della scienza e dell'educazione. La battaglia anticlericale ha quindi bisogno di nuova linfa e di allargare la mobilitazione a laici ed amanti del libero pensiero di ogni latitudine.

Ambiente, corridoi, speculazioni, basi militari, diritto alla casa
La questione dei rifiuti in Campania (ma presto anche altrove) dimostra - insieme ad altre situazioni di carattere speculativo su ex-aree industriali, sulla dismissione di attività produttive, sul deperimento e mancato rinnovamento dell'edilizia popolare, su corridoi (TAV ed altri), sulla scelta arbitraria ed autoritaria di siti per basi militari e caserme (Vicenza ed altri) ed impianti per la produzione di energia - lo scempio affaristico sul territorio. La costituzione di comitati di massa e l'adozione di forme di lotta locali sarà tanto più coerente ed efficace per gli interessi proletari, quanto più si terranno lontane infiltrazioni politico-affaristiche e quanto più forte sarà la proposta di alternative alle scelte delle istituzioni locali. Mentre le mobilitazioni popolari per il rifiuto ad ospitare basi militari e contestare l'operato di quelle esistenti necessitano del più vasto appoggio sia a livello nazionale che internazionale.

Dalla resistenza all'alternativa libertaria
Questa inaudita virulenta distruzione e invasione del territorio e delle nostre vite da parte del capitalismo per ricavare sempre maggiori utili, e che ha nello Stato e nei suoi apparati di governo e di repressione servi fedeli, rende sempre più urgente una strategia di resistenza collettiva e solidale ai vari livelli, locale, nazionale ed internazionale. Senza farsi incantare dalle sirene elettorali, né dai problemi di competitività dei padroni dell'Italia; oggi occorre costruire la più grande unità contro lo sfruttamento, le discriminazioni, la repressione, per riprendere fiducia nella possibilità di un'alternativa libertaria, senza Stato, senza padroni.
Consiglio dei Delegati
Federazione dei Comunisti Anarchici
Pesaro, 28 gennaio 2008

lunedì 21 gennaio 2008

NO AI 40 LICENZIAMENTI ALLA COP. SOC. "OBIETTIVO 2000"! SALVIAMO I SERVIZI SOCIALI SUL TERRITORIO!

Pubblichiamo un comunicato dei lavoratori e delle lavoratrici della Cop. Soc. "obbiettivo 2000", in lotta per salvare il loro lavoro e la propria dignità.

Chiediamo a chi può, un atto concreto di solidarietà: inviare per fax tale comunicato ai seguenti personaggi:

_Osservatorio Comunale sulle condizioni del Lavoro, all'attenzione della dott.ssa Alexia Hengl, fax: 06/67102959 e 06/68136409.

_ Municipio VI, all'attenzione del dottor Conticelli e De Cinti, fax: 06/24302079

_ Municipio IV, all'attenzione dell'Ass. Marco Palumbo, fax: 06/69604225

_Cooperativa Sociale "Obiettivo 2000", all'attenzione dei soci, fax: 06/27868147.

zatarra

Testo del comunicato
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Dopo anni di sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici precarie, la Coop. Sociale “Obiettivo 2000” ha avviato, nell’estate 2006, un percorso di stabilizzazione dei/lle collaboratori/trici proponendogli di diventare soci e socie della Cooperativa.
In realtà questa stabilizzazione si è rivelata una beffa in quanto il Contratto collettivo nazionale di riferimento (scaduto da 27 mesi!) non è mai stato applicato e non è mai stato fatto firmare il contratto individuale di lavoro, questo, ha prodotto il risultato che i neo-soci, ex precari, oltre a pagare la propria quota sociale alla cooperativa pari a 1.500 €, si ritrovassero nuovamente in una situazione di precarietà, non vedendo garantiti i propri diritti (malattia, permessi studio, scatti di anzianità ecc.) e di continuare ad essere utilizzati come “tappabuchi” dei turni di lavoro.
Ad autunno 2007 si è aggiunta l’incapacità della Cooperativa Sociale “Obiettivo 2000” di garantire la certezza dell’erogazione dello stipendio e i lavoratori, sono rimasti per più di due mesi senza busta paga, che già di per sé viene retribuita tre mesi dopo il lavoro effettuato.
I/le soci-lavoratori/trici della Cooperativa, stanchi della loro condizione di sfruttamento e precarietà hanno promosso una mozione di sfiducia nei confronti dell’amministrazione della coop. soc. “Obiettivo 2000” da discutere in assemblea societaria a fine gennaio ’08, di fronte a ciò, la Presidentessa della Cooperativa, senza nemmeno informare il Consiglio d’Amministrazione, ha deciso in modo arbitrario ed illecito, di mettere in mora i neo-soci, in quanto non hanno finito di pagare i 1.500 € di quota sociale che fino a quel momento veniva trattenuta mese per mese dallo stipendio.
Questa decisione della Presidentessa è stata attuata con l’unico scopo di non far votare i neo-soci nell’assemblea societaria e poter quindi conservare il proprio potere all’interno della Cooperativa usurpando i più elementari diritti democratici dei soci e delle socie.

Oggi la situazione è questa: circa 40 neo-soci (su un totale di 60 soci attivi!!) della Cooperativa “Obiettivo 2000” si ritrovano a dover pagare, entro 30 giorni, circa 1.400 € e, vista la miseria dei nostri stipendi e la conseguente impossibilità a pagare tali cifre, tra meno di un mese saremo tutti e tutte disoccupati/e!
La conseguenza più immediata, della messa in mora e del conseguente licenziamento dei lavoratori, sarà quella di mettere fortemente e irrimediabilmente a rischio i servizi sociali di assistenza alle persone portatrici d’handicap e agli anziani nel VI e IV Municipio, che svolgiamo nel servizio domiciliare, nelle case-famiglia e nei club di socializzazione.

Oggi, la Cooperativa Sociale “Obiettivo 2000” che vive di denaro pubblico e gestisce i servizi sociali municipali è responsabile, invece che dell’integrazione sociale dei soggetti più svantaggiati, di produrre disoccupazione e di aumentare il disagio sociale!

Come lavoratori e lavoratrici a rischio di licenziamento stiamo attuando tutte le procedure societarie e legali per impedire l’arbitrio della singola presidentessa della cooperativa e tramite l’Unione sindacale italiana-Ait, abbiamo proclamato lo stato d’agitazione dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolgendo gli enti pubblici appaltanti dei servizi della cooperativa, per difendere i nostri posti di lavoro e per tutelare la continuità e la qualità dei servizi sociali comunali sul territorio.

:: Comunicato dei/lle lavoratori/trici della Coop. soc. “Obiettivo 2000”
riuniti/e in assemblea il 17/01/’08.

sabato 12 gennaio 2008

ULTIM ‘ORA DALLA FIAT- POMIGLIANO D’ARCO……….

Pubblichiamo il comunicato degli operai in lotta della FIAT di Pomigliano, a dimostrazione che niente è cambiato con l'attuale governo di centrosinistra.
Dopo essersi abbuffati per anni e anni di contributi statali, con la scusa di salvare il posto di lavoro a tanti lavoratori ed a tante lavoratrici, i padroni della FIAT ora, in linea con la tendenza attuale del Capitale industriale, sferrano l'offensiva per sottomettere definitavamente il salario alla produttività, con beneplacido dello Stato e la complicità della triade sindacale.

Questa è la vera casta da combattere!

Zatarra

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LICENZIATI ALTRI 8 OPERAI ( 3 Fiom /tra cui il responsabile di fabbrica, 3 Slai/tra cui 1 RSU, 1 Cobas Lavoro Privato,1Uilm ) “ per aver capeggiato il corteo e lo sciopero del 10 gennaio”, che ha coinvolto la totalità degli operai in turno( oggi è di nuovo sciopero,indetto dal Cobas) contro l’autoritaria e vessatoria attività intimidatoria , messa in atto dalla direzione aziendale attraverso la fantomatica “ formazione di rieducazione”.

Al momento Marchionne procede per via repressiva – una nuova ,dura e faziosa, stagione Vallettiana – con un folto presidio di carabinieri in assetto antisommossa davanti la fabbrica; con l’ausilio di centinaia di vigilantes , aggiunti e dislocati a Pomigliano provenienti dalle altre fabbriche del Gruppo Fiat, che procedono per via disciplinare ad ogni rimostranza : divieto di sostare al bagno per oltre 5 minuti(autorizzato/permesso, uno alla volta), divieto di utilizzare i telefonini per comunicare con la famiglia, rifiuto di permessi parentali per assistenza L.104(handicap), sanzione ed esclusione dai “ corsi” per chi arriva con pochi minuti di ritardo.

Alla faccia del recente accordo siglato e giubilato da Fiom-Fim-Uilm e da tutto il quadro politico , sul “ risanamento produttivo” della Fiat-Pomigliano con l’investimento di 110 milioni di euro !!Non c’è traccia di lavori di ammodernamento, di inserimento di nuove tecnologie, va avanti solo il “ piano repressivo-militare” di trasformazione della fabbrica in caserma, con l’ordine dittatoriale proiettato contro il conflitto sociale e i diritti dei lavoratori :
CHI SI RIBELLA E NON SI SOTTOPONE E’ PUNITO, E’ LICENZIATO !! ORA BASTA ! MARCHIONNE E’ STATO SMASCHERATO ! IL “ PIANO DI RISANAMENTO” E’ UNA TRUFFA ! E’ UNA VENDETTA CONTRO LA DIGNITA’ E LA COESIONE DEI LAVORATORI A PARTIRE DAL GRUPPO FIAT .CHI NON SI ADEGUA AL TURBOCAPITALISMO, A RITMI-TEMPI-ORARI INFERNALI ( al WCM,super TMC2) E’ SCARTATO , LICENZIATO !!

Alla faccia di “nuove relazioni industriali democratiche”?! del piagnisteo sulla sicurezza del lavoro (dopo i 7 operai TyssenKrupp assassinati) e della vertenza sul salario( mentre ancora latita il rinnovo contrattuale) !?

MARCHIONNE VA BATTUTO , RIDIMENSIONATO , DIMISSIONATO !!I DIRITTI DEI LAVORATORI NON SI TOCCANO, TUTTI I LICENZIATI VANNO REINTEGRATI !

La lotta di Pomigliano – quanto la Fiat sta ritorcendo in tutte le fabbriche del Gruppo ( il 10/1 la Sevel ha scioperato contro la decisione aziendale di far lavorare in straordinario il giorno 11/1” festa patronale) – devono essere oggetto di una battaglia generale in tutto il Gruppo Fiat, con l’annuncio di un primo SCIOPERO IN TUTTO IL GRUPPO , l’allargamento a tutti i lavoratori dell’industria e di quanti sono sotto rinnovo contrattuale dello SCIOPERO.

Roma 11-1-2008
COBAS DEL LAVORO PRIVATO
CONFEDERAZIONE COBAS

giovedì 3 gennaio 2008

Befana antipro alla Talpa

Dopo il successo della prima edizione torna la Befana antiproibizionista più buona della capitale!
Sabato 5 Gennaio 2008, dalle ore 21,30
Presso il
Laboratorio Sociale La Talpa
(Quarticciolo, Via Ostuni 9, ex questura occupata)
BEFANA ANTIPRO
CALZE PER TUTTI
CARBONE PER NESSUNO
- Proiezione del documentario:
"La grande truffa della marijuana"
- Dolcetti e calze della befana antipro
- Premio creatività "Trofeo Ganjacup"
Selezioni musicali reggae e per tutta la serata in funzione bar e infoshop.
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Con l'Epifania l'ignoranza e il proibizionismo se ne vanno via!

Sabato 5 gennaio 2008 festeggiamo una Befana di libertà, in maniera gioiosa, contro tutti i bigotti e i benpensanti che vogliono criminalizzare la produzione, l'utilizzo e il consumo della cannabis.
L'Italia è stato in passato uno dei maggiori produttori mondiali di canapa fino all'arrivo delle fibre sintetiche derivate dal petrolio. Come sempre il business legato all'oro nero scatenò una ipocrita campagna di criminalizzazione di una pianta conosciuta da millenni in tutto il mondo. Le sue applicazioni e i suoi utilizzi sono molteplici, dalla fabbricazione di tessuti, alla produzione di biocombustibile,di mangimi, fino alle applicazioni in medicina.
Il principio attivo, il THC, presenta proprietà analgesiche, è anti epilettico e può alleviare il broncospasmo negli asmatici.
L'utilizzo di derivati o preparati a base di cannabis stimola l’appetito e l’aumento di peso sia nei pazienti con HIV sintomatico (AIDS) sia in quelli affetti da cancro.
Ma tra gli infiniti usi della canapa ne rivendichiamo anche quello ludico.
Vogliamo che tutti siano liberi di coltivare in casa senza essere costretti a ricorrere al mercato dei trafficanti, ingrossando il potere delle mafie.
Di marijuana non è mai morto nessuno a differenza di quanto avviene con altre droghe o con l'abuso di alcool.
L'utilizzo di marijuana non crea alcuna dipendenza e solo gli sprovveduti, al giorno d’ oggi, credono che la cannabis porti alla violenza e al crimine. La marijuana ha per esempio una probabilità molto più bassa dell’alcol di scatenare un comportamento aggressivo: invece di scatenare il comportamento criminale, la Cannabis tende a reprimerlo.