domenica 24 febbraio 2008

25-27 febbraio 2008: metalmeccanici al voto su un contratto che fu

L'ipotesi d'accordo del CCNL dei metalmeccanici va valutato sia in sede tecnica, sia contestualizzando la trattativa e inserendola nella crisi complessiva della contrattazione in Italia come in Europa.

L'ipotesi, che presenta luci ed ombre, viene sottoposta in questi giorni alla valutazione delle assemblee delle lavoratrici/tori all'interno delle quali va salvaguardato il dissenso e le prese di posizioni di gruppi di lavoratori contrari, che si collegano con quanto espresso dalla categoria nel voto contrario al protocollo sul welfare del 23 luglio 2007.
I contenuti di quel protocollo hanno, del resto, pesato parecchio nella trattativa.

L'FdCA ritiene vada salvaguardata l'autonomia delle lavoratrici/tori che si esprimerà attraverso il referendum, considerando inoltre che i metalmeccanici sono gli unici a validare piattaforme e ipotesi d'accordo attraverso il voto vincolante per le organizzazioni sindacali.

Il tentativo di non fare il contratto dei metalmeccanici da parte di Federmeccanica e di costringere la FIOM all'angolo, ridimensionandola, non è passato. Questo scontro ha comunque lasciato il segno. Il risultato va, quindi, inserito in una logica di resistenza.

Riteniamo che questo sia l'ultimo contratto con contenuti rivendicativi/conflittuali e che il ciclo avviato dalla FIOM undici anni fa si sia concluso. Spetterà a questa organizzazione avviare la discussione assieme ad altri soggetti in Italia e in Europa sulle prospettive del conflitto e del sindacalismo rivendicativo/conflittuale.

Riconfermiamo perciò l'impegno dei comunisti anarchici negli ambiti di discussione e decisionali del sindacalismo di base, nella FIOM, nella Rete 28 Aprile, in una fase sindacale complessa ed aggravata dagli incontri tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sulla "riforma della struttura della contrattazione".

Nessuna lavoratrice/ore è stato informata/o sui contenuti di questi incontri. Il documento sindacale assume l'impostazione di Confindustria: riduzione del ruolo del CCNL a recupero dell'inflazione "realisticamente prevedibile" ogni 3 anni (non si possono aumentare i salari in sede nazionale); contrattazione di secondo livello aziendale, territoriale, che ha come obiettivo l'aziendalismo (qui i soldi si prendono solo legati alla produttività, alla redditività dell'impresa, ecc.).

Il modello è quello cosiddetto "americano" con tutto il corollario di welfare aziendale. Verrebbe dato il via definitivo al sindacato di mercato con la scomparsa dell'autonomia del "lavoro"e l'assunzione della logica d'impresa. In sostanza cancellazione del conflitto. Il tutto si lega alla ristrutturazione in corso nel mondo della politica istituzionale.

Occorre dare battaglia per respingere questa deriva.
E per riuscire a mantenere vivo un sindacato rivendicativo/conflittuale occorre rimettere al centro le condizioni di lavoro.
Occorre favorire la ricostruzione di una visione autonoma dei lavoratori/trici organizzati che confligga con le posizioni imposte da un dominio che si presenta sempre più invasivo sulle condizioni esterne ed interne ai luoghi di lavoro.

Occorre garantire la piena autonomia decisionale delle assemblee operaie di fabbrica, occorre garantire la piena agibilità a tutte le espressioni di dissenso, di critica, di organizzazione dal basso perché nelle fabbriche come in tutti i luoghi di lavoro, esse sono la base per affrontare le minacce autoritarie che incombono sul movimento dei lavoratori, sulla sua autonomia, sulla libertà di lotta e di organizzazione sindacale.

Commissione Sindacale
FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI
Cremona, 17 febbraio 2007

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