lunedì 28 aprile 2008

Comunicato del 68° Consiglio dei Delegati dell'FdCA

TERZA REPUBBLICA:UNA vittoria annunciata?

La breve parentesi del governo Prodi non ha inciso in meglio sulla situazione economico e sociale del paese, che era uscito stremato dal quinquennio di rapina del governo della Casa delle Libertà tra il 2001 ed il 2006.
In 20 mesi di governo, le priorità dei risanamento del bilancio, dell'allineamento con i vincoli europei sono state ritenute più importanti di qualunque -benchè timida- politica di redistribuzione di ricchezza al lavoro dipendente, e finanche di qualunque politica di allargamento dei diritti sociali e delle libertà civili.
Di questa scelta si sono resi responsabili anche quei partiti della coalizione dell'Unione che poi sono andati a costituire la Sinistra Arcobaleno. L'esito delle urne è stato per loro senza appello.

Il Partito Democratico s'insedia ora al centro dello scenario politico pur restando elettoralmente stabile. La destra italiana conferma ancora la sua presa vincente sul paese, ma con margini di manovra piuttosto limitati data la situazione economica internazionale di recessione.

La Confindustria coglie invece il dato numerico della stabilità di governo ed intende ora chiudere definitivamente con la validità del contratto nazionale e del suo ruolo di tutela collettiva e di funzione rivendicativa, sapendo di poter contare sulla disponibilità di CISL, UIL e di parte della stessa CGIL.

Lotte sociali, capitale e Stato
I comunisti anarchici ritengono opportuno ripetere una volta di più, ed a maggior ragione in occasioni come questa all'indomani delle elezioni, che solo con lo sviluppo delle lotte nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nel territorio, le classi sociali oggi sfruttate ed impoverite dalle politiche neoliberiste possono riuscire a tener testa al padronato e al capitale.

Ma vittorie e sconfitte delle lotte non dipendono da quanti seggi la sinistra occupi nel Parlamento; ma da quanto le lotte, che -nella loro forma organizzata, politica e di massa- difendono e conservano gli ambiti di agibilità politica per assicurare quelle libertà elementari che permettono all’opposizione delle classi sfruttate di crescere e svilupparsi.

Fuori dal Parlamento uscito dalla elezioni del 13 e 14 aprile, ogni giorno va in scena il quotidiano conflitto sociale, si organizzano e lottano organismi di base nei luoghi di lavoro e nel territorio che si oppongono al degrado sociale e culturale imposto dal neoliberismo e dalle politiche securitarie e repressive.

Il Parlamento di oggi, come quello di ieri rappresenta molto meno di quanto esprima il conflitto sociale e molto di più una convergenza di tutti i partiti ivi presenti verso l'assenso alle politiche del padronato. Governo e parlamento sono da sempre luoghi non neutrali in cui si concentrano potere economico e potere militare, potere di controllo sociale e potere mediatico, poteri esercitati per rendere possibile lo sfruttamento. Non è in quei palazzi dunque che si costruiscono le condizioni per resistere a questo attacco devastante.

Congiuntura italiana e situazione internazionale
Ma poiché l’organizzazione politica dei comunisti anarchici si pone rispetto alle scelte ed agli esiti elettorali non sul piano dei principi ma su quello più concreto delle dinamiche reali ciò che avviene oggi in Italia, per essere compreso a pieno, va collocato anche all’interno di un panorama più vasto.

Nelle aree a capitalismo forte e sviluppato, e certamente in quella europea, le forme nazionali di democrazia borghese rappresentano ormai strutture arretrate di dominio, poiché i processi di globalizzazione richiedono sempre più il rafforzamento di corrispondenti centri decisionali a livello sovranazionale e la gestione delle risorse economiche a livello macroregionale (vedi ad esempio il federalismo fiscale).

Quello che ha fatto la globalizzazione in questi 15 anni (concentrazione del potere e della ricchezza, creazione di vaste aree commerciali a livello continentale, nuova divisione del lavoro all’interno di queste aree con i flussi migratori, massicci processi di espulsione di forza lavoro, creazione programmata di aree povere, aree di conflittualità militare circoscritte, ecc.) conferma la necessità di articolare strategicamente e in senso extraparlamentare e internazionale l’azione di tutta l'opposizione sociale.
Ciò non significa che le politiche governative nazionali non esistano o che pur esistendo non possono essere combattute e sconfitte dall’opposizione sociale, ma solo che tale opposizione deve svilupparsi fuori e contro le istituzioni parlamentari borghesi e a livello internazionale se vuole essere efficace.

Rimane quindi valida la tradizionale indicazione dei comunisti anarchici di lottare contro il capitale e contro lo Stato che di esso è l’articolazione politica, di privilegiare sempre e comunque il terreno extraistituzionele perchè solo in tal modo avviene il coinvolgimento diretto delle masse nella lotta e cresce la loro coscienza politica.

Si apre la terza repubblica?
L'esito della scadenza elettorale del 13 e 14 aprile ha sancito il provvisorio vincitore in uno scontro di interessi proprio delle varie fazioni borghesi che si danno coperture ideologiche e politiche più o meno mutevoli, anche per cercare di catturare all’interno di questo scontro classi e ceti che per loro natura sarebbero estranee a questo scontro.

La sinistra istituzionale ne è uscita invece massacrata e l'ambiguità delle alleanze interclassiste da essa praticata negli ultimi lustri è stata pagata a caro prezzo. Se la scomparsa della sinistra istituzionale dal Parlamento segna comunque un arretramento del quadro culturale generale in Italia ed induce preoccupazione per il vuoto che essa apre e per il venir meno di un suo ruolo anche formale di garante dei diritti democratici soprattutto in alcune occasioni cruciali di repressione contro i movimenti, a risentirne non saranno tanto le capacità di mobilitazione di base a livello popolare, quanto la pretesa di rappresentatività della sinistra arcobaleno e quel suo ruolo di mediazione col palazzo sempre più al ribasso che alla lunga le ha fatto perdere credibilità.
Il ceto politico che l'ha guidata -privo di un progetto ed orfano della coperta di coalizione- non è sopravvisssuto allo strappo di coalizione voluto dal Partito Democratico e troppo supinamente avallato.

Il PD, pur sconfitto -come era facilmente prevedibile- si conferma tuttavia cospicua aggregazione politica di centro necessaria per poter trasformare l'Italia in un paese più rispondente alle esigenze dei mercati globali. Al di là del ruolo di minoranza parlamentare, esso esprime ceti sociali ed interessi contigui ed intrecciati con quelli rappresentati dal Popolo delle Libertà, il quale non potrà non tenerne conto.

Berlusconi ritorna al governo del paese-senza per la verità averlo mai lasciato davvero- fortemente supportato dal successo provvidenziale della Lega Nord, ottenuto anche nelle fabbriche.
Già, in quelle fabbriche dove la cultura della solidarietà e degli interessi collettivi di classe è stata distrutta dall'individualismo e del particolarismo del guadagno immediato, dove la proposta di gabbie salariali e del federalismo fiscale viene presentata ai lavoratori come redistribuzione di reddito su base territoriale e inteclassista.

Il circo politico si prepara ad uno spettacolo farsesco dove in gioco con v’è altro che il perpetuarsi dell’attuale assetto di potere con l’effetto non secondario di una omologazione del gioco politico-istituzionale di questo paese a quello di tutti i suoi partners europei, devitalizzando la peculiarità del movimento operaio italiano che ha saputo esprimere una vitalità e una radicalità tra le più costruttive e originali.

Da parte nostra, di fronte alla strada già da tempo segnata - di un passaggio da Berlusconi e Berlusconi- ci sentiamo rafforzati e ancor di più convinti della necessità di impegnare ogni energia nella lotta di classe, nella difesa dei lavoratori, anche precari e immigrati, nella ricostruzione delle loro organizzazioni, pronti a difendere gli spazi di agibilità politica che comunque sono destinati a ridursi ulteriormente.

Il nostro obiettivo rimane quello di rafforzare l’unità di classe con tutti coloro che comunque esplicano il loro agire politico e sociale e lavorano per favorire, stimolare e incentivare ogni espressione di auto-organizzazione, puntando ad unificare le diverse lotte parziali, a costruire reti, coordinamenti e poli multipli di resistenza e solidarietà collettiva nella battaglia più generale contro il capitale e lo Stato.

Federazione dei Comunisti Anarchici
Cremona, 27 aprile 2008

lunedì 21 aprile 2008

SOLIDARIETA’ AL “MARIO MIELI” E ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 25 APRILE A ROMA

Alcuni giorni fa il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, nel quartiere S.Paolo di Roma, ha subito un’aggressione fascista da parte di un gruppo di squadristi che al grido “froci di merda” e inneggiando al duce, hanno danneggiato l’ingresso dei locali del circolo, mentre alcuni attivisti erano in riunione al piano superiore.

Nell’esprimere tutta la nostra solidarietà al Mario Mieli, denunciamo quella che rappresenta l’ennesima aggressione che a Roma da alcuni anni lo squadrismo fascista sta mettendo in campo con una escalation di violenze, culminate qualche tempo fa nell’omicidio di Renato Biagetti a Focene.

Queste aggressioni in perfetto stile squadrista, attraverso una pratica consolidata negli anni e mai abbandonata dai fascisti, sono rivolte contro i centri sociali, le case occupate, le associazioni, contro i luoghi della sinistra e contro le singole persone non conformi alla loro bieca ideologia.
Oggi, in questo rinnovato clima di intolleranza e di rigurgiti razzisti, sessisti e omofobici anche il 25 Aprile assume un importanza particolare.

La lotta contro il fascismo, la cui più alta espressione storica italiana fu la guerra di liberazione partigiana, gia allora non rappresentò solamente lotta contro la più pura forma dell’autoritarismo capitalista ma anche lotta di aspirazione ad una società di giustizia ed eguaglianza sociale. È a quelle aspirazioni ed a quella lettura storica che l’antifascismo di classe deve riallacciarsi oggi più che mai.

Oggi più che mai perché è chiaro il tentativo bipartisan, del centrodestra e del centrosinistra, di svuotare la ricorrenza del 25 Aprile dei suoi contenuti di classe e di antifascismo militante e di trasformarlo in una mera ricorrenza “democratica”.

È contro questa volontà svilente che affermiamo:
Il fascismo non è solo una forma autoritaria di sovrastruttura a cui ricorre il capitale in certe situazioni, ma esso è anche la punta di diamante di un’ideologia strisciante che attraversa la nostra società. Un’ideologia che sta nell’arrogante violenza del maschio, nella prepotente supponenza del padrone, nel bieco autoritarismo dello Stato e nel viscido paternalismo della Chiesa.

Il fascismo è il braccio violento dello Stato che t’ammazza quando ritorni a casa tardi la sera, o che t’ammazza nelle sue prigioni perché coltivavi due piantine di marijuana.

Il fascismo è l’arroganza del padrone di casa, è l’arroganza dell’imprenditore che può giocare con la tua vita, è l’omofobica ossessione della Chiesa.

Se vogliamo onorare la lotta di tanti compagni e compagne della resistenza partigiana che hanno pagato anche con la vita la loro aspirazione non solo ad un mondo libero dal fascismo, ma anche ad una società di giustizia ed uguaglianza, dobbiamo far si che il 25 aprile sia una giornata di memoria attiva e di lotta contro ogni forma di autoritarismo.

Ed è in tal senso che la sezione di Roma della Federazione dei Comunisti Anarchici aderisce alla manifestazione di Porta S.Paolo, promossa dalla rete degli antifascisti e delle antifasciste di Roma.

Federazione dei Comunisti Anarchici
Sezione di Roma – “Carlo Cafiero”

venerdì 11 aprile 2008

INUTILMENTE AL VOTO

Il 13 e 14 aprile è prevista la spartizione delle spoglie di ciò che resta di un paese straziato, mutilato ed incarognito da 15 anni di governi che hanno applicato con cipiglio selvaggio le ricette avvelenate dello sfruttamento neoliberista.

Tutti gli schieramenti sono in cerca di legittimazione e di voti. Ne ha bisogno la destra del PdL, che è consapevole della grande opportunità di poter tornare a governare per continuare gli scempi che fino al 2006 aveva deliberatamente compiuto in tutti i campi, sociale, economico, politico ed istituzionale; ne ha bisogno il PD, nuovo soggetto interclassista del centro, che è consapevole della sua capacità di offrire nient'altro che un'immagine nuova rispetto al PdL, senza sottrarsi alle pressioni del capitalismo nostrano.

Ne va in cerca l'UDC papalina per riprendersi un posto centrale e al sole, e come lei la sinistra arcobaleno, priva di un progetto politico che non sia quello di non sparire dal parlamento. L'appello al voto di coalizione delle ultime elezioni cede oggi il passo alla ruffianeria del voto utile (votare PD per sconfiggere Berlusconi e viceversa) o alla disperazione del richiamo del voto necessario ed identitario per una lista od un partito che riflettano il più possibile inclinazioni e frammenti di opzioni etiche, ideologiche, religiose, localiste, che catturino le allodole.

Intanto stanno come gli avvoltoi le confederazioni padronali, inserendo loro rappresentanti in tutti e due i maggiori schieramenti, mentre le burocrazie di CGIL-CISL-UIL balbettano "PD, amico mio", delegando ormai solo alla politica la ricerca di soluzioni compatibili e espropriando i lavoratori di ogni voce in capitolo.

Ma questa volta non è più in gioco l'argine a Berlusconi e nemmeno lo scongiurare l'instaurarsi di un regime clerical-fascista, bensì l'affermarsi "bipartisan" di un blocco di potere di affaristi, caimani, tecnocrati di Stato e sfruttatori che hanno il solo scopo di vampirizzare l'intero tessuto sociale italiano. Tutte le leggi finanziarie dal 1994 in poi sono lì a dimostrarlo, la stragrande maggioranza dei contratti di lavoro e gli accordi di partneriato in nulla hanno contrastato l'inarrestabile impoverimento della classe lavoratrice e la depredazione di servizi sociali e dell'ambiente.

Non ci interessa dare patenti di qualunquismo o considerare rivoluzionari coloro che decideranno di non votare per una critica radicale al sistema parlamentare o per la somiglianza tra i 2 maggiori schieramenti, né dare degli illusi a quelli che decideranno nonostante tutto di esercitare il diritto di voto. Quello che ci interessa è che il 13 e 14 aprile non siano la consacrazione finale di un modo di intendere la politica che affermi la supremazia del "palazzo" sulla società, la decisività dei giochi parlamentari sui conflitti sociali, le ragioni della mediazione inter-partitica sulle pressioni e sui movimenti dal basso della società.

Il combinarsi di una legge elettorale garantista per vinti e vincitori e la tattica ricombinatoria del PD costringono ad una corsa centripeta verso il parlamento e verso il rafforzamento del potere esecutivo che ha il solo scopo di ridurre spazi ed inibire quei movimenti che possono ancora esprimere conflittualità sociale dal basso. E che - per capacità di auto-organizzazione ed autogestione - possono rendersi protagonisti di incisive lotte anticapitaliste, operaie e sindacali, ecologiste ed ambientali, pacifiste ed antimilitariste, dei migranti e contro la repressione dello Stato, femministe e laiche ed anticlericali.

Se da un lato oggi il compito urgente è quello di smascherare i disvalori del neoliberismo (l'individualismo, la competizione, l'arroganza, la corruzione, l'ignoranza, l'ingiustizia, la deregolamentazione della vita civile, la precarizzazione delle vite individuali...) che albergano nel PD come nel PdL, dall'altro è tutto da rinnovare e praticare il valore della libertà nella solidarietà, nella difesa e nella pratica degli spazi di organizzazione, nella rivendicazione e tutela dei diritti individuali e collettivi delle persone, dei lavoratori e delle lavoratrici, dei e delle migranti.

Questi movimenti e queste lotte continuano ad avere davanti a sé un futuro?
Siamo certi di sì, se non si cadrà nell'illusione che le elezioni sono l'unica occasione di mutamento strutturale; siamo certi di sì, se avremo sedimentato la consapevolezza che il neoliberismo capitalista dei nostri tempi ha sempre uno Stato ed un governo su cui scommettere. Questa è la nostra opzione: lavorare per la capacità politica di esprimere auto-organizzazione e conflitto da parte di tutti i soggetti interessati ad un mutamento radicale della società in senso autogestionario ed egualitario.

Noi, con il nostro modo caratteristico di far politica, dal basso e collettivo, assembleare ed autogestito, comunista ed anarchico, porteremo avanti il nostro impegno prima e dopo il 13-14 aprile, affinché viva, si organizzi e lotti la più vasta opposizione sociale ed in movimento per l'alternativa comunista e libertaria.

IL VERO VOTO UTILE È QUELLO CHE FAI QUANDO ORGANIZZI ED AUTOGESTISCI LE LOTTE PER I TUOI DIRITTI INSIEME AGLI ALTRI

IL VERO VOTO NECESSARIO È QUELLO CHE FAI QUANDO COMBATTI COLLETTIVAMENTE PER FERMARE LA DESTRA ED IL NEOLIBERISMO, IL CLERICALISMO E LO SFRUTTAMENTO
IL VERO VOTO INUTILE È QUELLO CHE DAI ALLE BUROCRAZIE PARLAMENTARI DELLO STATO E DELLA FINANZA

NON RINUNCIARE AI TUOI DIRITTI, NON DELEGARE IL TUO FUTURO LOTTA PER L'AUTOGESTIONE E LA REDISTRIBUZIONE DELLE RICCHEZZE OGGI

FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI

sabato 5 aprile 2008

comunicato sciopero lav. coop. sociali del 4 aprile‏

COMUNICATO RADIO/STAMPA del 4 Aprile 2008

GROSSO SUCESSO DELLO SCIOPERO NAZIONALE DI OGGI 4 APRILE 2008, PROCLAMATO PER I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DELLE COOPERATIVE SOCIALI E DEGLI ENTI, ASSOCIAZIONI O CONSORZI DEL TERZO SETTORE DAI SINDACATI CONFEDERALI E DALL’USI AIT.
ADESIONI OLTRE IL 50% ALL’ASTENSIONE AL LAVORO, CON PUNTE DELL’80-90% IN ALCUNE GROSSE COOPERATIVE. PER QUANTO QUESTA GIORNATA DI LOTTA.

DOPO 28 MESI DI MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO, SIA STATA OSCURATA DA TUTTI GLI ORGANI DI INFORMAZIONE (ANCHE QUELLI CHE SI DICHIARANO DI SINISTRA) TUTTI “AFFACCENDATI” NELLA CAMPAGNA ELETTORALE E CON LA PAURA DI NON COMPROMETTERSI NEI CONFRONTI DELLE GROSSI CENTRALI COOPERATIVE, LO SCIOPERO E LE MANIFESTAZIONI HANNO AVUTO SUCCESSO.

A ROMA IN UNA PIAZZA PIENA DI LAVORATORI E LAVORATRICI I SINDACALISTI CGIL – CISL – UIL SONO STATI COPERTI DI FISCHI PER AVERE DIMENTICATO FINO AD OGGI LA LOTTA IN CAMBIO DI UNA CONCERTAZIONE CHE NON HA DATO ALCUN RISULTATO TANGIBILE.
IL COORDINAMENTO ROMANO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DEL TERZO SETTORE ASSIEME AD ALTRE REALTA’ AUTORGANIZZATE HA RILANCIATO UNA PIATTAFORMA ALTERNATIVA ED HA CERCATO DI DARE LA PAROLA DIRETTAMENTE AGLI OPERATORI CHE QUOTIDIANAMENTE LAVORANO NEL SETTORE E NON AI SOLITI SINDACALISTI PROFESSIONISTI.

LE RICHIESTE INSERITE NELLA PIATTAFORMA CONTRATTUALE RIPRESA DALL’ USI PREVEDONO UN AUMENTO MEDIO MENSILE (SUL 4° LIVELLO) DI 200 EURO NETTI E NELLE REALTA’ LOCALI PER I COCOPRO DI ADEGUAMENTI DELLE TARIFFE ORARIE, COME RECUPERO DEL REALE COSTO DELLA VITA, PER CONTRASTARE PRECARIETA’ DIFFUSA NELLE COOPERATIVE E NELLE ASSOCIAZIONI DEL TERZO SETTORE, PER RISPETTO DISPOSIZIONI DI TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO, PER AVVIO PROCESSI DI INTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI AFFIDATI A TERZI


COORDINAMENTO LAVORATORI E LAVORATRICI TERZO SETTORE ROMA

e-mail: coord.terzosettore@email.it