lunedì 27 ottobre 2008

Comunicazione dell'adesione della sezione "Luigi Fabbri" della Federazione dei Comunisti Anarchici alla proposta di Delibera di Iniziativa Popolare.

Di seguito il testo dell'adesione della sezione
di Roma dell'FdCA
per la presentazione di una
delibera di iniziativa popolare tesa a
internalizzare molti servizi
sociali all'interno del Comune di Roma,
inviata a info@romaribelle.com.

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Car* compagn*,
la sezione di Roma della Federazione dei Comunisti
Anarchici ha deciso di aderire alla campagna di
promozione della Delibera di Iniziativa Popolare per
l'internalizzazione dei servizi sociali del Comune
di Roma.
Come anarchici siamo contro lo Stato e ci battiamo
per la
sua liquidazione, ma allo stesso tempo, finchè
siamo
all'interno del sistema capitalista, siamo per la
difesa
dello stato sociale e contro quindi la
privatizzazione dei
servizi che riguardano i diritti essenziali
delle persone:
assistenza sanitaria, istruzione, pensione,
assistenza dei
disabili. Come siamo contrari alla privatizzazione
dei beni
primari come l'acqua.
Se non altro perché quando i servizi essenziali ed
i beni
primari passano nelle mani dei privati, attraverso
lo
smantellamento delle strutture pubbliche, si assiste
inevitabilmente ad un peggioramento delle condizioni
di vita
dei più deboli: lavoratori e lavoratrici, disoccupati,
migranti, ecc.
Nei confronti dello stato sociale la nostra posizione
parte
da un semplice ragionamento.
A livello sindacale ci scontriamo col padrone
sul salario
per migliorare la ns condizione di vita, e lo
facciamo
all'interno di una logica di contrattazione in base
a quelli
che sono i momentanei rapporti di forza.
Allo stesso modo nelle lotte territoriali e sociali,
nel
difendere i servizi ed i beni collettivi, difendiamo
il nostro
salario differito e indiretto, in una sorta di
sindacalismo sociale.

Sez. di Roma "Luigi Fabbri" della Federazione
dei Comunisti Anarchici

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sul sito web dedicato
all'iniziativa
www.romaribelle.com
ci sono tutti i dettagli
relativi all'iniziativa stessa

venerdì 24 ottobre 2008

Cossiga il democratico

Quando ce vò ce vò.... questo dice Cossiga nell'intervista rilasciata al giornalista.
E d'altronde questa è l'essenza della democrazia. Finchè i lavoratori e i loro figli studenti subiscono passivamente decisioni e ricatti dell'oligarchia dominante va tutto bene, la democrazia è rispettata.
Ma nel preciso momento che alzano la testa, si svegliano dal loro torpore e tornano a voler decidere del loro lavoro e della loro vita, nel momento stesso che si agitano nella società segni premonitori di di un qualche anelito di autodeterminazione, allora la democrazia è in pericolo e bisogna difenderla dai facinorosi. Applicare o meno regole autoritarie o più o meno democratiche per lo Stato è solo una questione di convenienza politica contingente, quanno ce vò ce vò! Per lo Stato la democrazia è la delega del potere senza possibilità di ritornare sulle decisioni. Guai a chi osa tentare di mettere in discussione il padre padrone.
Il movimento che è nato intorno alla scuola e all'università ha in embrione queste pericolose connotazioni di autodeterminazione, di fronte alle quali anche tutti gli epigoni della cosiddetta sinistra istituzionale e quella forzatamente extraparlamentare sono smarriti. Abituati come sono, a trattare le masse come greggi di pecorelle bisognose di guida, sono sorpresi di fronte alla capacità dei lavoratori e degli studenti di auto organizzarsi.
E' chiaro che dopo un primo momento di smarrimento questi figuri della nomenclatura pseudoprogressista si riorganizzaranno e cercheranno di cavalcare la protesta per asservirla ai loro interessi elettoralistici. Per cui è probabile che studenti e lavoratori si troveranno tra l'incudine delle sirene della pseudo opposizione parlamentare e il martello della repressione poliziesca dello Stato.
Ma godiamoci la performance di questo campione di democrazia!

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Di seguito l’intervista completa pubblicata su Nazione – Carlino –
Giorno del 23 Ottobre 2008

di Andrea Cangini

*PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica
contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? *«Dipende, se ritiene
d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto
benissimo. Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non
c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non
seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».

*Quali fatti dovrebbero seguire?* «Maroni dovrebbe fare quel che feci io
quand`ero ministro dell`Interno».

*Ossia?* «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei,
perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o
gravemente ferito...».

*Gli universitari, invece?* «Lasciarli fare. Ritirare le forze di
polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con
agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di
giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e
mettano a ferro e fuoco le città».

*Dopo di che?* «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle
sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e
carabinieri».

*Nel senso che... *«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero
avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi
i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e
picchiare anche quei docenti che li fomentano».

*Anche i docenti?* «Soprattutto i docenti».

*Presidente, il suo è un paradosso, no?* «Non dico quelli anziani,
certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di
quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini
e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

*E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del
genere?* «In Italia torna il fascismo», direbbero. «Balle, questa è la
ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».

*Quale incendio?* «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà
a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si
dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle
università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro
il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

*E` dunque possibile che la storia si ripeta?* «Non è possibile, è
probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché
il fuoco non fu spento per tempo».

*Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti. *«Mah, guardi,
francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le
botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad
applaudire Obama...».

*Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
*«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio
del- la contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di
controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro
cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza
applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a
volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed
è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

giovedì 16 ottobre 2008

Ottobre: scioperare per reagire alla sopraffazione

Dalle mobilitazioni dei lavoratori una speranza di dissenso

Violento, profondo e ramificato è l'attacco alle condizioni di vita e di lavoro in Italia. Ai provvedimenti presi dal governo di destra durante l'estate e in questo inizio d'autunno si aggiungono le minacciose ombre della revisione delle regole della contrattazione ed i miasmi della peste finanziaria che - se ora attacca i risparmi ed i piccoli investimenti dei lavoratori (compresi i fondi pensione) - molto presto potrebbe colpire il tessuto produttivo, in seguito ad una caduta della domanda con conseguenze sulla produzione, sull'occupazione e sui salari.

Nella priorità dello Stato italiano non vi è alcuna traccia di un sostegno ai salari ed agli stipendi, alle pensioni ed ai servizi sociali, mentre al primo posto vi si trova il sostegno alle imprese, al sistema bancario ed assicurativo, tramite un rastrellamento di risorse pubbliche e private (dei lavoratori) che sottrae ricchezza, posti di lavoro, sicurezza sociale e fiducia a milioni di lavoratori e li costringe ad un indebitamento a vita per garantirsi (forse) una casa, un futuro per i figli, un sollievo per la vecchiaia.

I lavoratori sono mortificati nella dignità di un lavoro che ti sfrutta o ti uccide, sono immiseriti nelle ristrettezze di un salario da mero sostentamento, sono sorpresi dalla distruzione delle conquiste sociali nei campi dell'istruzione, della sanità, dell'assistenza, della previdenza, dei trasporti e della loro privatizzazione, sono spiazzati dalle aggressioni a diritti e libertà costitutivi del mondo del lavoro portate avanti dal governo e che avvengono di fatto nelle aziende con atti repressivi da fascismo aziendale, i lavoratori sono interdetti di fronte alle scelte conniventi e collusive col governo di certe organizzazioni sindacali.

Eppure stanno già cercando di reagire: dai tempestivi scioperi nella scuola di CUB ed Unicobas allo sciopero generale intercategoriale del 17 ottobre di SdL-CUB-Confederazione Cobas, dal tardivo ma inevitabile sciopero del 30 ottobre contro i tagli nella scuola pubblica al netto rifiuto della CGIL di trattare sul diktat anti-operaio di Confindustria sulla contrattazione, dalle mobilitazioni per la sicurezza sul lavoro nei trasporti a quelle nel pubblico impiego, si cerca di reagire al contesto di sopraffazione delle coscienze e dei diritti ed al clima di paura deliberatamente creato al fine di disunire e di demoralizzare i lavoratori e le lavoratrici, di impedire qualsiasi tentativo di riorganizzazione nei luoghi di lavoro, di reprimere qualsiasi risposta dal basso alle violenze dello sfruttamento e della precarietà, di spingere verso una nuova sciagurata stagione dei sacrifici.

La Federazione dei Comunisti Anarchici sostiene perciò le mobilitazioni sindacali per

  • la difesa dei salari tramite aumenti frutto di una contrattazione nazionale riunificata per settori (industria, commercio, pubblico...); aumenti sganciati dalla produttività e dallo straordinario a livello di azienda;
  • la difesa della scuola della repubblica e del diritto allo studio senza discriminazioni di classe, di abilità e di provenienza;
  • la difesa delle pensioni e la gratuità dei servizi sociali;
  • la sicurezza sul lavoro affidata al controllo diretto dei lavoratori;
  • la assunzione a tempo indeterminato per tutti i lavoratori precari e in nero, italiani e nuovi cittadini;
  • una società liberata dallo sfruttamento e dalla miseria, dai profitti e dalle speculazioni, dall'avidità del capitalismo e dall'autoritarismo degli Stati; una società fondata sulla solidarietà e sul mutuo appoggio, sulla libertà e sull'autogestione della vita e del lavoro.

Commissione Sindacale
FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI

13 ottobre 2008

sabato 11 ottobre 2008

Autoritarismo, fascismo e razzismo: le diverse facce del controllo statale

La società civile, le città, i quartieri, le scuole, le fabbriche sono diventati un grande affare securitario. Si va alla caccia di qualcuno da additare a nemico del potere costituito, nemico dell'ordine costituito, nemico del Papa, nemico dello sfruttamento, nemico delle discriminazioni, nemico dell'inquinamento, nemico del militarismo, nemico del neo-fascismo...

La posta in gioco è il controllo del territorio, non solo sul piano poliziesco-repressivo, ma anche sul piano della segregazione etnica, dell'imposizione di ideologie integraliste (neo-fascismo, clericalismo, militarismo), della valorizzazione affaristica e capitalistica di esso (ambiente, corridoi, energia, de-industrializzazione, case) senza avere tra i piedi forme di dissenso.

I lavoratori e le lavoratrici immigrati/e sono i/le primi/e a farne le spese. Ogni ondata securitaria anti-albanese, anti-araba, anti-rumena, anti-rom, non fa che alzare steccati che rinchiudono virtualmente ciascuno nella sua comunità, sotto la minaccia dell'espulsione o dei nuovi e "confortevoli" CPT a gestione consociativa cattolica e Coop, evitando così la contaminazione, l'interculturalità, magari l'unità di interessi.

La politica asservita al potere economico ha bisogno di questo terroristico controllo per tenere sotto scacco la classe lavoratrice mondiale nel tentativo di nascondere che è la globalizzazione dell'economia e la creazione di zone di libero scambio ed il conseguente sviluppo ineguale del capitalismo a spingere i migranti a cercare migliori condizioni di vita.

La globalizzazione economica si fonda su una nuova organizzazione e divisione internazionale del lavoro, sull'innovazione e l'impiego di tecnologie dell'informazione al fine di decentrare, delocalizzare e flessibilizzare la produzione mondiale, intessendo delle reti imprenditoriali interconnesse e interrelate. Il tutto, scomponendo allo stesso tempo la classe lavoratrice in mille gruppi, conduce all'iper-sfruttamento delle nuove generazioni operaie: giovani, donne, immigrati, bambini. Non si tratta d'una visione del passato, ottocentesca, è il più realistico dei presenti, è l'incubo del XXI° secolo.

Il feroce sfruttamento economico del capitale non guarda in faccia a nessuno, non sta a sottilizzare sul colore della pelle né tanto meno sulle credenze religiose; prende di mira soprattutto gli strati più deboli della popolazione, proprio perché più facilmente ricattabili e quindi più facilmente sfruttabili.
Ieri i lavoratori italiani, irlandesi, ispanici negli USA, oggi quelli africani, europei dell'est, mediorientali nella democratica Europa.

Questo è il motivo per cui lo sfruttamento mondializzato mira soprattutto le popolazioni immigrate, perché private dei diritti e sradicate, portate a rinchiudersi nel ghetto delle identità, costituiscono una popolazione facile da sfruttare.

Il padronato ne fa una strumentalizzazione per dividere i lavoratori creando competizioni fittizie che generano e rinsaldano il razzismo. I clandestini sono per il padronato una preziosa manodopera docile e flessibile.
Separare i diritti (politici e sociali) dalla nazionalità, per la libertà di circolazione e di insediamento, è un mezzo per combattere questa tendenza del capitalismo.

Sono proprio questi muri che dobbiamo abbattere o superare con organismi di base cosmopoliti di italiani e nuovi cittadini, per lottare insieme contro le discriminazioni e per la piena cittadinanza, a tutti i livelli, a partire dalla lotta per la sicurezza sociale, per i diritti all'abitare, ad un lavoro dignitoso, per una scuola e una sanità accessibili a tutti.

In questa lotta è bene essere consapevoli che laddove le subdole forme repressive delle istituzioni non bastassero, bisognerà affrontare il razzismo incarnato oggi nelle formazioni neo-fasciste che appestano il territorio con una buona dose di consenso istituzionale.

Occorre, quindi, costituire reti antifasciste e antirazziste di massa che uniscano la battaglia culturale ed il mantenimento della memoria delle lotte della classe lavoratrice a campagne di agibilità piena del territorio.

E unitamente alla lotta per l'acquisizione della piena cittadinanza, occorre coinvolgere i lavoratori migranti alle lotte sindacali, sociali e territoriali.

Contro le logiche repressive, criminali, discriminatorie e di sfruttamento da qualunque parte provengano.

Federazione dei Comunisti Anarchici
3 ottobre 2008

lunedì 6 ottobre 2008

da: "autorganizzati roma" del 3 ottobre

Oggi gli studenti e le studentesse di roma si sono mobilitati, in forma coordinata, come deciso nella assemblea autonoma ed autoconvocata del 26 settembre al Liceo Tasso.

La volontà di tutti e tutte era portare nella strade la protesta contro quanto sta portando avanti il neoministro Gelimini e contro l'applicazione di quanto inserito dal pessimo e coerente predecessore Fioroni (dallo status di fondazioni al voto di condotta vincolante passando per gli esami di riparazione) sempre improntati a trasformarele scuole in fabbriche di precari già abituati ad essere ubbidienti.

Alle mobilitazioni, fra gli altri istituti, hanno partecipato studenti e studentesse di
- Newton e Albertelli (san giovanni),
- Ripetta e Virgilio (trastevere)
- Democrito (casalpalocco),
- Pasteur Mamiani Talete Tacito Cartesio Caravillani (prati trionfale roma nord)
- Macchiavelli (san lorenzo)
- Mameli (parioli),
- Plauto (mostacciano)
- Tasso e Righi (salario)
- Benedetto da Norcia (tiburtina)
- Kennedy Manara Morgagni Ferraris (monteverde)
- Anco Marzio (ostia)

Alle 9.00 oltre cinquecento studenti dagli istituti della zona si sono raggruppati di fronte al Liceo Tasso in via Sicilia, e dopo una rapida assemblea hanno deciso di muoversi in corteo spontaneo, bloccando il traffico, fino alla metro Castro Pretorio.
Gli studenti hanno dato vita nella metro ad una azione contro il carovita, che colpisce in modo particolare le fascie giovanili precarizzate, rifiutandosi di pagare il biglietto e occupando i vagoni della metro.

Nel frattempo, di fronte al Liceo Mamiani, rimasto deserto, si muoveva un corteo di oltre quattrocento studenti dagli istituti di zona, che poi procedeva ad occupare una decina di mezzi pubblici (fra i quali il malefico 280 che deve morire, e che è stato giustamente infiammato al termine della giornata) in direzione di Piazza Trilussa.

Anche di fronte al Virgilio si riunivano quasi ottocento studenti da i licei del centro. Anche qui gli studenti dopo una assemblea hanno deciso di muoversi in corteo spontaneo verso Piazza Trilussa comunicando con il territorio , volantinando ed attacchinando lungo i vicoli del centro (e terrorizzando le vecchiette).

Dal Kennedy intanto si muovevano quasi duecento studenti dalle scuole di Monteverde, bloccando il traffico e muovendosi in direzione del Ministero dell'Istruzione.

Un corteo spontaneo si muoveva poi da Piramide, dove si erano incontrati gli studenti provenienti dal Tasso e quelli provenienti da Ostia e CasalPalocco, lungo via marmorata - bloccando il traffico di una corsia di circolazione - anch'essi in direzione del Ministerodell'Istruzione.

Al Ministero giungeva anche il gruppo, ormai di oltre mille studenti partiti da Virgilio e Mamiani ed incontratesi in Piazza Trilussa, dopo aver attraversato in corteo il territorio di Trastevere, ribadendo che quel quartiere ha rifiutato e continuerà a rifiutare ogni tentativo di militarizzazione.

Al Ministero, dove confluivano anche numerosi gruppi sciolti da altri istituti, si sono quindi radunati almeno cinquemila studenti, con il blocco di viale trastevere e della linea tranviaria.
Gli studenti esprimevano la solidarietà ai professori in mobilitazione incontrati casualmente al Ministero.
Gli studenti e le studentesse, inoltre, assieme anche a buona parte dei docenti presenti, allontanavano spontaneamente e collettivamente l'on. Di Pietro ed i sette militanti del suo partito, espressione razzista e forcaiola di quella ex-maggioranza che con il Ministro Fioroni ha devastato l'istruzione in Italia.

Gli studenti e le studentesse quindi decidevano di proseguire la mobilitazione con un corteo spontaneo che si è diretto verso il mercato di Piazza San Cosimato per interloquire con la città ed il quartiere, dove si sono riuniti in assemblea per confrontarsi sulla giornata di mobilitazione e su come proseguire la lotta.

Nel corso dell'assemblea, numerosi interventi in particolare ribadivano:
- gli studenti e le studentesse determinano da soli, in modo autonomo e assembleare, le loro mobilitazioni, come dimostrato dalla giornatadi oggi e rifiutano ogni tentativo di strumentalizzazione da parte di partitini e sindacatini, studenteschi e non studenteschi
- la giornata di oggi, nella radicalità e nella partecipazione amplissima, dimostra che gli studenti si sono stancati e che intendono riprendere le loro scuole, la loro città, le loro vite
- quanto fatto dalla Gelimini, identico a quello iniziato da Fioroni, è inaccettabile in tutti suoi aspetti ed incontrerà una opposizione radicale giorno per giorno, scuola per scuola, via per via
- le numerose intidimidazioni attuate dalle forze dell'ordine, sia in modo evidente che piu' o meno velato, in queste settimane non hanno minimamente intaccato la nostra voglia di lottare
- chi parlavava di "vento nero" nelle scuole di roma confondeva forse migliaia di studenti disposti a mobilitarsi e lottare con qualche gruppuscolo di picchiatori (piu' o meno riusciti) che si aggira ogni tanto nei dintorni degli istituti.

La assemblea ha ribadito l'importanza del percorso di sviluppo assembleare delle mobilitazioni, ed ha quindi rinnovato l'appello già reso pubblico all'Unione degli Studenti per non tenere la manifestazione del 10 Ottobre a Roma (totalmente calata dall'alto e scollegata alle lotte reali, come quella di oggi, degli studenti) e sviluppare invece, tutti assieme (collettivi, associazioni, singoli) un corteo unitario di tutti gli studenti e le studentesse per Sabato11 Ottobre.

Gli studenti e le studentesse si sono infine dati appuntamento al Liceo Virgilio, Martedì 7 Ottobre, per una assemblea cittadina nella quale decidere come proseguire e coordinare le lotte.

studenti e studentesse in mobilitazione di roma - 3 ottobre 2008