sabato 28 febbraio 2009

decreto contro libertà di sciopero

È DITTATURA!

Il ddl governativo per impedire la libertà di sciopero non è solo un ulteriore tassello di una controriforma autoritaria delle libertà sindacali e politiche da tempo in corso, ma un vero e proprio atto di guerra preventiva contro tutti i lavoratori.

Il governo e la borghesia, per uscire dalla crisi nell’unico modo concepibile per i capitalisti, ossia peggiorando e precarizzando le condizioni di vita e di lavoro dei proletari, giocano d’anticipo e, con questo ddl antisciopero, mettono in campo le misure repressive per impedire proteste e mobilitazioni dei lavoratori, cercare di bloccare sul nascere la possibilità di un’opposizione sociale alla crisi capitalista e ai suoi prossimi effetti (licenziamenti, mobilità, Cig, precarietà).

L’Italia è il paese europeo dove già oggi scioperare è più difficile e complesso, innanzitutto nel settore dei trasporti. I governi di centro destra e centro sinistra, col concorso dei sindacati confederali, negli anni scorsi hanno messo in piedi un meccanismo di leggi e accordi che ha pesantemente limitato la possibilità di scioperare. Tra commissioni di raffreddamento, tempi di proclamazione, lunghissimi periodi di franchigia, intervalli tra uno sciopero e l’altro, ecc. l’esercizio del diritto di sciopero da tempo è stato reso assai “virtuale”, subordinato a lunghi preavvisi e a una serie ripetuta di rinvii da parte della Commissione di Garanzia sullo sciopero.

In Italia da tempo non esiste una realtà di scioperi selvaggi e continuati come vorrebbero far credere i media compiacenti che spalleggiano la campagna antiproletaria del governo e dei padroni.

Oggi l’ulteriore, drastica, dittatoriale, riduzione del diritto di sciopero nei trasporti è il primo passo. Dai trasporti si estenderà all’intero settore pubblico, da questo a tutto il privato. Per questo il ddl governativo è contro tutti i lavoratori e l’opposizione contro questo decreto è un problema e una necessità di tutti i lavoratori.

Con lo sciopero vengono attaccate anche tutte le forme di lotta dei lavoratori (blocchi stradali, manifestazioni, assemblee, …), si gettano le basi per vietare qualunque iniziativa non sia strettamente gestita e controllata da “sindacati di comodo” che condividano gli obiettivi economico sociali dei padroni stessi e che, quindi, si guardino bene dal favorire e sostenere qualsiasi iniziativa di reale difesa degli interessi dei proletari.

DA SUBITO OCCORRE UNA RISPOSTA DA TUTTI I LAVORATORI. DA SUBITO OCCORRE MOBILITARSI. DA SUBITO, ALTRIMENTI DOMANI NON SARA’ PIU’ POSSIBILE FARLO.

L’ATTACCO ALLA LIBERTA’ DI SCIOPERO NEI TRASPORTI E’ UN ATTACCO A TUTTI I LAVORATORI, CUI OCCORRE RISPONDERE MOBILITANDOSI, SCIOPERANDO.
27/2/2009

Slai Cobas www.slaicobas.it

Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale

martedì 24 febbraio 2009

INNSE: le menzogne di Genta.

febbraio 20, 2009 - venerdì

INNSE: le menzogne di Genta.

Questa volta i camion li ha lasciati a Torino. Isolato ancora di più dall’opinione pubblica dopo gli scontri fra operai e forze dell’ordine da lui causati settimana scorsa, il padrone Genta ha cercato di rompere il discredito generale che si è creato intorno, in questi 9 mesi di azioni e bravate contro gli operai della INNSE.

Nel tentativo di scrollarsi di dosso la cattiva fama guadagnatasi col suo operato, Genta ha convocato una conferenza stampa a Milano, pensando di farlo all’insaputa degli operai, invitando esclusivamente le testate giornalistiche, senza il naturale contradditorio, appunto gli operai della INNSE, senza quindi che i giornalisti potessero sentire anche la controparte.

Davanti al Circolo della Stampa lungo il centralissimo Corso Venezia a Milano, le tute blu INNSE hanno aspettato il rottamaio per dargli il benvenuto, ma il Genta, schivo alle galanterie, è entrato infilandosi di soppiatto dalla porta di servizio sul retro. Agli operai che hanno chiesto di partecipare con una propria delegazione alla conferenza stampa, Genta e il suo avvocato hanno risposto no, mentre la Polizia serrava le fila sul portone.

Dall’esterno per tutta la mattinata, Genta è stato raggiunto dai cori degli operai che ribadivano l’irremovibilità dell’obbiettivo di questi 9 mesi di lotta: la continuità produttiva della INNSE. Nella conferenza stampa Genta non si è limitato ad esporre la sua verità di parte, bensì per motivarla e legittimarla ha dovuto ricorrere alle menzogne.

Prima menzogna. “Dalla INNSE ho avuto solo perdite”.
Ha rilevato la fabbrica a prezzo politico 700 mila euro, il costo di un bilocale a Milano. In cambio aveva concordato lo sviluppo della fabbrica che chiude 2 anni e tre mesi dopo. In 2 anni non investe nemmeno nei guanti antinfortunistici, lascia la caldaia spenta, si porta via vecchie macchine e muletti che rivende come rottami. Fa lavorazioni “gratuite” per i suoi amici della Cattaneo. Non registra molte lavorazioni, facendo comparire il materiale in “conto visione”, piuttosto che in conto lavorazione. Un evasore.
In realtà gli operai della INNSE hanno lavorato a pieno ritmo, con un padrone che in 2 anni si è fatto vivo per quattro o cinque volte, sempre di corsa. Il suo obbiettivo era altro che far funzionare la fabbrica.

Seconda menzogna. “Le macchine sono vecchie e obsolete e gli operai incapaci”.
Le macchine sono così vecchie ed obsolete che non vede l’ora di smontarle e rivenderle, non solo, le macchine hanno lavorato fino al 17 settembre, anche oltre la decisione di Genta di fermarle e gli uffici tecnici di ORMIS possono certificare che i pezzi erano nelle tolleranze previste e nei tempi stabiliti, tolleranze centesimali.
Ma cosa ne può capire di lavorazioni meccaniche un rottamaio?

Terza menzogna. “Ho licenziato gli operai della INNSE perché non avevo a disposizione il capannone”.
Lo smentisce AEDES con un comunicato dell’ 11 febbraio 2009, in cui lo scarica definitivamente: “I licenziamenti degli operai non sono in alcun modo connessi con motivazioni imputabili al mancato rinnovo dell’affitto, o mancato acquisto del terreno”.
Probabilmente ognuno fa il gioco delle parti, ma almeno si accordino sulle dichiarazioni pubbliche.

Quarta menzogna. “Sono state aggredite le forze dell’ordine”.
Il signor Genta ha spinto le forze dell’ordine contro gli operai per prendersi quattro rottami, ha provocato gli scontri arrivando con la ruspa e i camion, è entrato come un ladro alle 5 di mattino, sapendo che poteva prendersi la sua roba con un accordo. Ha cercato in tutti i modi di spingere Polizia e Carabinieri a dare una lezione agli operai, questa è la sua democrazia.

Per quanto Genta e il suo avvocato si siano sbracciati il loro monologo è finito in niente. Il “Corriere” non li ha citati, la “Repubblica” poche righe, sugli altri giornali è stata ampiamente confermata la figura di un Genta rottamaio e speculatore.

Gli operai della INNSE sono di altra fattura, non difendono i loro interessi particolari, lottano contro lo smantellamento di una fabbrica storica e non faranno un passo indietro.
Se Genta vuole smontare la fabbrica deve chiedere la militarizzazione di Lambrate e per mesi schierare la forza pubblica, ma l’altra Milano che sta dalla parte degli operai, dei lavoratori, si opporrà con una solidarietà che finirà per travolgere il Genta, l’immobiliare AEDES e i loro sostenitori politici.

Gli operai della INNSE torneranno a lavorare in officina, molto prima di quanto si pensi.

Saluti a muso duro dai cancelli della INNSE in lotta.

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A muso duro - Pierangelo Bertoli
F.Urzino - P.A.Bertoli
(1979)

E adesso che farò, non so che dire
e ho freddo come quando stavo solo
ho sempre scritto i versi con la penna
non ordini precisi di lavoro.
Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
i falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

Ho speso quattro secoli di vita
e ho fatto mille viaggi nei deserti
perché volevo dire ciò che penso
volevo andare avanti ad occhi aperti
adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficiente nei concerti.

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

Non so se sono stato mai poeta
e non mi importa niente di saperlo
riempirò i bicchieri del mio vino
non so com'è però vi invito a berlo
e le masturbazioni celebrali
le lascio a chi è maturo al punto giusto
le mie canzoni voglio raccontarle
a chi sa masturbarsi per il gusto.

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

E non so se avrò gli amici a farmi il coro
o se avrò soltanto volti sconosciuti
canterò le mie canzoni a tutti loro
e alla fine della strada
potrò dire che i miei giorni li ho vissuti.

lunedì 23 febbraio 2009

Palestina-Israele, anniversario dei 4 anni di lotta continua ed unitaria a Bil'in

Bil'in, Ni'ilin, Jayyous, Um Salmuna (Muasara), Centro di Detenzione di Jalameh

Oltre alla preparazione per l'anniversario dei 4 anni di manifestazioni del venerdì a Bil'in, gli Anarchici Contro Il Muro "hanno visitato" Ni'ilin lunedì 16, martedì 17 e venerdì 20 febbraio.

Venerdì più di 100 israeliani della coalizione contro il muro della separazione si sono uniti agli anarchici contro il muro per dar vita insieme agli attivisti internazionali ed a centinaia di palestinesi del villaggio e di altre regioni (compresa una delegazione da Ni'ilin) alla manfestazione.
Il corteo dal centro del villaggio alla strada del muro è stato vivace.
Però, appena abbiamo cercato di entrare sulla strada del muro della separazione, le forze di Stato israeliane ci hanno ricoperto di gas lacrimogeni. Ci siamo ritirati per un po' ed abbiamo cercato di forzare più e più volte.
Alla fine siamo riusciti a mettere piede sulla strada ed a rimanerci per circa mezz'ora prima di ritirarci.

Jaayus 13-2-09 - video a cura di ISMPalestine su
http://www.youtube.com/watch?v=7M_jh1Xt3LE&feature=chan..._page

Bil'in invasa - link al video su http://www.youtube.com/watch?v=-rGnjNM25Y4

Bil'in venerdì 20.2.09 video su
http://www.youtube.com/watch?v=fgIIP-ug27k

Ni'lin invasa ed ulivi sradicati dall'esercito israeliano su
http://www.youtube.com/watch?v=FjLGeZ2q6Ac&feature=email

alberi sradicati dall'esercito a Ni'ilin, 16/2/09 - 7 feriti negli scontri su http://awalls.org/army_uproots_trees_in_niilin_7_injure...ashes
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qui sotto i links a dettagliati resoconti sulle azioni di venerdì 20 e sabato 21 febbraio, nel sito degli anarchici contro il muro
http://awalls.org/

Proteste e resistenza a Bil’in e Ni’ilin il 20/02/2009
http://awalls.org/protest_and_resistance_in_bil_in_and_..._ilin

Attivisti manifestano fuori del Centro di Detenzione di Jalameh il 21/02/2009
http://awalls.org/activists_demonstrate_outside_jalameh...enter

Related Link: http://ilanisagainstwalls.blogspot.com

Ilan Shalif (AAtW)
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

domenica 22 febbraio 2009

A Valerio Verbano, partigiano

A Valerio Verbano, partigiano

Ieri, 21 Febbraio 2009, abbiamo partecipato, insieme ai compagni del Laboratorio Sociale la Talpa, al corteo organizzato in ricordo di Valerio Verbano.
Non una semplice commemorazione, ma anche una dimostrazione di forza degli antifascisti romani a ribadire la presenza e il presidio dei territori nei confronti delle carogne fasciste.

Valerio fu assassinato a sangue freddo 29 anni fa nella sua casa da un manipolo di neo-fascisti dei NAR o, secondo la versione difensiva di alcuni di questi, da un commando della malavita romana rappresentata della famigerata "banda della magliana", di cui, vorrei ricordare, uno dei suoi degni rappresentanti è sepolto in una basilica romana ad opera della mano caritatevole e (specialmente!) ricoscente del Vaticano.
Ma ciò non ha importanza, Valerio fu tolto di mezzo perchè col suo entusiasmo di adolescente, partendo dalla sua passione di militante antifascista, stava facendo una sua inchiesta sugli intrecci tra nazi-fascisti, malavita organizzata e forze dell'ordine dello Stato italiano.

Non una semplice commemorazione quindi, ma una sollecitazione a tutti gli antifascisti a non abbassare mai la guardia perchè il fascismo ancora oggi svolge il suo ruolo di gendarme dello Stato, del Capitale e della Chiesa.
L'abbiamo rivisto con le connivenze con le forze dell'ordine durante il corteo degli studenti a Piazza Navona, lo vediamo con gli attacchi a chiunque non si conformi socialmente alle leggi sessiste e omofobe dello Stato, in piena sintonia con l'autoritarismo paternalistico della Chiesa e lo vediamo col tentativo di creare confusione attraverso la propaganda dell'identita razziale e della divisione dei lavoratori, nell'estremo tentativo di nascondere i reali motivi del malessere sociale che attraversa le nostre città.

Oggi i fascisti sguazzano nel degrado umano in cui è caduto il popolo italiano, oggi sempre più succube di una propaganda mediatica che crea falsamente ad arte lo spauracchio del rumeno ladro e stupratore, nascondendo che è dentro le mura amiche casalinghe che prevalentemente si consuma il rito dell'asservimento violento della donna, espressione sessista del più ampio progetto di assoggettamento autoritario della triplice intesa Stato-Chiesa-Capitale.

E il fascismo in questo progetto diviene elemento importante di controllo fisico ed ideologico da contrapporre all'innato senso di libertà ed autonomia del propletariato e di tutti gli oppressi. E' e sarà sempre, per dirla come il nostro compagno Fabbri, quell'alleato scomodo da cui lo Stato autoritario non può prescindere.

Anche per questo, oltre per ricordare la figura di Valerio, che la Roma antifascista è scesa ieri nelle strade tra Val Melaina e il Tufello, partendo dall'appuntamento in Via Monte Bianco, sotto casa di Valerio, per passare poi davanti alla palestra popolare a lui dedicata.
Un corteo come sempre teso, con poche bandiere e striscioni, a testimoniare la durezza di questi tempi.

FdCA - Roma

DA LAMPEDUSA ISOLA-LAGER UN GRIDO DI LIBERTÀ




Questo pomeriggio, militanti del Coordinamento anarchico palermitano di cui fa parte la sezione Delo Truda FdCA Palermo hanno effettuato un volantinaggio antirazzista in centro storico.
Di seguito il testo del volantino.

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DA LAMPEDUSA ISOLA-LAGER UN GRIDO DI LIBERTÀ

La recente rivolta scoppiata nel campo di internamento per immigrati dell’isola di Lampedusa è il risultato della ferocia repressiva con cui il governo italiano pretende di gestire il fenomeno dell’immigrazione.

Questa ferocia si esprime nelle leggi razziste, nei decreti di urgenza che sono diventati la normalità amministrativa, nel tentativo di far sprofondare questo paese in una specie di “dittatura democratica”.
Forti con i deboli e deboli con i forti, i servi dello stato hanno deciso di eliminare i poveri, gli immigrati, i dannati della Terra.

A Lampedusa, solo pochi giorni fa, una pattuglia di poliziotti ha aggredito e pestato per la strada un uomo a sangue freddo. Dopo averlo mandato all’ospedale, le guardie si sono giustificate dicendo che lo avevano scambiato per un clandestino scappato dal Centro di identificazione.

Questa è l’Italia plasmata a immagine e somiglianza dei potenti. Un paese incattivito, che scarica tutte le sue frustrazioni sugli immigrati incolpandoli di tutto: criminalità, furti, stupri, crisi.
Ma quelli che governano mentono sapendo di mentire, perché non dicono che la crisi economica è frutto del capitalismo, del suo sistema fatto di sprechi e di privilegi per pochissimi mentre a rimetterci sono sempre e soltanto tutti gli altri: lavoratori, pensionati, disoccupati, immigrati.

I paesi più sviluppati non fanno altro che scaricare sul resto del mondo il costo del loro benessere.
In questi tempi di crisi internazionale, chi è nato nel terzo mondo tenta il tutto per tutto; la gente emigra perché ha bisogno, emigra perché non intende morire di fame.
Ecco perché la prospettiva di essere rimpatriati li fa impazzire: ecco perché a Lampedusa gli immigrati hanno scatenato la rivolta. L’ennesima in Italia, l’ennesima in tutta Europa.

In un mondo devastato dalle guerre e della povertà – quasi sempre causate proprio dai governi occidentali – c’è una massa di disperati che chiede soltanto la possibilità di avere un futuro.
Si rassegnino i politicanti di ogni colore: l’immigrazione non può essere fermata perché è proprio la voglia di vivere che non può essere arrestata!

Noi siamo dalla parte di tutti i senza potere, di tutti gli oppressi, di tutti quelli che non ce la fanno – senza distinzioni di nazionalità. Non facciamo differenza tra italiani e immigrati perché i veri nemici non sono gli immigrati ma tutti coloro che si ingrassano alle spalle della povera gente, quelli che ci affamano, quelli che ci incatenano e ci ricattano con la precarietà, la disoccupazione, la mancanza di prospettive.

Per uscire dalla crisi bisogna, intanto, fare uno sforzo: aprire gli occhi e metterci nei panni di chi sta peggio di noi. Allora capiremo che la solidarietà, il rispetto della libertà e la comprensione dei bisogni degli altri sono il primo passo per rivoltarci contro coloro che ci rendono la vita impossibile: gli stati e il capitalismo, anzitutto.

COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO

http://coordanarchicopa.blogspot.com/http://it.mc246.mail.yahoo.com/mc/compose?to=coordanarchicopa%40libero.it

sabato 21 febbraio 2009

Spagna - La CNT mobilita la città di Lebrija contro la crisi


Lebrija è una cittadina di 26.000 persone nella provincia di Siviglia. Dall'inizio di febbraio ci sono state diverse manifestazione e assemblee cittadine, rivendicando posti di lavoro e un impegno da parte del Comune di combattere la crisi con ogni mezzo. Il 4 febbraio c'è stata una manifestazione di 500 persone (video a http://www.youtube.com/watch?v=Kr0q8Oncxr8), il giorno dopo un'altra (video a http://www.youtube.com/watch?v=Fn8yHmybKEE), e ancora un'altra il 6 febbraio, alla quale ben 2.500 persone hanno partecipato (video: http://www.youtube.com/watch?v=TU-VGALo_Hg). Il 18 febbraio, il sindacato anarchico Confederación Nacional del Trabajo (CNT) ha indetto uno sciopero generale che ha visto l'adesione di oltre il 90% dei lavoratori della città.
In un'intervista pubblicata sul sito www.alasbarricadas.org, Victoriano Vela, militante della CNT di Lebrija, spiega le origini e le ragioni di questa lotta popolare.
"Venerdì scorso (6 febbraio 2009), A Las Barricadas è andato a Lebrija, una località sivigliana di circa 26.000 abitanti, in sostegno della manifestazione che si è svolta per le strade della cittadina e per fare un'intervista al compagno Victoriano Vela, un muratore trentacinquenne, uno degli organizzatori dello sciopero in quanto militante della sezione locale della CNT. Dalla settimana scorsa le manifestazioni seguono giorno dopo giorno, rivendicando la creazione di una Borsa del Lavoro sotto il controllo popolare, in modo da garantire posti di lavoro ai disoccupati. Ecco cosa ci ha detto.
Come nasce questa mobilitazione e quali sono le sue rivendicazioni?
Bene, tutto iniziò ad ottobre quando un gruppo di compagni si presentarono alla sezione sindacale commentando il problema della contrattazione per i posti di lavoro al Comune, e il clientelismo che vi regna, che significa che solo la gente affine al PSOE (partito al potere in Comune) viene assunta.
Si sa che dei 500 lavoratori che hanno partecipato al concorso municipale, solo 20 sono stati assunti. E' assurdo che possano esistere muratori che non abbiano superato una prova per manovale, visto che sono bravi al loro mestiere; ciò dovrebbe bastare, nient'altro. Il problema è che c'era anche una prova scritta, impossibile per molti coloro che hanno partecipato: ed è chiaro... se sono bravo con la cazzuola, difficilmente saprò scrivere un romanza! Ma che cosa vuole il Comune dai suoi muratori? CHe lavora bene, o che scrive Don Chisciotte? E' un sistema assurdo, ideato per poter bocciare tutti e scegliere i fedeli del governo municipale. E la gente questo lo sa; per questo sono incazzati.
Il Sindacato ha formato una commissione incaricata con il compito di studiare il caso e cercare un modo di fondare una Borsa del Lavoro giusta, che evitasse i favoritismi. Si è parlato tanto del tema a tutti erano d'accordo che sarebbe meglio creare due Borse del Lavoro, una per il settore agrario, l'altro generale, diviso per mestiere (imbianchini, saldatori, muratori, ecc.), sotto la supervisione e il controllo del Comune e del Sindacato. I contratti sarebbero trimestrali al posto degli attuali contratti semestrali, per poter meglio ripartire il lavoro. La Borsa valuterebbe la situazione economica delle famiglie dei candidati nell'assegnare i posti. L'idea è che tutti i posti assegnati dal Comune debbano passare per la Borsa e che il lavora sia ripartito in modo equo.
Il 31 gennaio, abbiamo indetto un'assemblea per discutere del tema presso la Casa della Cultura del popolo. Hanno partecipato all'assemblea 250 persone: non c'era posto da sedere e così abbiamo deciso lì per lì di spostarci in corteo verso il Municipio.
Il giorno dopo è successo la stessa cosa, ma stavolta eravamo in 300 invece di 250, e la gente continuava a venire. Nella manifestazione prima di quella di oggi (venerdì 6 febbraio) eravamo in 500. Oggi, come avrai visto, eravamo in 2.500. La sindaco non può continuare a tapparsi le orecchie, rifiuntandosi di ascoltare la voce del popolo.
Avete pensato di adottare altre misure, oltre alle manifestazioni e ai presidi davanti al Municipio?
Sì, infatti se la Sindaco non avrà risposto alle richieste del popolo entro il 18 febbraio, indiremo uno Sciopero Generale che paralizzerà Lebrija e che le dimostrerà - tante volte non lo avesse già capito - ciò che la gente vuole.
Come possiamo aiutare la vostra lotta da fuori?
Un problema molto grande è il denaro. Con le quote e i contributi straordinari riusciamo a malapena a pagare l'affitto della nostra sede e tutta l'infrastruttura di cui abbiamo bisogno per poter sostenere questa lotta: megafoni, sedie, tavoli, manifesti, adesivi, volantini, ecc. Qualsiasi aiuto economico sarebbe gradito e può essere inviato sul conto corrente del sindacato: 2100-2615-11-0110294467
E naturalmente, inviateci messaggi si sostegno... sono importanti per il nostro spirito.
Stiamo agli inizi di una grave crisi economica che colpirà, anzi già colpisce, molto duramente le famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici. Secondo voi, cosa si può fare per combattere gli effetti della crisi nelle nostre case?
Non ci sono ricette universali e sicuramente quello che facciamo qui a Lebrija non andrebbe bene in una città grande come Madrid dove il problema non è quello dell'asservimento ai capi politici, sebbene possiamo fare da buon esempio per le altre popolazioni dell'Andalucia che si trovano in simili circostanze.
Ciò che è chiaro è che noi lavoratori e lavoratrici dobbiamo essere organizzati, che bisogna unirci in sindacati forti, indipendenti, combattivi, dove le decisioni vengono prese da tutti/e. Dobbiamo prendere l'iniziativa, perdere la nostra paura e agire. Se noi lavoratori ci uniamo per poter risolvere i nostri problemi, niente o nessuno potrà fermarci e potremo ottenere ogni nostro obiettivo."
Un'intervista (in castigliano) con Victoriano Vela trasmesso dalla televisione locale, Lebrija TV: http://www.youtube.com/watch?v=RwSvngOKd_s

In seguito alla mancata risposta da parte del Comune, la sezione locale della CNT ha indetto lo Sciopero Generale di 24 ore per il 18 febbraio, come annunciato. L'adesione allo sciopero era del 95%, nonostante l'opposizione del PSOE, del Izquerda Unida e delle principali organizzazioni sindacali. Sono rimasti aperti solo un benzinaio, due bar e qualche bancarella di frutta e verdura in piazza.
Nei giorni prima dello sciopero, il Comune e i padroni hanno lanciato un'enorme campagna contro la CNT, addirittura pubblicando un'edizione speciale del giornale locale contro la CNT (http://www.elperiodicodelebrija.net/pdf/elperiodicodelebrija.pdf). Ma non hanno potuto azzittire la gente, che ha trasformato Lebrija, almeno per un giorno, in una città anarcosindacalista.
Tutto il personale dei supermercati, dei panifici e delle banche hanno aderito allo sciopero, così come i settori dei servizi e dell'edilizia.
Migliaia di lavoratori sostengono la mobilitazione e sono pronti a continuare la lotta finché non otterranno ciò che vogliono: il controllo dei lavoratori sui posti di lavoro, contro la disoccupazione.
Articolo scritto per Anarkismo.net; fonti: alasbarricadas.org e kaosenlared.net

martedì 17 febbraio 2009

Solidarietà al Conchetta rioccupato

Esprimiamo la nostra piena solidarietà alle compagne ed ai
compagni anarchici che il 13 Febbraio hanno occupato
nuovamente, mediante azione diretta, il centro sociale Cox
18 di Milano, precedentemente sgomberato per favorire gli
interessi di speculatori e bottegai.
Riteniamo che la pratica dell'azione diretta sia basilare
per tutte le strutture antagoniste che non si riconoscono
nelle istituzioni (partiti e sindacati di Stato) e che
lottano autonomamente per costruire una società senza
oppressi e oppressori.

Corrispondenze Metropolitane
Individualità punk anarchiche
Federazione dei Comunisti Anarchici - Roma
Laboratorio Sociale La talpa
USI - AIT

Palestina-Israele, la guerra è "finita", la lotta unitaria degli Anarchici Contro Il Muro insieme ai Palestinesi continua

Bil'in, Ni'ilin, Jayyous, Um SalmunaLa guerra è finita...ma non per le vittime di Gaza. E non è finita nemmeno per le persone arrestate in Israele (per la maggior parte cittadini palestinesi) che sono sotto cauzione, in attesa di una convocazione in tribunale.

Si stanno raccogliendo fondi in tutto il mondo per coprire le spese legali e le cauzioni per le attività degli Anarchici Contro Il Muro e dei nostri amici palestinesi nelle manifestazioni e nelle azioni unitarie.

Venerdì 13 febbraio abbiamo partecipato come di consueto alle manifestazioni contro il muro e contro l'occupazione a Ni'ilin, Jaayus, Bil'in, ed Um Salmuna. Ni'ilin - 13-2-09 -
link al video su http://www.youtube.com/watch?v=Abl8i8Sh0KI

Venerdì 13.2.09 Bil'in video su http://www.youtube.com/watch?v=4g2Qvoy_IlA

JAAYOUS"Ieri [venerdì] Ben è stato arrestato a Jaayous. E' successo poco prima della manifestaione, quando l'esercito stava entrando in una casa del villaggio.
Pare sia accusato di aggressione. Sarà processato entro 24 ore, probabilmente in serata.

"Nel tardo pomeriggio di sabato, i compagni di Anarchici Contro Il Muro sono andati per una presenza solidale nel tribunale dove Ben sarebbe comparso davanti al giudice. Contrariamente alle richieste del pubblico ministero, è stato rilasciato dietro cauzione e dopo un giorno di prigione, come al solito.

BIL'IN"...Il comitato popolare invita tutti i palestinesi ed i gruppi di solidarietà ad unirsi alla grande protesta di venerdì 20 febbraio in occasione del quarto anniversario della resistenza popolare di Bil’in contro il muro e contro la costruzione degli insediamenti dei coloni.
"Manifestazione di massa per marcare i 4 anni di lotta unitaria popolare a Bilin il prossimo venerdì 20 febbraio.
Il villaggio di Bilin è da tempo divenuto un simbolo mondiale della lotta popolare contro l'occupazione, contro il furto delle nostre terre e contro la segregazione razziale.
Il prossimo venerdì 20 febbraio, saranno 4 anni di lotta popolare senza sosta.Per 4 anni il popolo di Bilin ha resistito coraggiosamente all'espansione degli insediamenti dei coloni sulle terre palestinesi. Questo popolo si rifiuta di arrendersi nonostante la violenta repressione causa di centinaia di feriti e di arresti.
Per 4 anni siamo stati insieme a Bilin. Palestinesi, Israeliani ed attivisti internazionali. Insieme diciamo no all'apartheid, No all'occupazione e no al muro.Il prossimo venerdì manifesteremo a Bilin contro il muro e per un futuro comune. Speriamo che molti israeliani saranno qui a partecipare alla lotta.

Per favore tenetevi liberi per il 20 febbraio
Seguiranno dettagli per il trasporto da Tel Aviv e Gerusalemme.
La Coalizione contro il Muro"
Link collegato: http://ilanisagainstwalls.blogspot.com

Ilan Shalif (AAtW)
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

mercoledì 11 febbraio 2009

Da Scelba a Tambroni... fulmini e tuoni

Da Scelba a Tambroni... pardon.... da Scelba a Maroni.... fulmini e tuoni.

Dopo aver bastonato gli operai della Fiat di Pomigliano D'Arco, lo Stato, gendarme dei padroni di ogni risma, privati o pubblici che siano, scatena la sua forza militare repressiva contro i lavoratori della ISSNE di Milano.
A chi si scandalizza diciamo che questo è il suo ruolo. Reprimere o fiaccare ogni forma di rivendicazione economica delle classi subalterne.
La metodologia è funzione della contingenza e di chi sta al potere.
La carota somministrata dai sindacati collaborazionisti dei governi di centrosinistra è l'altra faccia della medaglia del bastone dei governi di destra. Il risultato è sempre: ricchezza per loro e miseria per noi.

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da indy svizzera
Da 9 mesi gli operai presidiano la fabbrica per impedire al padrone Genta di fare un'operazione speculativa.

INNSE: Operai picchiati e manganellati brutalmente dalla Polizia

Questa notte (Martedì 10 Febbraio) alle ore 3,00 il padrone Genta scortato da duecento tra poliziotti e carabinieri e' tornato all'assalto degli operai, che da nove mesi presidiano la fabbrica per impedire al padrone di portare via i macchinari.

”Eravamo in tanti grazie alla solidarietà di tutti”, scrive un operaio sul Blog della INNSE, “ma loro erano molto di più. Genta è entrato come un ladro, dal retro in maniera subdola e usando la violenza delle forze dell'ordine per contrastarci. Lui stesso con una ruspa ha sfondato i cancelli togliendo tutto quello che avevamo messo davanti per impedirgli l'entrata.”

Qui c’è stato poi il primo scontro con le forze dell'ordine che hanno aggredito gli operai: “Chi è caduto è stato manganellato senza pietà, persino due pensionati che avevano portato la loro solidarietà.”
Alla richiesta degli operai di far entrare un delegato della R.S.U e un delegato del sindacato per controllare che Genta non stesse smontando imacchinari, c'è stato un no secco della polizia.

Successivamente gli operai hanno subito una nuova carica, ancora più selvaggia della precedente, nella quale sono stati accerchiati e colpiti ai volti. Tre operai poi sono stati portati al Pronto Soccorso col naso rotto e con lesioni alla testa.
Secondo“Il Messaggero” anche sei carabinieri e un dirigente di polizia sono stati feriti dai lanci di pietre e chiavi inglesi con cui gli operai hanno cercatodi difendersi.

Dopo alcune trattative, alle 7.30, due rappresentantisindacali sono riusciti a entrare nella fabbrica per verificare la situazione. Alle 11.45 poliziotti e carabinieri si ritirano, di fronte all'opposizione degli operai ancora una volta il piano di Genta è fallito.

«Le forze dell’ordine che picchiano degli operai per permettere al proprietario dell’azienda di portar via dei macchinari lasciando così senza lavoro 49 famiglie: questo è quello che ho visto stamattina all’alba difronte alla Innse», ha dichiarato l’eurodeputato di Rifondazione, Vittorio Agnoletto, che era presente al presidio degli operai.
«Non volevo credere aimiei occhi, queste scene pensavo appartenessero ormai ad un lontano passatoo ai documentari cinematografici, una vergogna per uno Stato fondato sul lavoro come recita la nostra Costituzione».

Il consigliere regionale del Prc Luciano Muhlbauer parla di «una carica dei carabinieri assolutamente indiscriminata durante la quale sono stati presi a manganellate sulla testa gli operai, un sindacalista della Fiom e anche il sottoscritto, nonostante la sua qualifica di Consigliere regionale fosse conosciuta dai responsabili di piazza».

Dura anche la presa di posizione della Fiom-Cgil: «Quello che è accaduto alla Innse è gravissimo. È il segno della volontà di mettere a tacere, con la violenza, i lavoratori.
È il segno della volontà di piegare chi in questo paese si oppone alla logica della chiusura degli stabilimenti e dei licenziamenti. La Fiom di Milano sta con i lavoratori, con gli operai della Innse, con chi difende il proprio posto e la propria dignità».

*13 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE!* *LAVORO PER TUTTI! DIRITTI ED ISTRUZIONE PER TUTTI!* *NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!*

Ormai è chiaro a tutti: la drammatica crisi economica e finanziaria viene gestita dalle imprese, dal

Governo insieme a CISL, UIL ed UGL ed i costi vengono scaricati sul lavoro dipendente, sui giovani, sui pensionati. Questa crisi mette a nudo le ipocrisie di un benessere, che era invece fondato sulla riduzione dei diritti e dei salari, sull’indebitamento in banca e sull’estensione della precarietà sociale quale modello di funzionamento delle imprese e della società.

Sono così aumentate le disuguaglianze sociali mentre la ricchezza prodotta dal lavoro se ne va ad ingrassare la rendita e i profitti. I tagli alla spesa pubblica e sociale (scuola, ricerca, sanità, pensioni) puntano a dividere e contrapporre lavoratori dipendenti privati e pubblici, a colpire le donne con l’innalzamento dell’età pensionabile. Si fa scempio della scuola pubblica con una destrutturazione profonda, causa di future disuguaglianze e precarietà. Si svuotano le norme per la sicurezza nei posti di lavoro a fronte di una strage infinita.

La finanziaria e il decreto anticrisi approvati dal governo confermano la volontà di umiliare il mondo del lavoro con bonus e social card. Invece ingenti risorse pubbliche vengono trovate per salvare il sistema finanziario, ma non per sostenere le condizioni materiali di vita dei lavoratori e dei precari.

Ma non basta: ecco allora i pessimi accordi realizzati dal Governo con le Associazioni imprenditoriali e con sindacati collaborazionisti quali CISL, UIL e UGL. Il nuovo accordo sul modello contrattuale prevede poi la riduzione del potere d’acquisto dei salari nel Contratto Nazionale e una contrattazione di 2° livello che dipende dalla redditività delle imprese e quindi dallo sfruttamento intensivo della produttività dei lavoratori, con possibile deroga dal CCNL. Gli Enti Bilaterali, nuove forme di collaborazionismo sindacati/imprese, garantiranno uno sfruttamento più razionale, senza conflitti e rivendicazioni.

Intanto cresce il ricorso alla cassa integrazione, sono migliaia i licenziamenti di lavoratori a termine, la minaccia di chiusura di diversi stabilimenti produttivi indica l’aggravarsi della crisi e il conseguente degrado sociale che si sta determinando.

Per rispondere a tutto ciò è necessaria un’ampia e continua mobilitazione sociale, nelle categorie ed in ogni posto di lavoro.

La FdCA sostiene perciò gli scioperi indetti il 13 febbraio dalla FIOM e dalla FP della CGIL e per quanto riguarda la scuola dall’Unicobas. E’ auspicabile la convergenza di quella parte di CGIL ancora ferma sul baratro e di tutto il sindacalismo di base, del movimento della scuola/università e dell’auto-organizzazione sociale.

Occorre una piattaforma del sindacalismo conflittuale per l’unità dei lavoratori su:

- blocco dei licenziamenti e cassa Integrazione a rotazione all’80% per tutti i lavoratori colpiti

- aumento nel tempo e nella quantità della indennità di disoccupazione;

- disapplicazione della legge Bossi-Fini per i lavoratori stranieri licenziati

- aumenti salariali sganciati dalla produttività e recupero del drenaggio fiscale

- disapplicazione dei provvedimenti Gelmini e Brunetta per scuola e Pubblico Impiego

- pieni diritti e libertà sindacali nei posti di lavoro per l’auto-organizzazione dei lavoratori

- contro ogni sanzione e repressione dell’autonoma attività di lotta e rivendicazione sindacale

*Federazione dei Comunisti Anarchici – Commissione Sindacale*

Febbraio 2009

lunedì 9 febbraio 2009

Palestina-Israele, 73 anni, 60 anni, 40 anni... e 4 anni di lotte unitarie a Bil'in

e la lotta continua

Sono passati 73 anni dalla prima rivolta palestinese del 1936 contro il complotto per allocare i 2 lati del Giordano per il progetto sionista. Sono già 60 anni da quando il 75% delle terre palestinesi ad ovest del Giordano furono "allocate" allo Stato israeliano. Sono quasi 41 gli anni dopo la guerra del 1967 in cui Israele conquistò il rimanente 25% della Palestina... ma la marea sembra stia cambiando. Alla fine del quarto anno di lotta unitaria a Bil'in contro il muro della separazione - che si presuppone dovesse servire a mettere al sicuro quel bottino del 25% arraffato nel 1967, pare che i sionisti israeliani inizino ad accettare l'idea che non avranno mai tutta la Palestina. ... E la lotta unitaria a Bil'in, Ni'ilin, ed Um Salmuna continua.

BIL'IN

manifestazione a Bil'in di venerdì 6.2.09 su http://www.youtube.com/watch?v=Ag81d2MXD-c

Durante la manifestazione di venerdì 6 febbraio le forze di stato sono rimaste sulle loro dall'altra parte della strada del muro della separazione... limitandosi solo a buttarci addosso i gas lacrimogeni. Comunque, dopo che la manifestazione era ritornata al villaggio, autoblindi militari sono entrati nella periferia del villaggio per una dimostrazione di forza.

Estratti dal resoconto di un esponente del comitato popolare del villaggio di Bil'in:

" l'esercito ha lanciato bombolette di gas lacrimogeno per disturbare la folla, causando problemi di respirazione a decine di manifestanti e ferendone due: Adib Aburahma e Abdullah Aburahma.

L'esercito israeliano compie delle incursioni sul villaggio quasi ogni giorno. Ci sono stati scontri tra l'esercito e gli abitanti del villaggio. Alcuni sono stati presi. Queste azioni di Israele non sono altro che una forma di punizione collettiva che punta a diffondere la paura tra la gente per indurla a rinunciare alla resistenza contro l'occupazione. Il Comitato Popolare contro il muro non smette di incoraggiare la gente a continuare la resistenza contro il muro e contro l'occupazione senza curarsi delle minacce dell'esercito.

Per maggiori informazioni:
Abdallah Abu Rahmah- Comitato Popolare di Bil’in
e-mail – lumalayan@yahoo. com"
www.bilin-ffj.org

UM SALMUNA

Le manifestazioni del venerdì a Um Salmuna sono relativamente tranquille. I partecipanti sono poche decine di attivisti del villaggio e della regione, attivisti internazionali ed un contingente di israeliani di Anarchici Contro il Muro. In genere si svolge una manifestazione dal villaggio fino all'ingresso sull'autostrada. Lì c'è il filo spinato che le forze di stato israeliane hanno messo per impedire qualsiasi accesso all'autostrada.

L'azione più combattiva è quella in cui i bambini si mettono a giocare col filo spinato ed i soldati gli urlano di smetterla. Ma questo venerdì 6 febbraio è arrivato un nuovo comandante il quale ha annunciato punizioni per chi toccherà il filo spinato che nella prossima settimana verrà spostato di 200 metri verso il villaggio. Dopo di che, ogni volta che il filo spinato verrà toccato, si provvederà a spostarlo di altri 200 metri verso il centro del villaggio. Un gendarme della polizia di confine ha voluto precisare: "Mica mi preoccupa di meno se voi manifestate ciascuno a casa sua."

Le forze di stato hanno cercato -ma senza riuscirci- di arrestare un esponente del comitato popolare del villaggio ed un attivista degli Anarchici Contro il Muro. Tuttavia il nuovo comandante ha tuonato che in futuro si procederà seriamente agli arresti.

Ilan Shalif (AAtW)

(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

venerdì 6 febbraio 2009

COMUNICATO STAMPA dell'Assemblea permanente antirazzista

COMUNICATO STAMPA

Oggetto: manifestazione antirazzista

Domenica 8 febbraio 2009, con partenza alle 16.30 dalla stazione FFSS di Nettuno, un colorato corteo interetnico sfilerà per le vie della città per riaffermare la necessità di una società multiculturale, vicina ai deboli e per chiedere pieni diritti di cittadinanza per i migranti che fuggono da guerra e fame per migliorare le proprie condizioni di vita, lavorando nostro Paese nel rispetto delle leggi.

Il vile gesto xenofobo compiuto a Nettuno la notte tra sabato e domenica scorsi ci riempie di sgomento. Mai tanta cieca violenza aveva attraversato le nostre strade. Singh, un ragazzo di origine indiana è stato picchiato a sangue e dato alle fiamme mentre dormiva nella stazione ferroviaria. Singh è ricoverato in condizioni molto gravi al S.Eugenio di Roma e la prognosi è ancora riservata.

Esprimiamo viva solidarietà a Singh, la sua famiglia e a tutta la comunità indiana, presente nel nostro territorio da oltre vent'anni, stimata ed impegnata sia nel commercio che nel settore agricolo.

Contestiamo chi vuole in modo ipocrita e strumentale far passare questi episodi razzisti come bravate giovanili, gesti dovuti all’uso eccessivo della droga e dell’alcool.

La chiara premeditazione con cui è stata perpetuata questa aggressione spaventosa dimostra l'intenzionalità degli aggressori. Fermarsi ad una pompa di benzina, prendere del carburante, entrare in stazione, picchiare un giovane, dipingergli il volto di vernice grigia, cospargerlo di benzina ed infine appiccare il fuoco, non sono gesti prodotti da “ricerca sfrenata di emozioni” ma sono atti consci e, drammaticamente, studiati, come pure la scelta di un uomo indifeso e in una condizione di vita disagiata.

Obiettivo fondamentale della manifestazione sarà l’intrecciarsi delle culture e delle nazionalità, per una realtà sociale di condivisione e rispetto che lavora per sradicare l’odio contro il diverso.

Il cosiddetto “Pacchetto sicurezza”, che verrà votato domani al Senato, prevede una serie di norme che restringono i diritti dei migranti e ne aumentano la precarietà dell’esistenza, rendendo possibile il ripetersi di episodi come quello di Nettuno. Se il pacchetto sarà approvato, chi è senza permesso di soggiorno rischia di essere denunciato dal medico se va al Pronto Soccorso, non potrà più riconoscere i figli e le figlie, sposarsi o inviare i soldi a casa. Il DDL prevede inoltre l’aumento della detenzione nei CIE (ex CPT) fino a 18 mesi , l’aumento della tassa per la richiesta o il rinnovo del permesso di soggiorno. Viene, inoltre, introdotto anche il reato di ingresso e soggiorno illegale nello Stato.

Ma che “pacchetto sicurezza”, cittadinanza per tutti!

Assemblea permanente antirazzista

Nettuno, 04.02.2009

Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco

Ieri 5 Febbraio gli operai della Fiat di Pomigliano d'Arco, nel corso di una manifestazione per la difesa del posto di lavoro, hanno subito un pesante attacco da parte della polizia di Stato con un impiego di forze enormi, elicotteri compresi.
Numerosi i contusi e 7 lavoratori sono stati fermati dalla Polizia e successivamente rimessi in libertà ma denunciati.
E' il risultato del nuovo corso dell'alleanza padronato-Stato-mercanti sindacali : tutto ciò che sfugge al controllo di questa triade non deve esistere. Il conflitto di classe non è ammesso.
Coprire mediaticamente e reprimere duramente, queste sono le nuove parole d'ordine.
La fiat di Pomigliano ha 5000 lavoratori in cassa integrazione di cui 300 apprendisti che non hanno manco quella; ieri per attirare l’attenzione e rompere la dittatura mediatica che esclude in partenza le lotte sindacali/sociali, hanno occupato l’autostrada e sono stati pestati.

A loro va tutta la nostra solidarietà.


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Segnaliamo inoltre un'iniziativa di solidarietà pratica:

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SERATA DI SOLIDARIETA con I LICENZIATI DI POMIGLIANO

Gio, 05/02/2009 - 15:11
autore:
spazio sociale ex-51
Roma 7 Febbraio cena di solidarietà con i licenziati di POMIGLIANO D'ARCO

SOLIDARIETÀ PER I LICENZIATI FIAT DI POMIGLIANO D’ARCO
Sabato 7 Febbraio Alle ore 20,30 Presso lo Spazio Sociale Occupato Ex 51
Via Bacciarini 12 (Valle Aurelia) Roma

CENA DI SOTTOSCRIZIONE PER LA CASSA DI RESISTENZA PER GLI OPERAI LICENZIATI DALLA FIAT DI POMIGLIANO

SOSTIENI LA CASSA di RESISTENZA:

"Domenico Mignano Cassa di Resistenza contro i Licenziamenti" coordinate bancarie :
SAN PAOLO BANCO DI NAPOLI FILIALE 00125
IBAN IT72 Z010 1003 4250 4120 0000 817

Spazio Sociale Occupato Ex 51
Confederazione Cobas
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lunedì 2 febbraio 2009

Palestina-Israele, ancora un'altra settimana di lotta unitaria degli Anarchici Contro Il Muro contro il muro della separazione e contro l'occupazione

Bil'in, Ni'ilin, Um Salmuna Tel Aviv (Jafa)

Mercoledì 28 gennaio abbiamo partecipato alla manifestazione contro il muro a Ni'ilin dove abbiamo visitato la mostra sull'Olocausto http://www.ynet.co.il/articles/0,7340,L-3662608,00.html all'interno del municipio. Venerdì 30 gennaio abbiamo partecipato alla consueta manifestazione contro il muro a Bil'in, Ni'ilin, ed Um Salmuna. A Bil'in c'era a darci man forte il gruppo di sinistra Fronte di Lotta Popolare Palestinese. C'è stata anche una seconda manifestazione guidata da 3 donne del villaggio che ci hanno portato fino al recinto elettronico. Ad Um Salmuna il comitato locale ha osato guidare la manifestazione fino alla vicina autostrada - cogliendo di sorpresa e superando le forze di stato israeliane al posto di blocco. Un alto ufficiale ha fatto arrestare un membro del comitato del villaggio e confiscato i documenti ai manifestanti. Tuttavia, dopo 10 minuti di presidio, la manifestazione si è conclusa e sono stati rilasciati sia l'esponente palestinese che i documenti di identità.

Sabato 31 gennaio 2009, alle 15:00, protesta a Gan Hashnaim (Yefet st. angolo del Dr. Erlich), con la proiezione di testimonianze da Gaza, installazioni artistiche e spettacoli.

Ja'ayus 23-1-2009 - link al video su
http://il.youtube.com/watch?v=nxnhDdMeQxg

BIL'IN

Video della manifestazione del 23-1-09 su
http://www.youtube.com/watch?v=vUdhNq2Na1c
Video della manifestazione del 30-1-09 su http://il.youtube.com/watch?v=NibvpvDgiH8
Come è accaduto nelle scorse settimane, quando 2 manifestanti hanno appeso bandiere sul cancello del muro della separazione, le forze di stato ci hanno accolto con i gas lacrimogeni. Dopo esserci ricompattati, tre donne palestinesi hanno marciato verso il cancello, sono entrate sulla strada ed hanno iniziato a scuotere il recinto elettronico, mentre urlavano contro i soldati israeliani. Le forze di stato, apostrofate dalle 3 donne, hanno interrotto i lanci per alcuni minuti ed altri manifestanti hanno raggiunto le donne.

Subito dopo le forze di stato hanno ricominciato i lanci di gas costringendoci gradualmente a ritirarci verso il villaggio.

Di seguito estratti dal resconto stilato da Iyad Burnat- dirigente del comitato popolare di Bil'in:

"Decine di persone hanno sofferto ["solo"] per le inalazioni di gas lacrimogeni durante la manifestazione settimanale a Bil'in
venerdì, 30 \ 1 \ 2008

"Il corteo era composto da quadri, esponenti e sostenitori del Fronte di Lotta Popolare Palestinese (dalla Cisgiordania), con striscioni e slogan inneggianti all'unità ed alla rimozione degli insediamenti coloniali, del muro e dell'assedio a Gaza."

"Khamis Fathi Abu Rahma ha lasciato l'ospedale ieri dopo essere stato ferito alla testa da un nuovo tipo di gas, corretto dai soldati israeliani, che gli ha causato una frattura ed una forte emoraggia al cranio, in una situazione in cui i soldati israeliani puntavano deliberatamente i loro fucili verso le teste dei manifestanti, specialmente quando sparavano i gas".

NI'ILIN

manifestazione di Ni'ilin del 21-1-2009

Report del Professor Uriel Prokachia su una precedente manifestazione contro il muro

Venite a Ni'ilin - fare un'esperienza diretta di quello che succede ogni venerdì in questo villaggio vi metterà in grado di prendere una decisione etica su diverse questioni

Ogni venerdì, si svolgono nel villaggio palestinese di Ni'ilin di 5000 abitanti, manifestazioni contro il muro che separa il villaggio dai suoi campi.

Le attività di protesta hanno dato luogo a scontri tra gli abitanti del villaggio e le forze di sicurezza, con morti tra i palestinesi, diversi feriti da entrambe le parti e distruzioni. Naturalmente, una simile violenza solleva una seria questione etica. Noi "consumiamo" ogni settimana i resoconti contrastanti degli abitanti del villaggio e delle forze di sicurezza, in cui ogni parte accusa l'altra di avere la responsabilità della tragedia.

Venerdì 21 gennaio, ho deciso di andare a Ni'ilin senza alcun pregiudizio per vedere con i miei occhi cosa succede, senza attendere i resoconti di parte. Probabilmente quello che ho visto è solo un aspetto di un quadro più complesso di cui non sono riuscito a cogliere pienamente il significato, ma è bastato solo un aspetto per preoccuparmi seriamente.

Ni'ilin è un pittoresco villaggio ai piedi delle colline a nord di Modi'in. La maggior parte delle terre del villaggio sono state espropriate dopo la Guerra dei 6 Giorni [1967] per "ragioni di sicurezza" e vi sono stati costruiti degli insediamenti (israeliani, ndt) tra cui Modi'in Illit, Hashmonaim, Kiriat Sefer, e Nili. Il muro di sicurezza si è mangiato una vasta area di terreni di quel poco che era rimasto al villaggio - anche se l'Alta Corte di Giustizia è intervenuta per modificare il percorso del muro. Comunque, per gli abitanti del villaggio è dura accettare la perdita dei mezzi di sostentamento per molte famiglie e si intensifica il sentimento di strangolamento economico ed emotivo loro imposto dall'inizio dell'occupazione.

Venerdì 21 gennaio, alle 10:00 del mattino, il villaggio appariva calmo e sereno. I mercanti stavano davanti alle loro botteghe, la gente conversava nei vicoli e piccole greggi di pecore e capre venivano portate al pascolo da giovani adolescenti.

Gradualmente, circa 200 persone hanno iniziato a convergere su un'alta collina di fronte al lontano muro che separa il villaggio da una parte e gli insediamenti di Modi'in Illit e Hashmonaim dall'altra.
La maggior parte della gente viene dal villaggio, comprese donne e bambini. Ho contato una dozzina di manifestanti di fuori che esprimevano il loro appoggio alla lotta contro il muro. A circa uno o 2 chilometri dalla collina del raduno già si vedevano le jeep delle guardie di confine posizionate tra gli ulivi.

Poco dopo la gente ha formato un corteo. Soldati e polizia israeliana tutti intorno. Solo 5 minuti dopo, senza alcun atto di violenza da parte dei manifestanti e persino prima ancora che la testa del corteo si muovesse, le forze di stato hanno iniziato ad inondare tutta l'area di gas lacrimogeni.

I giovani hanno iniziato a lanciare pietre, ma solo per poco tempo, dato che i gas si facevano sentire. E' impossibile resistere dentro la nuvola prodotta dai gas lacrimogeni. Il gas ti acceca e ti blocca la respirazione.

Tutte le persone, ed io pure, ci siamo riparati nelle case. Le persone della casa in cui mi sono riparato hanno chiuso tutte le porte e le finestre per impedire al gas di entrare. Le forze di sicurezza sono entrate inquadrate e baldanzose nel villaggio ed hanno occupato la piazza centrale. Da lì hanno iniziato a sparare gas verso le case. Tutto il villaggio era immerso in una nuvola di gas. Anche la casa dove mi ero riparato è stata inondata dal gas a causa di alcuni spiragli nelle porte e nelle finestre.

Io ed i miei cortesi ospiti, a cui non ero stato presentato, abbiamo iniziato a versare lacrime come il Mississippi... ma finito l'effetto stavano tutti abbastanza bene, tranne forse i bambini, gli anziani e le persone con problemi respiratori.

A quel punto ero convinto che il programma del venerdì fosse finito e che potevo tornare alle mie cose. Ma le forze di stato la pensavano diversamente. Gli spari continuavano senza sosta. Tutto il villaggio era chiuso nelle case e sommerso da una puzzolente nuvola di gas. Il tempo passava, l'una e mezza, le due e mezza, le tre... e i lanci di gas proseguivano. So quello che è successo dopo solo dai racconti che ho sentito, perchè i miei ospiti mi hanno indicato una via d'uscita dal villaggio verso l'autostrada, che aggirava l'area degli spari.

Probabilmente chi mi legge potrò dubitare di questo mio resoconto, oppure dirà che è tutto soggettivo.... Eppure, la questione etica che qui sorge è importante. Ciascuno di noi deve dotarsi di uno sguardo personale e reale che gli illumini la via. E c'è un solo modo per farlo: sacrificare i piaceri di un venerdì e venire a Ni'ilin per farsi un'esperienza diretta nel villaggio. Ne vale la pena. Gli abitanti sono amichevoli con gli ospiti, la vista è meravigliosa, almeno per i pochi minuti in cui puoi godere di tutto ciò senza avere gli occhi che ti lacrimano.

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Il Professor Uriel Prokchia è il dirigente del programma M.A. in legge nel centro interdisciplinare del college di Hertzelia

Related Link: http://ilanisagainstwalls.blogspot.com
Ilan Shalif (AAtW)
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)