giovedì 2 aprile 2009

Dati sulla truffa del TFR nei fondi pensione

Fondi pensione: nel 2008 in fumo buona parte del tfr versato.

Tra mancato guadagno e perdite chi ha conferito ai fondi il tfr ha perso l8,4%.
Nei comparti che investono sui prodotti azionari perso oltre il 17% medio.

Rilanciare la previdenza pubblica.
Diritto al recesso per i lavoratori iscritti ai fondi chiusi, e cancellazione del silenzio assenso.

Nel 2008 i maggiori fondi di categoria gestiti da imprese e cigl, cisl e uil, hanno perso mediamente il 5%, mentre Tfr in azienda si è rivalutato del 3,4%. Tra mancato guadagno e perdite realizzate chi ha conferito ai fondi il tfr ha perso oltre l8%.
La perdita del 2008 si aggiunge a quella del 1% medio del 2007.

I comparti più aggressivi che investono sui prodotti azionari, nel 2008 hanno perso oltre il 17%. Ad es. Fonchim perde il 25,1%, Cometa il 15,7%, Fondenergia dinamico il 19,6%, Cooperlavoro il 17,1%, Previcooper Dinamico il 17,4%, Gommaplastica Dinamico il 21,9%, Fonte il 10,6%.

E utile ricordare che i sostenitori dei fondi considerano la linea di investimento su azioni come la più adatta per incrementare i versamenti!
Le linee più prudenti e conservative rendono sempre poco e quasi sempre meno del tfr.
In nove anni i fondi operativi dal 2000, a fronte ad un rendimento del tfr del 27,7% hanno fatto perdere da un minimo del 7,3% (Cometa) ad un massimo dell8% (Fondenergia).

La crisi dei mercati finanziari travolge anche i fondi pensione aperti. Infatti su 353 linee di fondi pensione aperti con almeno 1 anno di vita, più della metà, 218 linee, pari al 62% del totale, ha fatto registrare rendimenti negativi.
I numeri e il volume delle perdite, l'esplosione della crisi finanziaria, il crollo dei valori azionari hanno reso evidente a tutti che nel conferimento del tfr ai fondi pensione c'è solo un forte rischio per il salario dei lavoratori e un forte guadagno, a prescindere dalla resa dellinvestimento, per i gestori, le banche e gli speculatori che hanno la possibilità di giocare con i soldi dei lavoratori.

E necessario pertanto rilanciare la previdenza pubblica, quale strumento universale per il mantenimento del reddito percepito prima del pensionamento e opporsi alla riduzione delle pensioni attese con taglio delle aliquote su cui calcolarle e all'aumento dell'età pensionabile.

Rivendicare per i lavoratori iscritti ai fondi chiusi il diritto (oggi negato) al recesso e ad interrompere i versamenti e richiedere quanto versato, e la cancellazione per i nuovi assunti del silenzio assenso per il passaggio del tfr ai fondi pensione.

Il governo interviene con consistenti finanziamenti ai pescecani della finanza, banche, ed aziende; taglia pensioni, salari e servizi sociali.

Milano 2/2/2009
A cura dell'ufficio studi Cub-Confederazione Unitaria di Base

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Recita la relazione della Covip:"su un orizzonte temporale più ampio si evidenzia che i fondi pensione continuano a segnare rendimenti positivi: se consideriamo ad esempio il rendimento medio aggregato nel periodo 2003-2007 si rileva che lo stesso è del 25 per cento per i fondi pensione negoziali e del 25,5 per cento per i fondi pensione aperti. Nello stesso
periodo, la rivalutazione netta del TFR è stata del 14,3 per cento."
Ora ovviamente il tren dei fondi pensione nel 2007 e 2008 è vertiginosamente previpitato (-6,3% per i fondi negoziali e -14% per i fondi aperti) è calato però anche il tasso di rendimento del TFR. Da dicembre 2008 a giugno 2009 i tassi di rendimento dei fondi pensione aperti sono tornati a salire in media fino al 2.5% e quelli dei fondi aperti fino al 3% mentre la rivalutazione del Tfr si aggira sull'1,1% (dati Covip).
Questo secondo me perchè bisogna un attimo valutare.. Forse è vero che la scelta del trasferimento può sembrare meno sicura ma su un analisi di lungo periodo con un altalenarsi di trend positive e negativi del mercato l'investimento nei comparti più sicuri del mercato finanaziario non da alito a perdite rispetto alla rivalutazione del Tfr. Inoltre per quanto riguarda le casse dello stato la spesa pensionistica sta corrodendo le altre possibili spese utili..come istruzione e sanità. La spesa italiana per le pensioni si aggira attorno al 14% tra le più alte nei paesi dell'OECD. Quindi, di certo ci sono molte cose che non vanno nella gestione del sistema pensionistico, disparità e disuguaglianze ad esempio tra uomini e donne, o tra diverse categorie di lavoratori.. Una riforma va fatta e con urgenza. Occorre anche informare il lavoratore i modo maggiore. Spiegargli le necessità di tutela previdenziale e andargli incontro. Scegliendo la soluzione migliore per tutti.
AG

Anonimo ha detto...

che triste tentativo!