giovedì 27 agosto 2009

Melfi: operai LASME occupano la fabbrica

I 174 operai della LASME di Melfi hanno perso la pazienza e hanno occupato lafabbrica.

Sette operai sono saliti sul tetto della fabbrica. Una guardia giurata hasparato in aria ma non e' riuscita ad impedire l'occupazione.

La LASME di Melfi, azienda dell'indotto Fiat che produce alzavetri elettrici per auto ha deciso di trasferire la produzione in Liguria mettendo in mobilita' tutti glioperai.
Erano settimane che gli operai pazientemente presidiavano la sede dell'impresa e l'azienda. Politici, sindacalisti,amministratori, vescovi promettevano incontri risolutori, ma niente e' stato risolto.

Gia ieri 24 Agosto tutta la rabbia dei 174 operai della Lasme di San Nicola di Melfi e' sfociata nell'assalto alla sede Confindustria di Basilicata: le tute blu, arrivate a Potenza con un autobus nel primo pomeriggio, dopo aver pacificamente bloccato l'incrocio di via Di Giura in tutte le sue direzioni al grido di "vogliamo illavoro", hanno forzato il cordone degli uomini della polizia di Potenza, dirigendosi verso l'ingresso dell'associazione, al quinto piano.

All'interno degli uffici, che sono rimasti chiusi, si trovano i vertici della Lasme 2- l'azienda dell'indotto Fiat e i rappresentanti della Confindustria lucana. Per le 16 era convocato l'incontro nel corso del quale si sarebbe dovuto discutere del futuro degli operai.

Ma il dialogo ha lasciato il posto alla tensione e alla fine ha prevalso la rabbia tra i lavoratori che da un giorno all'altro hanno perso il posto.
I vertici di Confindustria, infatti, avevano vietato l'ingresso alle tute blu di Melfi, chiedendo che all'incontro partecipasse solo una piccola delegazione dioperai.

Alla fine la carica degli operai ce l'ha fatta: i poliziotti sono stati spazzati via e i manifestanti hanno guadagnato le scale e hanno occupato l'ingresso della sede dell'associazione. Piu' di cento operai in pochissimi metri. Oggi 25 Agosto gli operai hanno occupato la fabbrica per impedire alla direzione di portare via i macchinari.

L'occupazione della fabbrica è appena iniziata.

Gli operai dell'INNSE di Milano inviano un caloroso saluto ai compagni di lotta della LASME

venerdì 21 agosto 2009

Palestina-Israele, la lotta unitaria si allarga ed affronta nuove violenze da parte delle forze di Stato israeliane

Matzpen; Tel Aviv
Bani Zayid, Bil'in, Jerusalem, Ni'ilin, Tel-Aviv, Um Salmuna-Muasara

Durante la settimana gli attivisti di Anarchici Contro Il Muro sono stati coinvolti nella lotta contro lo sgombero della famiglie palestinesi da Sheikh Jarrah - quartiere di Gerusalemme; nella lotta a Tel Aviv soprattutto contro le violenze e le espulsioni ai danni dei rifugiati africani e delle famiglie dei "lavoratori ospiti" i cui figli sono nati in Israele.
Abbiamo anche parftecipato ad azioni in connessione con le lotte contro le scandolose restrizioni di forniture idriche per i palestinesi nella Cisgiordania (mentre i coloni possono usare quanta acqua vogliono prendendola dalle fonti comuni)

Venerdì abbiamo partecipato alle previste manifestazioni contro il muro e contro l'occupazione a Bil'in, Ni'ilin, Um Salmuna-Muasara... come pure all'invio di scorte d'acqua a Bani Zayid.
BIL'IN
Circa 20 Israeliani e 50 internazionali si sono uniti a uomini e donne palestinesi per la manifestazione settimanale contro il muro. La manifestazione si è mossa con slogan contro il muro, contro l'occupazione e contro l'arresto dei giovani e dei dirigenti del comitato popolare di Bil'in, accompagnate da un poema di lotta scritto da uno dei dirigenti locali.
Quando la manifestazione è giunta nei pressi del muro, ci sono stati brevi comizi in arabo, inglese ed ebraico. Un oratore afro-americano in particolare ha parlato alla folla nel suo stile politico-evangelico-pantera. Quando un pugno di manifestanti ha cercato di superare il recinto, è arrivata la prima scarica di lacrimogeni. Un giornalista palestinese è stato avvolto dai lacrimogeni tra i recinti, è stato arrestato dai soldati. La manifestazione è poi riuscita a ricompattarsi ed a scandire slogan sotto il muro. L'appello per la liberazione dei prigionieri non è stato ascoltato dai militari. Proprio quando è stata annunciata la fine della manifestazione, il cannone che spara acqua puzzolente è giunto da Ni'lin, iniziando a spruzzare liquido putrido su un'area già ammorbata dal puzzo dell'occupazione. Dopo un breve scontro a colpi di lacrimogeni, acqua puzzolente e lancio di pietre per allontanare le armi anti-manifestazioni, il corteo è ritornato al villaggio.
Bil'in 7-8-09 - link al video http://www.youtube.com/watch?v=eWKydieyOis

GERUSALEMME - Al QudsRecentemente, la lotta principale contro il progressivo sgombero di famiglie palestinesi dalle aree occupate nel 1967 nella cintura di Gerusalemme, si è concentrata nel quartiere di Sheikh Jarrah: "Dopo gli sfratti e le demolizioni delle tende a Sheikh Jarrah, Al Quds, alcuni giorni fa, ci sarà un'azione per ricostruire le tende a partire dalle 16 di oggi. Tutti sono invitati a portare il loro sostegno".
Gli attivisti di Anarchici Contro Il Muro di Gerusalemme hanno preso parte alla lotta insieme alla popolazione locale, agli internazionali e ad altri attivisti israeliani.

NI'ILIN
La manifestazione settimanale a Nil'in ha avuto inizio nel piccolo uliveto del villaggio, che è oggi ciò che rimane dopo decine anni di furto di terra da parte di Israele. I protettori di questo ultimo uliveto hanno marciato verso il muro costruito di recente. Si sono sparpagliati lungo la strada che conduce al muro e lì hanno espesso fortemente la loro protesta - ognuno a suo modo.La strada del muro a Ni'ilin è diventata chiaramente esposta a ragioni di "sicurezza" per la difesa del muro per poter poi confiscare quanta più terra è possibile, ma parte della strada corre su un piano più basso rispetto alla collina. Questo permette ai giovani di prendere a sassate i mezzi militari che si muovono per attaccare la manifestazione.Infatti alcuni manifestanti hanno iniziato a tirare sassi contro il muro e contro le forze della polizia di confine in numero strategicamente inferiore che si erano precipitate al muro. Il loro tentativo di disturbare la manifestazione con lancio di lacrimogeni non riuscì dato che il vento riportava indietro verso di loro i gas lacrimogeni.
http://awalls.org/files/images/N.preview.jpg
Ad ogni modo, quando una unità speciale della Polizia di Confine è uscita dal muro, i manifestanti hanno sciolto la manifestazione ritirandosi verso il villaggio. Non ci sono stati feriti nè arrestati.
Ni'ilin venerdì 7.8.2009 manifestazione su http://www.youtube.com/watch?v=6BmTf-gddBI

UM SALMUNA - Al-Mas'araIl primo venerdì di agosto, il comandante di reggimento della regione aveva minacciato di imporre un coprifuoco sul villaggio, per mettere fine alle incessanti manifestazioni contro il muro e contro l'occupazione. Per cui, in seguito ad una richiesta degli attivisti locali, gli Anarchici Contro Il Muro saranno nel villaggio ogni giovedì notte per garantire la manifestazione del venerdì nonostante le minacce dei militari.
"La notte prima della manifestazione, veicoli militari hanno bloccato l'ingresso al villaggio, mentre altri lo attraversavano a motori spiegati. Questa attività dei militari è la conseguenza delle minacce di un comandante dell'esercito di mettere sotto assedio il villaggio se avesse proseguito con le proteste settimanali.

Ad Al-Mas'ara decine di manifestanti palestinesi hanno protestato contro il Muro e contro gli insediamenti ed a loro si sono uniti circa 80 attivisti internazionali ed alcuni attivisti Israeliani.I manifestanti hanno marciato verso il muro dell'apartheid portando bandiere di Al Fatah ed un messaggio diretto ai militanti di Fateh da parte del movimento di resistenza popolare perchè Al Fatah adotti questa strategia in futuro unitamente ad un messaggio per mettere al primo posto l'unità dei palestinesi. I manifestanti hanno marciato verso le loro terre chiedendo l'immediata fine dell'occupazione israeliana e della colonizzazione della Palestina.
Come al solito, le forze di occupazione israeliane hanno messo il filo spinato sulla strada all'uscita del villaggio ed hanno fermato la manifestazione, negando alla gente il diritto ad accedere alla loro terra. I manifestanti si sono opposti ai soldati parlando con loro in arabo, in ebraico ed in inglese. Alcuni manifestanti si sono intrattenuti più a lungo incoraggiando i giovani soldati a non servire un esercito di occupazione.

"TEL AVIV
Durante la settimana, è proseguita la lotta contro la deportazione dei rifugiati e delle famiglie dei lavoratori stranieri con figli nati in Israele. Questa lotta si sta guadagnando un appoggio sempre più alto - tra cui quello della squadra di calcio locale della Hapoel (il lavoratore). Una gigantesca bandiera dice: "chi non è rifugiato qui". All'inizio la polizia ha cercato di impedire che la bandiera entrasse nello stadio. L'intervento dei dirigenti della Hapoel ha costretto la polizia a ritirare il divieto. http://www.zix.co.il/images/z-1315409316.jpg
Convoglio di ACQUA contro la seteSono stati arrestati degli attivisti con l'accusa di aver affisso volantini riportanti l'interruzione delle forniture idriche a Tel Aviv nel contesto delle restrizioni di acqua imposte alla Cisgiordania occupata. Sono accusati di "distruzione della proprietà" e persino di "incitazione".
(http://www.ynet.co.il/articles/0,7340,L-3758179,00.html - In ebraico).
Dopo 5 ore sono stati rilasciati dietro cauzione. Ecco un post diffuso sulla nostra mailing list:"... e molte grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto, persino dormendo(?) all'ingresso della stazione di polizia. :)
"Manifestazione di giovedì convocata di fronte all'ufficio della autorità delle acque a Tel Aviv.venerdì:Cento israeliani si sono mossi da Tel Aviv e Gerusalemme per un convoglio di solidarietà con il villaggio palestinese di Qarawat Bani Zeid nel distretto di Ramallah, portando loro decine di ettolitri di acqua – dato che il villaggio viene lentamente disidratato dalle autorità israeliane.
Nel villaggio gli israeliani si sono incontrati con i dirigenti palestinesi locali ed insieme hanno portato l'acqua nelle case di tutto il villaggio. Nel suo discorso alla folla, Fuad Arar, sindaco del villaggio, ha detto: "Qui sotto i nostri piedi vi è un'enorme riserva di acqua, ma non ci è permesso di scavare dei pozzi. Per il governo di Israele, che è peggio di un bombardamento. La nostra fonte, da cui il villaggio ha preso l'acqua per generazioni, è oggi sotto il controllo di Israele, ed a noi resta meno della metà di acqua necessaria al villaggio. In molte case non arriva acqua dal mese di marzo di quest'anno. Noi vogliamo la pace – ma come possiamo fare la pace quando Netanyahu decide quanta acqua possiamo bere? "http://awalls.org/files/images/W.preview.jpg
Il convoglio fa parte di una nuova campagna, portata avanti dagli Anarchici Contro Il Muro insieme ad una coalizione di molti altri gruppi israeliani, palestinesi ed internazionali, ONG e partiti politici, nel tentativo di rompere l'assedio dell'acqua imposto alla Palestina. Per un report più ampio sul convoglio e sui partners israeliani vedi http://zope.gush-shalom.org/home/en/events/1249741341
Un reporti di stampa ed un video sul convoglio è reperibile su: VIDEO DA QARAWAT BANI ZAYID http://news.walla.co.il/?w=/9/1534180
Link esterno: http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/

Ilan Shalif (AAtW)
(traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali)

martedì 11 agosto 2009

L'INNSE FA SCUOLA...7 OPERAI SU UNA TORRE A MARCELLINA‏

L'Innse fa scuola di protesta. A Marcellina operai su una torre

A quanto pare, di forme di protesta anche disperate come questa, dovremo vederne ancora diverse non solo la INNSE, sono i primi sintomi di resistenza sociale alla crisi, che è tutt'altro che superata.Forse, se gli analisti lo confermeranno, è passata solo la prima fase per i BANCHIERI e i PADRONI per la parte della crisi finanziaria, non certo per quella economica che con la piena legittimazione e sostengo dei governi, vorrebbero far pagare fino all'ultimo centesimo e all'ultimo secondo ai lavoratori e lavoratrici, alle loro famiglie e ai settori delle classi subalterne e a sfruttati-e

Resistere e collegarsi oggi tra le varie forme di resistenza sociale alla crisi, serve per provare a svilupare il conflitto sociale di classe nel prossimo futuro.

Esecutivo Unione Sindacale Italiana
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Come gli operai della Innse di Milano. Da stamattina [ieri, ndr] sette operai della ditta Calci idrate Marcellina (Cim), alle porte di Roma, protestano su una torre miscelatrice alta 37 metri per scongiurare la chiusura della loro azienda.
L'idea di rimanere ad oltranza l'hanno copiata, come hanno ammesso, dai lavoratori della Innse.

Durante le 12 ore della protesta nessun rappresentante, né di maggioranza, né dell'opposizione è andato dagli operai a testimoniare solidarietà.

mercoledì 5 agosto 2009

SOLIDARIETA' AGLI OPERAI DELLA INSSE

QUANDO IL PADRONE CHIAMA, I SERVI ACCORRONO SOLERTI AI SUOI PIEDI.

Questo succede a Milano, dove gli operai e le operaie della INNSE si sono ritrovati la fabbrica militarizzata dalle forze dell'ordine a prevenire la reazione dei lavoratori.
Dov'è il Comune di Milano? dove sono i partiti politici? dov'è la lega di Bossi, la strenua difenditrice del lavoro dei milanesi?
è ovvio: a leccare i piedi dei potenti speculatori milanesi, pronti a gonfiarsi le tasche con tutti i soldi che arriveranno con l'expo.

PIENA SOLIDARIETA' AGLI OPERAI E ALLE OPERAIE DELLA INNSE IN LOTTA CONTRO LA SPECULAZIONE PER DIFENDERE LA LORO UNICA FONTE DI SOPRAVVIVENZA

Di seguito un comunicato dell FIOM
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La Segreteria nazionale della Fiom esprime una fortissima condanna per l’intervento della polizia all’Innse di Milano, intervento che ha lo scopo di permettere al proprietario delle macchine di smantellarle e distruggere ogni speranza di lavoro. (...)
(www.fiom.cgil.it)

Da un anno i lavoratori dell’Innse presidiano la fabbrica per riprendere l’attività. L’Innse è una fabbrica con macchinari di alta tecnologia, con mercato e possibilità produttive, purtroppo finita in mani speculative che, avendo speso poche centinaia di migliaia di euro per acquistare l’azienda, ora pensano di ottenere milioni di euro vendendo i macchinari e lasciando i lavoratori sul lastrico.

Da pochi giorni si era riaccesa la speranza perché la Regione Lombardia aveva dichiarato la disponibilità a seguire la vicenda, verificando l’interessamento di altri imprenditori. Si erano avute assicurazioni informali che nulla sarebbe avvenuto durante le ferie estive.

Su questo c’era stato un preciso pronunciamento unanime del Consiglio regionale della Lombardia. Invece nella mattina del 2 agosto, prima domenica della fermata generale per ferie, un ingente schieramento di forze di polizia, carabinieri, guardia di finanza, assolutamente sproporzionato e comprensibile solo nel tentativo di fare un’assurda prova di forza, ha occupato militarmente lo stabilimento.

Gravissima questa decisione, che favorisce un’operazione speculativa ai danni del lavoro, da parte di un imprenditore che proprio in questi giorni subisce un’altra causa da parte della società proprietaria delle aree.
Il blitz della polizia è assolutamente sospetto e pare dovuto proprio alla scelta di impedire, quando si vedeva uno spiraglio, la soluzione della vertenza.

La Segreteria nazionale della Fiom è insieme ai lavoratori dell’Innse per testimoniare la totale solidarietà di tutti i metalmeccanici alla loro lotta e per condannare la scelta del Ministero degli Interni di utilizzare le forze dell’ordine per difendere la speculazione contro il lavoro. Nulla sarà lasciato di intentato, nonostante il periodo feriale, per far sentire ai lavoratori dell’Innse il sostegno e la solidarietà di tutti i metalmeccanici.

Sarebbe gravissimo se questo intervento delle forze di polizia fosse un segnale di come, da parte governativa, ci si prepara ad affrontare le gravi tensioni sociali che la crisi produrrà alla ripresa autunnale.

A sostegno della lotta per l’occupazione la Fiom milanese, nazionale e la Cgil, hanno stabilito insieme ai lavoratori dell’Innse un presidio permanente di fronte allo stabilimento.
La Fiom chiede a tutte le istituzioni milanesi e lombarde di intervenire immediatamente per fermare la speculazione e per difendere il diritto al lavoro dei lavoratori dell’Innse.

Segreteria nazionale Fiom
Roma, 3 agosto 2009