mercoledì 30 settembre 2009

Novità editoriale dall'FdCA


Comunisti Anarchici: una questione di classa - teoria e strategia della FdCA

Saverio Craparo
“Comunisti Anarchici, una questione di classe” esce inizialmente in forma di opuscolo fotocopiato nella collana “Quaderni di Alternativa Libertaria” nel 2003. Scaturisce da una serie di seminari di formazione organizzati dalla Federazione dei Comunisti Anarchici e coordinati da Saverio Craparo, uno dei militanti fondatori della FdCA nel 1986. Sia il formato cartaceo che la versione digitalizzata sul sito www.fdca.it hanno avuto, in questi anni, una ampia diffusione, nella versione italiana come in quella in lingua inglese. Quel testo viene ora ripresentato quasi integralmente in questo volume, corredato da alcuni documenti costitutivi dell’unità teorico-strategica della FdCA.
Craparo assembla, in una sintesi argomentata e puntuale, la genesi storica e teorica del comunismo anarchico ed il suo sviluppo quale corrente organizzata all’interno del movimento internazionale dei lavoratori ed all’interno del movimento anarchico. Le questioni ed i problemi che solleva Craparo, pur avendo origini ormai lontane nel tempo, proiettano ancora oggi la loro urgente attualità sulle scelte politiche ed organizzative che si pongono ad ogni militante della lotta di classe impegnatonel costruire nel presente l’alternativa libertaria al potere del capitalismo e dello Stato.
La conoscenza della tradizione storica del comunismo anarchico - infatti - e del suo stretto nesso con le sperimentazioni rivoluzionarie di ieri e le lotte di oggi, è condizione indispensabile per la formazione di una coscienza politica coerente con il perseguimento di un progetto di società fatta di liberi/e ed uguali.

Comunisti Anarchici: una questione di classe
- teoria e strategia della FdCA -

Saverio Craparo

a cura di Nestor McNab e Donato Romito
2009 - Giovane Talpa per conto di Federazione dei Comunisti Anarchici
€12 - pagine 136

INDICE:
Prefazione
Parte I: Elementi teorici del Comunismo Anarchico
Comunisti Anarchici: una questione di classe, Saverio Craparo
Parte II: Il Comunismo Anarchico in Italia. Elementi di Strategia di fondo della Federazione dei Comunisti Anarchici
L’organizzazione politica
Organismi di massa
Strategia di fondo fino al periodo di transizione
Per la liquidazione dello Stato
Periodo di transizione
Si può ordinare "Comunisti Anarchici: una questione di classe" inviando una e-mail al seguente indirizzo: fdca@fdca.it,
oppure scrivendo a: Alternativa Libertaria, CP 27, 61032 Fano (PU). Puoi anche rivolgerti alla sezione FdCA più vicino a te.
Puoi trovare il libro in anteprima presso lo stand di Alternativa Libertaria alla Vetrina dell'editoria anarchica e libertaria, Firenze - 2-3-4 ottobre 2009, insieme a tutti i numeri della rivista "Antipodi", gli opuscoli della collana "Quaderni di Alternativa Libertaria", le storiche pubblicazioni delle edizioni Crescita Politica ed altri testi fuori catalogo, testi di militanti FdCA pubblicati per le edizioni Giovane Talpa, Samizdat, Massari, e anche gadgets col logo di Alternativa Libertaria.


lunedì 28 settembre 2009

Libertà per l'ex 8 marzo.

Il 14 Settembre nello stabile occupato (l’ex-scuola 8 Marzo) di via dell'Impruneta alla Magliana, che ospita una quarantina di famiglie in emergenza abitativa, sono state arrestate cinque persone con l'accusa di associazione a delinquere ed estorsione.

L'impianto accusatorio è fondato sulla singola testimonianza di una persona allontanata dall'occupazione tempo fa per i suoi comportamenti violenti. Da mesi i carabinieri indagano su questa denuncia senza aver prodotto altre prove a carico delle persone arrestate, tutte incensurate e con regolare attività lavorativa. Ciò nonostante la giudice per le indagini preliminari il 21 Settembre ha convalidato l’arresto.

Uno degli arrestati, Gabriele Giovanetti, è un ricercatore in fisica, collaboratore dell'INFN, e lavora tra i Laboratori Nazionali del Sud (LNS) di Catania e il Dipartimento di Fisica dell'Università di Roma "Sapienza". Sappiamo per conoscenza diretta che lui e gli altri arrestati sono quanto di più lontano dal ritratto montato dalle accuse del Pubblico Ministero e dalla campagna mediatica dei quotidiani romani "Il Tempo" e "Il Messaggero". Ci chiediamo, soprattutto, come un'indagine costruita su presupposti così labili possa aver portato all'arresto, vista la mancanza di pericolo di fuga e d’ inquinamento di prove.

Questo appello chiede la liberazione di Gabriele e degli/lle altri/e 4 occupanti, chiede che le accuse, assurde ed infamanti, vengano ritirate e pubblicamente smentite e chiede che si faccia piena chiarezza su quella che è una lotta per il diritto all'abitare e non può certo essere ricostruita come una questione di malavita.

Luca Leuzzi, Ricercatore CNR, Roma
Fabrizio Ameli, Ricercatore INFN, Roma
Emanuele Cozzo, Università “Sapienza”, Roma

http://www.petizionionline.it/petizione/liberta-per-lex-8-marzo/42

mercoledì 16 settembre 2009

Solidarietà a chi lotta per la casa


Solidarietà ai compagni e alla compagna dell'occupazione 8 Marzo di Roma, arrestati con accuse false e infamanti, per screditare i movimenti di lotta per la casa.


Non è un caso che la campagna infamatoria è partita dal Messaggero, che come tutti sanno è quotidiano di proprietà del palazzinaro Caltagirone.


Di seguito il link dove si può vedere come sono andati i fatti la mattina del 14 settembre quando le forze dell'ordine sono arrivate alle 4,30 di mattina e hanno portato via i cinque compagni.

Ma dove si può vedere anche la risposta degli occupanti e degli abitanti del quartiere della magliana.




Venerdi ci sarà una manifestazione in solidarietà a tutti i movimenti di lotta per la casa; come descritto dal manifesto di apertura.


domenica 13 settembre 2009

COMUNICATO STAMPA - USI AIT SCUOLA

UN CONSIGLIO DAI PRECARI DELLA SCUOLA AL MIUR: GIOCATE AL SUPERENALOTTO PER POTER FINANZIARE QUANTO E' STATO TAGLIATO DA TREMONTI E PER POTERCI ASSUMERE TUTTI/E

Oggi 10 settembre una delegazione USI AIT SCUOLA, SISA (che sono uniti da un Patto di collaborazione) e precari co.co.co. ATA ha incontrato, in particolare sui problemi del precariato e sui tagli finanziari alla scuola pubblica, dirigenti del MIUR e del MINISTERO DEL LAVORO, come previsto dalla normativa vigente per il tentativo di conciliazione - dato lo stato di agitazione e il prossimo sciopero della SCUOLA proclamato dal sindacato autogestito USI AIT SCUOLA a livello nazionale, anche a sostegno delle mobilitazioni dei precari.

Pur ringraziando la disponibilità dei dirigenti ad ascoltare le richieste dell'USI e dei precari ed a rispondere in merito, si è evidenziata l'impossibilità del MIUR a dare soluzioni credibili per la scuola e per le migliaia di precari docenti ed ATA perdenti posto (sicuramente meno dei 60.000 previsti per il pensionamento di 30.000 docenti, in gran parte da sostituire).

In ogni caso quello della scuola è il più grosso taglio in un'azienda pubblica o privata, dalle ristrutturazioni industriali degli anni '80. Un licenziamento massiccio di forza lavoro altamente qualificata e professionale che si aggiunge ai previsti 700.000 licenziamenti che fino alla prossima primavera dovremo subire nel nostro paese, con la speranza di una sostanziale inversione di tendenza alla devastante crisi economica che i paesi capitalisticamente più avanzati stanno passando.

Mentre ad alcune richieste non veniva data risposta perchè più politiche o più legate alla contrattazione di comparto, veniva da parte del MIUR fatta presente la volontà del Ministro Gelmini di venire incontro al precariato, sia con la concessione di una specie di cassa integrazione sia pure parziale per i soli 12-13.000 insegnanti con incarico annuale che per i tagli imposti dalla finanziaria non avrebbero più avuto possibilità di lavorare con continuità, anche se a tutto scapito di quei 18.000 precari di terza fascia che di fatto rischiano in molte città di non avere più chiamate. Ricordiamo infatti che il decreto emanato dal governo (ma contestato da subito nelle piazze) obbliga gli ex supplenti annuali "tagliati" ad accettare qualsiasi supplenza breve, pena la perdita del "sussidio".

Per quanto riguarda la situazione ATA i tagli agli organici rendono difficile veramente l'apertura della scuola, con tutti i rischi alla sicurezza che ne susseguono; si è parlato anche degli amministrativi con contratti di collaborazione coordinata per i quali il Ministro Gelmini ha avuto fondi solo fino alla fine del mese di Dicembre (260 milioni!)..

Tutta la scuola rientra in un discorso di poca considerazione da parte governativa, come già avviene per l'Università e la Ricerca, forse si pensa di sostituire la funzione educativa, la capacità di far crescere la coscienza critica, con il solo uso della TV al quale il governo Berlusconi è particolarmente "appassionato".
Noi come lavoratori della scuola pensiamo che la funzione della scuola pubblica sia centrale per la crescita delle nuove generazioni, non pensando affatto che "tronisti e veline" siano i lavori del "futuro" per i nostri giovani.

Per i motivi sopraesposti l'USI AIT SCUOLA, il SISA, i precari ATA non si ritengono soddisfatti dalla buona volontà del MIUR di trovare in futuro altri soldi o di dover sperare in malattie del personale a tempo indeterminato o nei prossimi pensionamenti, ma hanno consigliato al MIUR di utilizzare i pochi fondi a disposizione per giocare al superenalotto così da poter sperare in vincite fruttuose, tali da poter assicurare uno stipendio e una assunzione dei precari.
Né ritengono che i temi non trattati del salario, della sicurezza nelle scuole o ancor più quello dei diritti sindacali o l'ammissione anche ad incontri periodici richiesti in questa occasione (per ora riservati ai soli sindacati "ufficiali", ormai scavalcati da anni dalle lotte di lavoratori, precari e studenti) siano di poca importanza.

Per tutti questi motivi confermano l'indicazione dello sciopero generale per il 23 ottobre, la continuazione di un periodo di stato di agitazione che deve vedere unite tutte le strutture di base, i comitati ed i sindacati disponibili alla lotta, cercando di dare maggiore visibilità alla stessa e indicano al movimento di lotta dei precari anche la possibilità di far pesare la propria forza nei confronti del Ministro Tremonti autore e fautore dei tanti tagli finanziari che la scuola pubblica sta subendo.

Segreteria Usi Ait Scuola

domenica 6 settembre 2009

L'inefficienza della protezione civile

da Misskappa su indymedia Abruzzo
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Ho deciso: il prossimo che mi dirà che la protezione civile è efficiente, nonostante ci abbia militarizzati, soffocati, imbrigliati, resi inermi e simili a pacchi da collocare a proprio piacimento, si prenderà un "mavaiaquelpaese" grande come una C.A.S.A. E forse anche un calcio in quel posto.

Tutti sanno, anche il bambino di prima elementare alle prese con i problemini di matematica, che, per approntare delle casine per chi non ce le ha più, bisogna sapere quante sono le persone senza tetto, conoscere la composizione dei nuclei familiari e fare le divisioni e poi le moltiplicazioni.

La protezione civile cosa ha fatto? Ha detto "facciamo le casine, sbrighiamoci sbrighiamoci". Quindi ha iniziato lavori ciclopici, con appalti da capogiro e, non si sa bene con quale criterio, ha operato frazionamenti tali da far pensare che tutti gli Aquilani abbiano famiglie numerosissime. I singoli? Le coppie? Le famiglie con un solo figlio? Ma no, è roba che a L'Aquila non esiste.

Quando i cantieri erano già a buon punto e il premier era già venuto una quindicina di volte a mettere bandiere sui tetti e a promettere veline agli operai, solo allora, il primo agosto, dopo quattro mesi dal disastro, decide un censimento del fabbisogno abitativo degli sfollati. Fintecna, l'onnipresente, lo elabora e di cosa si rendono conto lor signori? Che non solo le case non bastano, ma che il taglio degli appartamenti è inadeguato per le esigenze delle famiglie aquilane.

Quindi interpella le aziende che stanno costruendo, invitandole a trasformare i bilocali in monolocali e gli appartamenti per quattro e più persone in bilocali. Le ditte che stanno lavorando per garantirci un tetto sulla testa hanno risposto picche: sostengono di aver già acquistato i materiali per i progetti iniziali. 4.500 alloggi avrebbero dovuto ospitare 19.000 sfollati.

Sta di fatto che ne entreranno, stante il rilevamento del numero dei componenti di ciascuna famiglia, 15.000. Ma gli sfollati con le case distrutte sono 36.000. Si arriva a 50.000 con quelli che hanno case che necessitano di lavori non strutturali, ma che hanno bisogno di un minimo di 24 mesi per le riparazioni.

Perché così tanto tempo? Perchè le ordinanze dell'efficiente Bertolaso sono talemente astruse ed incomprensibili che nessun tecnico è capace di interpretarle. I malcapitati rivolgono domande, ma il plenipotenziario, forse ispirandosi al suo capo, non risponde. E intanto annuncia che le tendopoli andranno smantellate entro il mese di settembre. Dove deporterà gli attendati? Nelle caserme e negli alberghi della provincia. Dopo sei mesi in tenda. Vi rendete conto?

Li ha tenuti a crepare, prima al freddo e poi al caldo, per centottanta giorni, per poi mandarli dove avrebbe potuto allocarli dalla prim'ora. Ma non è solo questo il problema. Non essendo sufficienti i moduli abitativi, scatena una guerra senza quartiere tra disgraziati. Nel frattempo premia coloro che si sono sistemati autonomamente, senza arrecargli problema alcuno, con cento euro al mese che, a cinque mesi dal sisma, sono arrivati solo per la prima mensilità e dichiara che aumenterà lo stratosferico contributo a ben duecento euro mensili, ma non chiarisce a partire da quando.

Mi fermo qui, con le parole che Bertolaso, il nostro protettore, pronunciò la sera del 31 marzo 2009, qui a L'Aquila in una riunione convocata dal sindaco in seguito alla scossa del giorno precedente, magnitudo 4 della scala Richter, ultima di una serie durata tre mesi e che aveva già procurato considerevoli danni alle nostre abitazioni : "lo sciame sismico che interessa l’Aquila da circa tre mesi è un fenomeno geologico normale, che non è il preludio ad eventi sismici parossistici, anzi il lento e continuo scarico di energia, statistiche alla mano, fa prevedere un lento diradarsi dello sciame con piccole scosse non pericolose".

Tutti sapete cosa è accaduto alle 3 e 32 del 6 aprile 2009, sei giorni dopo
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Mi viene un dubbio.... ma se i professoroni della commissione grandi rischi hanno affermato che quando si tratta di terremoti non si può prevedere come si comporterà la terra, come ha fatto il medico Bertolaso a essere così sicuro che l'energia si sarebbe dissipata attraverso microscosse? se affermi che i grandi terremoti non si possono prevedere è però anche vero il contrario: come fai ad essere così sicuro che lo sciame sismico non prelude ad una scossa più violenta?

E' vero che lo sciame sismico prevede uno scarico dell'energia accumulata, ma in taluni casi l'energia delle microscosse viene in parte liberata ed in parte si accumula in una porzione di faglia dove si assomma, fine a che l'energia non si libera di nuovo tutta assieme.

Forse Berto, uomo dell'Opus Dei, aveva tentato di ricorrere ad altre fonti informative.... ma a quanto pare nessuno, ma proprio nessuno, ne capisce di sismologia....

zatarra

mercoledì 2 settembre 2009

SOLIDARIETA’ ALL’EX-KARCERE DI PALERMO E A TUTTE LE OCCUPAZIONI SOTTO SGOMBERO

Il Laboratorio Sociale la Talpa dell’ex questura occupata di Quarticciolo e la sezione di Roma della Federazione dei Comunisti Anarchici esprimono la loro solidarietà ai compagni e alle compagne del csoa ExKarcere di Palermo, sgomberati da polizia e carabinieri la mattina del 31 agosto, in completo asservimento alle istanze speculative dettate dall’Opera Pia in combutta con l’amministrazione regionale.

Forse non è una coincidenza che in questo fine agosto e inizio settembre lo Stato si sia accanito su diverse realtà occupate italiane.
L’ExKarcere di Palermo, la villa di Genova occupata da compagni anarchici, il Regina Elena di Roma, dove 352 famiglie sono state deportate in strutture inadeguate, sono gli ultimi esempi di un tentativo di cancellare gli spazi liberati dalla speculazione e dal degrado sociale e culturale.

Evidentemente la pratica della liberazione fisica di spazi e il contendere gli stessi alle logiche speculative dei palazzinari di tutte le fedi religiose e politiche, è una pratica che spaventa i faccendieri dell’edilizia che, se tali pratiche si diffondessero non si sentirebbero più tanto liberi di fare i loro sporchi affari con le amministrazioni pubbliche.

Dall’altro lato gli sgomberi abitativi alimentano il “mercato” dei finanziamenti pubblici verso tutti quei privati che offrono i loro stabili per “ospitare” gli sfollati. Solo il Comune di Roma sborsa più di 30 milioni di euro all’anno a questi “benefattori”, tra cui, ricordiamo, ci sono molte associazioni religiose. Un didattico esempio di come si realizza praticamente il connubio tra politica e capitale privato e che spiega chiaramente il motivo per cui il Comune non spende queste risorse nell’edilizia residenziale pubblica o in iniziative di autorecupero, oltretutto meno dispendiose e più funzionali.

La diffusione invece di centri sociali spaventa i padroni e i loro servi perché contende spazio alla cultura dominante, opponendosi alla mercificazione delle vite, oltre a rappresentare le uniche opposizioni politiche territoriali al capitale e alle sue forme sovrastrutturali.

Se lo Stato ci sgombera risponderemo con altre occupazioni!

Roma, 2 settembre 2009

Laboratorio Sociale la Talpa
Federazione dei Comunisti Aanarchici - Roma

Solidarietà alle famiglie del Regina Elena

A Roma la mattina del 1 settembre è stata sgomberata l'occupazione abitativa più grande della città.
Soprannominata il Regina Elena, edificio ubicato nei pressi dell'Università la Sapienza, conteneva circa 350 nuclei famigliari multietnici.

Le forze dell'ordine sono arrivate verso le 5,00 del mattino e con gli autobus dell'ATAC hanno portato via gli abitanti dividendoli in 3 "residence" abitativi dell'ultimo tipo (Cameroni dove le persone sono state stipate divise per sesso), ovviamente lontanissimi dal decoro urbano del centro città.

Le tre più grandi organizzazioni di lotta per la casa di Roma (tutte e tre delle quali erano nell'occupazione del R. Elena) hanno organizzato un presidio sulla piazza del Campidoglio e 9 di loro sono saliti sul tetto della pinacoteca capitolina che si affaccia sulla piazza del Campidoglio.

Insieme ai compagni del Laboratorio Sociale La Talpa siamo andati a portare la ns solidarietà. Per ora la situazione è tranquilla. Questa mattina ci dovrebbe essere l'incontro con l'assessorato alle politiche sulla casa, mentre Alemanno, abbiamo appreso ieri, è in missione in quel di Lourdes.

La cosa interessante è che alcuni di questi residence sono gestiti da una confraternita religiosa che ora riceverà un bel pò di soldi pubblici per "l'accoglienza".
Il Comune di Roma, per far finta di risolvere l'emergenza abitativa, versa più di 30 milioni di euro di affitto all’anno ai privati (tra cui molte comunità cattoliche), piuttosto che investire nell’edilizia residenziale pubblica o in iniziative di autorecupero, meno dispendiose e più funzionali.

Molti dei bambini erano gia stati iscritti alle scuole vicine al Regina Elena per cui oltre al danno di non avere più la loro intimità famigliare, rischiano di perdere l'anno scolastico.