domenica 28 febbraio 2010

OPERAZIONE DI ARITMETICA

*OPERAZIONE DI ARITMETICA:*
*2 bambine rumene +*
*3 bambini senegalesi +*
*4 bambini italiani +*
*4 bambine bangla +*
*1 bambina cinese +*
*2 bambine pakistane +*
*1 bambino marocchino +*
*3 bambine egiziane =*
*_________________*
*1 scuola multiculturale*

* *
*LA SCUOLA PISACANE E’ UNA SCUOLA MULTICULTURALE E NON UN GHETTO*

VOGLIONO CHIUDERLA DEFINITIVAMENTE RIFIUTANDO I NUOVI ISCRITTI ALLE CLASSI PRIME NONOSTANTE SIANO QUASI TUTTI NATI IN ITALIA E ABBIANO TUTTI FREQUENTATO LA SCUOLA DELL’INFANZIA

*SOSTIENI CON LA TUA FIRMA I GENITORI E LE INSEGNANTI E VIENI AD“ABBRACCIARE” SIMBOLICAMENTE LA SCUOLA PISACANE *

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*LUNEDI’ 1 MARZO ORE 16 *
*DAVANTI ALL’INGRESSO *
*IN VIA ACQUA BULLICANTE 30*
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*Genitori, Insegnanti, Osservatorio antirazzista Pigneto*

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*LA SCUOLA PISACANE** NON DEVE CHIUDERE!*

*LA SCUOLA PISACANE RISCHIA DI ESSERE CHIUSA DEFINITIVAMENTE DALL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE CHE IN ACCORDO CON L’ASSESSORA MARSILIO VUOLE PRIVARE IL QUARTIERE DELLA PROPRIA SCUOLA COSTRINGENDO I GENITORI A TRASFERIRE I LORO FIGLI IN ALTRE SCUOLE.*

APPLICANDO RESTRITTIVAMENTE LA CIRCOLARE n.2/2010 DELLA MINISTRA GELMINI, L’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE NON INTENDE FORMARE LE DUE NUOVE CLASSI PRIME,

*NONOSTANTE IL NUMERO DEGLI ALUNNI ISCRITTI NATI IN ALTRI PAESI NON SUPERI IL 30% E NONOSTANTE IL 100% DI QUESTI BAMBINI ABBIA FREQUENTATO LA SCUOLA DELL’INFANZIA.

* 39 FAMIGLIE SARANNO COSTRETTE A TRASFERIRE I LORO FIGLI IN ALTRE SCUOLE. VORREBBERO RISOLVERE I PROBLEMI DELLA SCUOLA PUBBLICA CON UN COLPO DISPUGNA:

*CANCELLANDO UNA SCUOLA CHE È UN PUNTO DI RIFERIMENTO DEL QUARTIERE TORPIGNATTARA E CHE CONTINUANO A CHIAMARE “GHETTO”, NONOSTANTE SIA FREQUENTATA DA BAMBINI PROVENIENTI DA MOLTI PAESI DEL MONDO.

* IN QUESTI ANNI LA SCUOLA ELEMENTARE CARLO PISACANE HA ACCOLTO BAMBINI E BAMBINE DI OGNI PROVENIENZA NEL PIENO RISPETTO DEL FONDAMENTALE DIRITTO ALLO STUDIO. NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE LE DIFFERENZE SONO UNA RICCHEZZA DA VALORIZZARE E NON UN OSTACOLO, HA SVOLTO IL PROPRIO COMPITO PRIMARIO: EDUCARE LE NUOVE GENERAZIONI.

HA APERTO LE PORTE AGLI ABITANTI DEL TERRITORIO IN CUI E’ COLLOCATA E HA ACCOLTO I MUTAMENTI SOCIALI IN ATTO COME UNA NUOVA SFIDA EDUCATIVA. HA REALIZZATO PERCORSI DIDATTICI INDIVIDUALIZZATI E HA PERMESSO AI PROPRI ALUNNI/E DI RAGGIUNGERE ALTI LIVELLI DI APPRENDIMENTO TESTIMONIATI DAI SUCCESSI CONSEGUITI NEI SUCCESSIVI LIVELLI DI ISTRUZIONE. OGGI LA SCUOLA PISACANE ACCOGLIE MOLTI BAMBINI E BAMBINE NATE/I IN ITALIA DA GENITORI IMMIGRATI.

SI TRATTA DI BAMBINI E BAMBINE CHE PARLANO PERFETTAMENTE L’ITALIANO, LAMAGGIOR PARTE DI ESSI NON HA MAI VISTO IL PAESE D’ORIGINE DEI GENITORI, AMANO L’ITALIA, CONOSCONO LE ABITUDINI, LE TRADIZIONI DI QUESTO PAESE. SONO BAMBINE E BAMBINI CHE HANNO FREQUENTATO LA SCUOLA DELL’INFANZIA E CHERAGGIUNGONO OTTIMI RISULTATI IN TUTTE LE ATTIVITÀ SCOLASTICHE.

*GENITORI, INSEGNANTI, PRESIDI, STUDENTI, CHE VIVONO QUOTIDIANAMENTE LASCUOLA, SI SCHIERANO CONTRO QUESTO PROVVEDIMENTO CHE NEGA IL DIRITTO ALLO STUDIO A BAMBINI E BAMBINE, DISCRIMINA I CITTADINI IMMIGRATI, ALIMENTA L’INTOLLERANZA E IL RAZZISMO*

venerdì 26 febbraio 2010

No Tav: Marinella una di noi!




Marinella insieme al marito hanno un banco nei mercati della valle, sono conosciuti da tutti come ambulanti e come no tav. Da quando Marinella è all’ospedale amici e comitati, hanno presidiato il loro spazio nei mercati di Bussoleno, Condove e Borgone, con un banchetto informativo, la gigantografia di Marinella e una raccolta di firme in solidarietà con i feriti provocati dalle forze dell’ordine.La solidarietà del movimento e della Valle non è una cosa ambigua che viaggia a intermittenza come quella dei politici o altri esponenti istituzionali, sempre pronti a rendersi solidali con qualsiasi atto accada ovunque, ma mai in Valle di Susa, mai ad un no tav.




giovedì 25 febbraio 2010

Roberto Scialabba



32 anni fa veniva ucciso Roberto Scialabba per mano dei sicari fascisti al guinzaglio dello stato borghese. Contro questi servi e i loro padroni, oggi come ieri, la rabbia di Roberto vive nella nostra lotta.

28 FEBBRAIO 2010

PIAZZA DON BOSCO

PRESIDIO ORE 17:00

le/i compagne/i

COMUNICATO DI SOLIDARIETA’

Questa mattina, martedì 23 febbraio, un'operazione di polizia ha colpito 23 attivisti antirazzisti di Torino e dintorni. Sono state effettuate numerose perquisizioni domiciliari e anche la sede di Radio Black out ha subito l'irruzione degli agenti che ha comportato il sequestro di telefoni cellulari, agende e computer. L'esito, per il momento è di 6 arresti di cui 3 ai domiciliari, e numerosi indagati per reati vari legati alle attività dell'assemblea antirazzista di Torino che negli ultimi anni ha promosso iniziative di lotta contro i centri di detenzione per immigrati senza permesso di soggiorno. Tra gli indagati risulta esserci anche Simone P. appena dimesso oggi dall'ospedale dopo il pestaggio delle forze dell'ordine avvenuto in Val di Susa. Quest'operazione "spettacolare" ordinata dalla procura torinese è stata pianificata dal PM Padalino, conosciuto per la sua proposta razzista di schedare tutti gli immigrati con le impronte digitali.Sicuramente verrà dato ampio risalto a questa notizia sui mass media e la modalità è la solita di sempre: criminalizzare e discriminare.Tutti gli indagati sono anche attivi e partecipi nella lotta NO TAV e inoltre alcuni sono redattori di Radio Blackout, da sempre una delle poche fonti informative vicina al movimento NO TAV soprattutto nelle ultime settimane.Alle persone colpite da questa inchiesta, e alla redazione di radio Blackout va tutta la nostra vicinanza e solidarietà che non mancheremo di dimostrare al più presto in occasione di azioni ed iniziative di risposta alla crescente volontà repressiva ed intimidatoria nei confronti di chi dissente e si ribella ai poteri forti.

COMITATO NO TAV NO TIR ALTA VALLE SUSA
PRESIDIANTI SOLIDALI
Riuniti al presidio di susa autoporto nella notte del 23/2/2010

mercoledì 24 febbraio 2010

Lavoratrici in lotta all'OMSA di Faenza - boigottiamo i prodotti di OMSA

Giro questo appello affinchè possa essere letto da più gente possibile.
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Amiche e amici,
vi porto via un po' di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in
questi giorni a Faenza, più o meno nell'indifferenza generale.

Lo stabilimento OMSA di Faenza (RA) sta per essere chiuso, non per
mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di
delocalizzazione all'estero della produzione. Il proprietario dell'OMSA,
il signor Nerino Grassi, ha infatti deciso di spostare questo ramo di
produzione in Serbia, dove ovviamente la manodopera, l'energia e il
carico fiscale sono notevolmente più bassi.

Questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte donne e
non più giovanissime, a rimanere senza lavoro. Le prospettive di impiego
nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per
incentivare Grassi a rimanere in Italia o per trovare soluzioni
occupazionali alternative per i dipendenti, salvo poi spendere fiumi di
parole di solidarietà adesso che non c'è più niente da fare.
Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell'azienda, al
freddo, notte e giorno, in un tentativo disperato di impedire il
trasferimento dei macchinari, (tentativo documentato anche da Striscia la
Notizia sabato scorso, ma ad onor del vero il servizio è stato brevissimo
e piuttosto superficiale).

Personalmente, non sono coinvolta nel problema, ma trovo sempre più
allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i
lavoratori dall'essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare in
mezzo a una strada non appena si profili all'orizzonte l'eventualità di
un guadagno più facile.

Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali,
boicottando i marchi Philippe Matignon - Sisi - Omsa - Golden Lady - Hue
Donna - Hue Uomo - Saltallegro - Saltallegro Bebè - Serenella.

Vi sarei grata se voleste dare il vostro contributo alla campagna, anche
solo girando questa mail a quante più persone potete.

Grazie mille per l'aiuto e il supporto che vorrete dare a queste
lavoratrici, ennesime vittime di una legislazione che protegge più gli
imprenditori dei dipendenti.

lunedì 22 febbraio 2010

sgombero della ex-scuola T.Grossi a Centocelle

breve comunicato di aggiornamento sulla situazione della scuola di centocelle

Comunicato stampa sulla situazione della ex-scuola Tommaso Grossi a Centocelle


Le 100 famiglie di senza casa appartenenti ai movimenti per il diritto all’abitare, che da venerdì scorso presidiano l’edificio dell’ ex-scuola Tommaso Grossi, ribadiscono la loro gravissima situazione che ha portato questo ulteriore avanzamento della vertenza.

Le oltre 80 notti trascorse all’addiaccio sotto l’assessorato alla casa hanno trovato solo colpevoli silenzi rispetto ad una situazione che questa amministrazione comunale continua ad ignorare.

Le stesse famiglie ribadiscono l’inesistenza di una volontà specifica rispetto alla permanenza all’interno della stessa ex-scuola la quale - oltre ad essere inadatta per una condizione abitativa - è destinata ad ospitare (seppur con incomprensibili ritardi) servizi socio-sanitari frutto di percorsi totalmente condivisibili.

Tale volontà è stata espressa anche nell’incontro con il presidente del settimo municipio Roberto Mastrantonio.

Le famiglie ringraziano le centinaia di persone del quartiere di Centocelle che .a venerdì socializzano e solidarizzano con una situazione di grande necessità.

Alla vigilia dell’ approvazione di un piano casa di per sè, già estremamente carente, pensare addirittura all’utilizzo della forza pubblica per non affrontare il problema dell’emergenza abitativa o plaudire a mai avvenuti presidi di contestazione, significa negare (a dispetto di ogni elementare dato statistico) l’esistenza di un problema di crisi economico-abitativo presente in questo paese ed in particolare modo in questa città.

Movimento per diritto all’abitare.
ccordinamento.info
abitarenellacrisi.noblogs.org

venerdì 19 febbraio 2010

CONTRO LA REPRESSIONE DELLA COMUNITA´ NO TAV, OVVERO PAURA DELL´AUTOGESTIONE

Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti: la repressione violenta di ogni forma di dissenso è la cifra con cui confrontarsi.
Una cosa che non tollera lo Stato è l´autodeterminazione e l´autogestione dei lavoratori e delle lavoratrici.

Lo stato è disposto a colpire sempre più duro, con furia bestiale. Non è la prima volta, non sarà l'ultima, nella speranza di spaventare e far tornare tutti a casa e lasciar li lavorare.
Specialmente quando l´opposizione delle comunità territoriali alle cosiddette "grandi opere" dura da anni e mette in discussione gli ingenti affari economici.

Quegli affari che sono allo stesso tempo frutto e collante del centenario patto tra Stato e Capitale, questi affari che vengono fatti a spese di tutti e soprattutto a spese delle popolazioni residenti, espropriate del diritto di decidere del proprio modello di sviluppo.

È così in Val di Susa, dove lo Stato regala miliardi di euro di soldi pubblici alle imprese private per progettare ed in futuro costruire un´opera inutile e distruttiva.
Si perché ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo che fior fiore di tecnici non certamente riconducibili alle "famigerate" frange anarchiche, di cui tanto si riempiono la bocca oggi media e forze dell´ordine, da anni asseriscono che la TAV Torino-Lione è un´opera inutile e dannosa.

Inutile perché l´ingente spesa prevista non viene giustificata dalle reali necessità di trasferimenti umani e di merci in Valle.
Inutile perché esiste già una linea ferroviaria che ad oggi è sottoutilizzata.
Inutile perché concentra l´intervento economico dello Stato quando sarebbe meglio distribuirlo sul territorio italiano, ad esempio migliorando le infrastrutture ed i servizi dei milioni di lavoratori e lavoratrici pendolari.

Dannosa perché rende ancora più inumana la vita in una valle dove già sono presenti un´autostrada ed una linea ferroviaria.
Dannosa perché la sua realizzazione comporterebbe lo scavo di decine e decine di chilometri di gallerie in rocce contenenti quantitativi non indifferenti di amianto ed uranio (a tal proposito, visto il nuovo corso nucleare dello Stato italiano, ci viene un sospetto: non è che sperano di trovare qualche giacimento uranifero?).

Tutto questo lo spacciano per progresso. Si certo: il progressivo ingrossamento del portafoglio di burocrati ed imprenditori, sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici e fondato sulla rapina delle risorse territoriali.

Per noi il progresso è altra cosa. È anzitutto liberarsi dallo sfruttamento del capitale e dalla autorità delle oligarchie statali, è partecipazione diretta dei lavoratori e delle lavoratrici alla gestione egualitaria e libertaria del proprio collettivo sociale e alla gestione consapevole ed armoniosa dell´ambiente naturale.

È questo il timore più grande per il capitale e per lo Stato e per tutti i loro galoppini: lavoratori e lavoratrici che prendono in mano le loro vite e decidono assieme e pariteticamente della gestione delle risorse del loro territorio, sottraendolo alla rapina capitalista e dei burocrati istituzionali.

È così in Val di Susa dove le comunità locali in questo periodo stanno cercando di opporsi alle trivelle mandate dai faccendieri del blocco pro TAV per studiare la geologia del tracciato e dove lo Stato non rinuncia a spendere enormi risorse in uomini per difenderle.

Non può perdere di fronte alla richiesta di autogestione territoriale dei lavoratori e delle lavoratrici: sarebbe un pericoloso precedente!
E allora via libera alla violenza inumana dei suoi servi sulla dignitosa fermezza della comunità NO TAV.

Noi comunisti anarchici esprimiamo, da una parte la più forte e convinta solidarietà nei confronti della comunità NO TAV, nei confronti di chi è stato preso a calci e manganellato dai solerti servi in divisa, ai compagni e alle compagne impegnati in prima fila da anni a far crescere e radicare la protesta, e dall´altra esprimiamo la convinzione che la strada dell´autodeterminazione e dell´autogestione collettiva vada diffusa in tutti i campi della nostra vita quotidiana, dalla difesa dell'ambiente, alla difesa dei diritti della classe lavoratrice e di tutti i diseredati.

19 Febbraio 2010

Federazione dei Comunisti Anarchici

mercoledì 17 febbraio 2010

BREVE CRONACA DELLA MANIFESTAZIONE DEL 15 FEBBRAIO 2010 in via Padova a Milano

La tragica morte del giovane egiziano Ahmaed Aziz Abdel el Sayed Abdou ha provocato un rigurgito razzista. I razzisti, di ogni risma e colore, di destra e di sinistra, hanno promesso fuoco e fiamme, per riportare legge e ordine, nel quartiere di via Padova. E lunedì sera (15 febbraio), hanno organizzato una fiaccolata per via Padova.

Come è nel loro stile, i razzisti sono riusciti a creare paura tra chi, nel quartiere, ci abita e ci lavora, e vuole vivere in pace. Per quanto possibile, visti i tempi che corrono. Gli ANTI RAZZISTI hanno voluto vederci chiaro. Hanno voluto vedere in faccia gli amici della legge e dell’ordine. Vediamo chi sono. Sono i soliti vecchi faccendieri, usciti dalle fogne della speculazione immobiliare, dei traffici (più o meno sporchi) e soprattutto dello sfruttamento selvaggio dei lavoratori. Con qualche giovane pirla al seguito, che vive alle loro spalle.

Intutto, erano poco più di un centinaio. Con molta protezione armata: polizia, carabinieri, guardie di finanza e polizia locale (probabilmente, anche qualche guardia del corpo).
Gli ANTI RAZZISTI li hanno aspettati in via Padova. Per due ore i razzisti sono restati fermi, all’inizio della via, protetti dalla loro scorta armata.Intanto gli ANTI RAZZISTI hanno sfilato in via Padova e nelle vie adiacenti, hanno tenuto comizi e hanno lanciato inviti alla solidarietà tra i lavoratori di ogni razza e colore.

Gli ANTI RAZZISTI hanno parlato con italiani e non italiani, uomini e donne, giovanie vecchi, egiziani e latino americani... Tutti hanno manifestato la stessa rabbia per la presenza di sbrirri e soldati, che creano solo tensione.
Da due anni, rastrellamenti, perquisizioni e fermi di polizia sono all’ordine del giorno. E questi interventi sono accompagnati da campagne razziste, che vogliono dividere i lavoratori per metterli gli uni contro gi altri. Vogliono piegarli e sfruttarli, imponendo condizioni di vita e di lavoro sempre peggiori.

Contro questi attacchi, l’unica risposta è la solidarietà tra lavoratori, conl’autorganizzazione dal basso. I lavoratori devono prendere nelle loro mani il proprio destino. La manifestazione in via Padova di lunedì 15 febbraio dimostra che è possibile.
Sono loro, i padroni, ad avere paura.

Il prossimo passo è una grande manifestazione per venerdì 19 febbraio.

Antirazzisti/e di Milano

giovedì 11 febbraio 2010

Manifestazione Nazionale NO VAT

ROMA – sabato 13 febbraio 2010

Manifestazione Nazionale NO VAT

Autodeterminazione
laicità

antifascismo
antirazzismo

liberazione

Il 13 Febbraio 2010 per il quinto anno scendiamo ancora in piazza contro il Vaticanoper denunciarne l’invadenza nella politica italiana: è infatti uno degli attori cheagiscono nelle complesse dinamiche di potere sottese a un sistema autoritario erepressivo.

L’11 febbraio 1929 i Patti Lateranensi sancivano la saldatura tra Vaticano e regime fascista, oggi le destre agitano il crocefisso per legittimare un ordine morale in linea con l’integralismo delle gerarchie vaticane, lo strumentalizzano per costruire un’identità nazionale razzista e una declinazione della cittadinanza eterosessista e familista.

Da una parte le destre criminalizzano immigrate ed immigrati, istigano a una vera“caccia all’uomo”, li/le rappresentano come la concorrenza nell’accesso alle risorsepubbliche mentre nessuno affronta il problema di un welfare smantellato ecomunque disegnato su un modello sociale che non c’è più. D’altra parte la chiesa cattolica legittima esclusivamente questo modello di società, basato sulla famiglia eterosessuale tradizionale, sulla divisione dei ruoli sessuali, dove un genere è subordinato all’altro e lesbiche, gay e trans non hanno alcun diritto di cittadinanza.

Su un altro fronte, destra moderata e sinistra riformista attuano il tentativo di procedere ad un’assimilazione selettiva dei soggetti minoritari sulla base della disponibilità espressa a offrirsi docilmente a legittimare discorsi razzisti, eterosessisti e repressivi. E’ prevista l’inclusione solo di quelle soggettività che non mettono in discussione il potere: c’è un piccolo posto anche per gay, lesbiche e trans e per altre figure della diversità, purché confermino l’ordine razzista, sessista e repressivo.

In questo quadro, nel movimento lgbtq, abbiamo assistito alla comparsa di “nuovi”soggetti che ne usano le parole d’ordine per produrre un ribaltamento della realtà: a protezione delle soggettività supposte deboli pongono i loro carnefici. Chi legittima questi “nuovi” soggetti, contribuisce a produrre un ulteriore spostamento a destra, a normalizzare la presenza delle destre radicali nel dibattito pubblico.

Fuori da queste lotte interne al potere, dobbiamo constatare la diffusa e asfissiante presenza di un’etica cattolica, un modello di politica che propone come uniche alternative di “rinnovamento” il moralismo e il giustizialismo. Sappiamo che se oggi il Vaticano appare meno interventista è solo perché non ne ha bisogno: già nel nostro paese possiede il monopolio dell’”etica” che abbraccia indistintamente governo e opposizione parlamentare che fanno a gara – come sempre – ad inginocchiarsi all’altare del giustizialismo e del buonismo ipocrita.

Respingiamo il tentativo di espropriare anche i movimenti di lesbiche, gay, trans e femministe, di categorie fondamentali quali l’antifascismo, altrimenti l’ambiguità politica finirebbe per rendere le nostre soggettività complici di quest’ordine morale e politico che concede una legittimazione vittimizzante e minoritaria in cambio dell’assuefazione alla repressione.

Contrastiamo questo potere che, dove non addomestica, reprime e, attraverso l’ordine morale vaticano, assume dispositivi di disciplinamento e controllo sociale che negano qualunque tipo di autodeterminazione: l’autodeterminazione sociale edeconomica dei e delle migranti, l’autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita di donne, gay, lesbiche e trans, ogni percorso di autorganizzazione, di dissenso e di conflitto.

Denunciamo che quando il processo di addomesticamento non si compie viene utilizzato il carcere, il CIE (centri di identificazione ed espulsione), la repressione, la paura, la noia, la solitudine, l’intimidazione e la criminalizzazione per neutralizzare gli elementi di dissenso non previsti e non gestibili: migranti, movimenti, studenti, lavoratori e lavoratrici, disoccupati/e.

Riaffermiamo che antirazzismo, antifascismo, antisessismo sono lotte, necessarie l’una all’altra, da condurre anche contro l’uso strumentale delle libertà di donne elgbt per rafforzare e legittimare un modello razzista.

Portiamo in piazza i nostri percorsi di autodeterminazione nell’acutizzarsi della crisi economica e dello smantellamento dello stato sociale – in particolare della scuola e dell’università – che tanto spazio lascia alle imprese private e confessionali.

Riaffermiamo le diversità e le differenze sociali, sessuali, culturali, contro l’identitànazionale razzista e eterosessista che ci vogliono imporre e contro l’ordine morale vaticano.

Portiamo in piazza i nostri percorsi di liberazione per ribadire la nostra volontà di agire nello spazio pubblico per produrre trasformazione sociale e culturale.

ROMA – sabato 13 febbraio 2010

Manifestazione Nazionale NO VAT
Autodeterminazione
laicità
antifascismo
antirazzismo
liberazione
http://www.facciamobreccia.org/
per adesioni:
adesioni@facciamobreccia.org

mercoledì 10 febbraio 2010

Susa. Trivelle, manganelli, resistenza popolare

Susa 9 febbraio 2010. È trascorso un mese dalla nascita del presidio NoTav/NoTrivelle all’autoporto lungo la A32. Dopo una decina di giorni di tregua, le truppe dello Stato iniziano una nuova offensiva per imporre la realizzazione della nuova linea tra Torino e Lyon.

Intorno all’una e mezza di notte, accompagnata da un imponente spiegamento di forze, viene piazzata una trivella a circa a 500 metri dal presidio No Tav, nei pressi del parcheggio “Annibale 2000”, in località S. Giuliano. Parte il tam tame sin dall’alba arriva gente.

Intorno alle 17 l’assemblea dura molto poco: si decide di andare a dare un’occhiata alla trivella e si parte sull’autostrada. Nevica e fa un freddo cane, ma ci vuol altro a spaventare i No Tav, sempre più determinati a lottare contro un’opera inutile, dannosa, costosa.

In tanti prendono un ciocco dalla catasta della legna da ardere e battono con forza il guardrail. Un frastuono assordante, il pacifico grido di guerra dei No Tav. A comandare la piazza c’è il vicequestore Spartaco Mortola, uno che lacarriera se l’è costruita nel mattatoio del G8 di Genova 2001..

Dopo un po’una ventina di uomini dell’antisommossa si schiera davanti al corteo. Subito alzano i manganelli e colpiscono: uno alla testa, altri alle braccia. Un ragazzo disabile, un anarchico torinese, viene sbattuto giù dalla carrozzina. Ma il corteo non sbanda né indietreggia. I poliziotti lasciano sull’asfalto un paio di scudi ormai inservibili. Dopo un po’ i poliziotti si tirano indietro e il corteo prosegue sino alla statale 25.

Nel frattempo decine e decine di lampeggianti blu bucano la notte. Davanti alla recinzione uomini in divisa e mezzi si agitano forsennatamente. La battitura aumenta di ritmo. Poi si torna in autostrada, davanti alla trivella. Il blocco va avanti per oltre mezz’ora. Grida indignate e fischia accompagnano l’arrivo di un mezzo della ditta che per quattro soldi si èschierata con i si tav.

Al ritorno dal presidio riprende l’assemblea.Le manganellate di oggi dimostrano che il ministero dell’Interno è deciso ad imporre a tutti costi le trivellazioni. L’impegno per tutti è di moltiplicare le iniziative sul territorio, contrastando le trivelle, e gli interessi di chi lucra sulla vita e il futuro di noi tutti.

Prossimi appuntamenti:

- Ogni giorno, in caso di nuove trivelle presidi immediati per contrastarei sondaggi

- Mercoledì 10 febbraio, davanti alla stazione di Porta Nuova a Torino,presidio No Tav, punto info, aperitivo autogestito e assemblea.
Dalle 17 alle 20 all’uscita della metro.

Organizza: Torino e cintura: sarà dura. No Tav No Trivelle!

martedì 9 febbraio 2010

Palestina-Israele, la lotta unitaria si allarga a nuove località ed a nuovi aspetti dell'occupazione

BILIN
Le forze di Stato cercano ancora di intimidire il comitato popolare contro il recinto insieme ad altri attivisti ricorrendo a frequenti "visite" notturne ed agli arresti.

Clip di una "visita" dell'1/02/2010 http://www.youtube.com/watch?v=Ju_U-m6YQJ8

2.02.2010 ---- Bilin, Tre arrestati nella notte: Ibrahim Abed El Fatah Bornat, Hamde Abu Rahmah ed un giornalista internazionale. Alle 3 e 26 i soldati sono entrati a piedi nel villaggio di Bilin....
Alle 3.30 un convoglio militare di sette jeep è entrato a Bilin per trovare la casa della famiglia di Ibrahim.

Clip della "visita" del 3/02/2010 http://www.youtube.com/watch?v=SDQoXBFz2vs - tre attivisti internazionali arrestati.

TV Channel 10: servizio (36 minuti) sulle "visite" a Bi'lin con la partecipazione della polizia per l'immigrazione alla caccia di attivisti internazionali: http://news.nana10.co.il/Category/?CategoryID=300583

Venerdì 5/2/10
Meno di 20 Israeliani e 10 internazionali si sono uniti ad alcune decine selezionate di Palestinesi per la locale manifestazione contro il muro e l'annessione della terra a Bil'in. Ha smesso di piovere, le nuvole fanno passare qualche raggio di sole, i mandorli sono in fiore, tutto sembra troppo ottimistico. I manifestanti hanno raggiunto la porta sul recinto, l'esercito spara lacrimogeni, la gioventù cerca di allontanare i soldati con una sassaiola ed alcune granate di gas di ritorno - facendo assaggiare alle forze di stato la loro stessa medicina...
Poco dopo la manifestazione è finita, per non sprecare l'energia necessaria per la preparazione del 5° anniversario della lotta e delle manifestazioni del venerdì nel villaggio. E' stato solo dopo che l'ultimo giovane era abbastanza lontano sulla strada per il villaggio che l'esercito ha deciso l'invasione, come atto di forza. Hanno fatto la loro incursione da spettacolo nel villaggio, lanciando gas e bombe assordanti direttamente tra i piedi dei manifestanti, e dando dei "nazisti" ai manifestanti. Eppure sembrava che persino qualche soldato trovasse piuttosto stupidi gli ordini dei comandante. O forse no.

Dopo la fine della manifestazione, la maggior parte degli Anarchici Contro Il Muro ed alcuni attivisti internazionali hanno proseguito per Sheikh Jarrah.
http://www.youtube.com/watch?v=N_lhn1Cr9mAhttp://www.youtube.com/watch?v=-TFqAPyNGSA

MA'ASARA
Venerdì 5 febbraio si è svolta ma manifestazione settimanale di Ma'asara.

Approssimativamente 25 attivisti Palestinesi, Israeliani ed internazionali si sono radunati nel villaggio per protestare contro l'occupazione di Israele, davanti ad una unità militare di riservisti e di una squadra motorizzata di 7 jeep. Siamo stati accolti dalle truppe con un tocco di cinismo e col dito sul grilletto, mentre tenevamo comizi in arabo ed ebraico. Dopo 30 minuti abbiamo proseguito per Jeikh Jarrah con una relativa serenità che sarebbe stata anche di più se l'esercito non ci fosse stato.

NABI SALEH
Le condizioni meteo fredde e tempestose di venerdì 5 non hanno fermato la gente di An Nabi Salih dall'uscire di casa per manifestare contro il furto della loro terra insieme a circa 30 attivisti degli Anarchici Contro Il Muro. Uno degli organizzatori ha detto, "Io preferisco la pioggia ai lacrimogeni". Ma poi, sono arrivati tutti e due.

Come nelle settimane passate, alla gente del piccolo villaggio si sono uniti molti sostenitori da fuori. In particolare, decine di giovani da Beit Rima giunti sotto una pioggia intermittente dopo una marcia di circa 5 km per unirsi alla manifestazione.

Il corteo è iniziato come nelle scorse settimane di gennaio puntando verso le terre del villaggio nei pressi dell'insediamento coloniale di Halamish. A differenza della scorsa settimana i soldati non hanno circondato il villaggio prima della manifestazione e per un momento sembrava che fosse possibile proseguire fino ai terreni. Tuttavia, appena la gente ha iniziato a scendere dalla collina verso i terreni, parecchie jeep dell'esercito sono arrivate sulla strada di accesse al villaggio ed hanno iniziato a sparare lacrimogeni dall'alto. Per 4 ore l'esercito ha continuato a sparare gas, proiettili di gomma e proiettili di metallo rivestiti di plastica sulla folla.

Decine i feriti tra i manifestanti, soprattutto colpiti dai proiettili metallici rivestiti di plastica e dalle bombolette di gas sparate direttamente contro i manifestanti. Un giovane colpito da 2 proiettili metallici plastificati ha perso la sensibilità di una gamba ed è stato ricoverato in ospedale. E' stato poi dimesso e sarà sicuramemte in manifestazione la prossima settimana.

Venerdì 5-2-10 video su Nebi Salah:
http://www.youtube.com/watch?v=bT4TMzRHbrMhttp://www.youtube.com/watch?v=bejwFJtDbzw

NI'ILIN
http://www.youtube.com/watch?v=-TFqAPyNGSA
Una manifestazione meno numerosa del solito a Ni'ilin, circa 50 manifestanti hanno marciato su un fangoso tratturo per raggiungere il cancello del muro. Canti e slogan contro il muro e contro la massiccia repressione ai danni dei giovani del villaggio con decine di arresti. Appena i manifestanti si sono avvicinati al pesante cancello, i soldati hanno iniziato a sparare larcimogeni e granate assordanti. Alcuni giovani hanno risposto col lancio di pietre, il confronto è andato avanti per circa mezz'ora, prima della fine della manifestazione.

OFER
Un'altra udienza per Mohammed Khatib si terrà il 2 febbraio presso il tribunale militare di Ofer. Per esserci ci vuole un documento... Khatib è stato rilasciato dietro un'altra cauzione con la restrizione di recarsi a firmare presso una stazione di polizia israeliana quando sono in corso le manifestazioni del venerdì.

REFUSNICS
Domanica 2/2/2010, l'obiettore di coscienza Emelia Marcovich si è rifiutata di prestate il servizio militare.
E' stata condannata a 10 giorni di carcere militare. Si pensa che verrà liberata il 10 febbraio, dopo di che verrà nuovamente giudicata e probabilmente reclusa in un carcere femminile militare.
http://www.shministim.com/2010/02/conscientious-objecto...nced/

Or ben-david è stata finalmente liberata dall'esercito dopo essersi fatta i 3 periodi di carcere per obiezione di coscienza. C'è un'altra pacificista che fa obiezione di coscienza, ma lei preferisce restare anonima per ora.

SHEIKH JARRAH
Polizia a Sheikh Jarrah su ynet http://www.ynet.co.il/articles/0,7340,L-3842537,00.html

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Nonostante le minacce della Polizia, le proteste a Gerusalemme Est continuano
http://www.huffingtonpost.com/mya-guarnieri/despite-pol....html
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Dacci una mano a rimettere su la tenda della famiglia Gawi a Sheikh Jarrah martedì 2 febbraio alle 16:00 a Seikh JarrahAlcune ore fa la tenda della famiglia Gawi a Sheikh Jerrah è stata distrutta da personale comunale accompagnato dalla polizia. La tenda era stata eretta per protestare contro lo sgombero della famiglia dalla loro casa nello scorso agosto 2009.

E' importante venire per mostrare il sostegno alle famiglie sgomberate e per protestare contro lo sgombero della famiglie palestinesi dalle loro case e contro la distruzione delle loro tende.

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Mercoledì alle 18:30 a Sheikh Jarrah! Unitevi ai residenti di Sheikh Jarrah ed ai volontari per una cena e per giochi per l'infanzia. Si tratta di un evento settimanale per stare insieme tra residenti palestinesi ne quartiere ed attivisti. cercasi volontari per organizzare giochi per i bambini.Portare cibo e da bere per tutti! Ci vediamo alla tenda Gawit.Domande? Contattare sxxxxxx@gmail.com
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Invito pubblico alla manifestazione del venerdì:"Gerusalemme non diventerà come Hebron!!! No al terrore dei coloni a Sheikh Jarrah

Unitevi alla lotta contro le azioni dei coloni a Sheikh JarrahRaduno a Sheikh Jarrah alle 15:00 Bus da Tel Aviv in partenza dalla stazione di Arlozorov.

Bus in partenza da Beer ShevaVenerdì 6 febbraio
Manifestazione a prova di pioggia a Sheikh Jarrah con più di 200 manifestanti e 100 ombrelli nel parco vicino al quartiere per quasi 2 ore di canti e percussioni sotto la pioggia battente e nel freddo di Gerusalemme. Per la seconda settimana di fila la polizia ha dimostrato una calma non comune, evitando provocazioni ed arresti. Tuttavia, l'ingresso nel quartiere era permesso solo ai coloni ebrei, per cui un gruppetto di bambini e di clowns con palloncini sono stati respinti al posto di blocco improvvisato dalla polizia.

I manifestanti hanno tenuto alto lo spirito danzando in cerchio fino alla fine della manifestazione – per poi spostarsi a Gerusalemme ovest per una festa per la raccolta di fondi per la lotta.

SUD DI BETLEMME & HEBRON
Le violenze dei coloni non sono un fenomeno nuovo - fai crescere la resistenza organizzata:"Urgente: i coloni stanno attaccando i contadini ed i volontari a Betlemme Sud.

Attaccano i contadini e gli internazionali che fanno lavori agricoli a Jeb AlTheeb a sud di Betlemme. Occorre la presenza urgente di attivisti.

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Riunione a Hebron il 4 febbraio per gli attivisti coinvolti nella lotta "Aprire Shuhada Street" .

Invito alla plantumazione di 2 alberi in settimana: Il 9 febbraio nella regione di Ma'asara ed il 10-2-10 a Beit Umar.

SUD DI ISRAELE
Continua il trasferimento dei beduini palestinesi all'interno dei confini israeliani del 1948 still continue: Invito - "Il comitato popolare di Al-Araqib" " Forum per il riconoscimento"Invito per piantare ulivi nel villaggio, sabato 6 febbraio alle 10.30 - invito aperto a famiglie e bambini

Precedenti reports:http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/
Link esterno: http://awalls.org

Ilan Shalif (AATW)
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni INternazionali)

lunedì 8 febbraio 2010

M'illumino Diverso

VENERDI' 12 FEBBRAIO 2010
spazio sociale 100celle APERTE e ER GAS
organizzano
M'ILLUMINO DIVERSO
Giornata del risparmio energetico
Verso un'energia libera e sostenibile

CENA VEGANA e INCURSIONI SPETTACOLARI con:
-ROSSO MALPELO Roma
-il MASCOLINI Show
-LORENZO Riserbato

inizio ore 20
10 euro di sottoscrizione per cena e spettacolo

Iniziativa gemellata con il PROGETTO E.V.A.
Riscostruzione dal basso in Abruzzo
eva.pescomaggiore.org

VIENI IN BICI E PORTA UN CERO!

ATTENZIONE: verranno distribuite palle di Montezuma!!

spazio sociale 100celleAPERTE
via delle resede, 5 - centocelle
http://www.100celleaperte.org/

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M'ILLUMINO DIVERSO

Un punto di partenza verso un mondo diverso.
Diverso da chi pensa di risolvere i problemi energetici spegnendo la luce una volta l'anno, soprattutto se si chiamano Tim o Procter & Gamble Italia, leaders della lobby industrial/consumistica.

Diverso da chi vuole farci credere che il nucleare sia indispensabile.
Diverso da chi risolve il problema dei rifiuti con l'esercito.
Diverso da chi mercifica la vita privatizzando l'acqua.
Crediamo in un consumo responsabile, nelle fonti rinnovabili, nel riuso, nella territorialità dell'energia e che acqua è bene comune.

no al nucleare!
no alla privatizzazione dei beni comuni!
no agli inceneritori!

martedì 2 febbraio 2010

“I mandarini e le olive non cadono dal cielo”

In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti per costituire l’Assemblea dei lavoratori Africani di Rosarno a Roma.

Siamo i lavoratori che sono stati obbligati a lasciare Rosarno dopo aver rivendicato i nostri diritti. Lavoravamo in condizioni disumane.Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né elettricità.
Il nostro lavoro era sottopagato.

Lasciavamo I luoghi dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle 20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche.
A volte non riuscivamo nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a farci pagare.
Ritornavamo con le mani vuote e il corpo piegato dalla fatica.
Eravamo, da molti anni, oggetto di discriminazione, sfruttamento e minacce di tutti i generi.

Eravamo sfruttati di giorno e cacciati, di notte, dai figli dei nostri sfruttatori.
Eravamo bastonati, minacciati, braccati come le bestie…prelevati, qualcuno è sparito per sempre.
Ci hanno sparato addosso, per gioco o per l’interesse di qualcuno. Abbiamo continuato a lavorare. Con il tempo eravamo divenuti facili bersagli. Non ne potevamo più.

Coloro che non erano feriti da proiettili, erano feriti nella loro dignità umana, nel loro orgoglio di esseri umani.
Non potevamo più attendere un aiuto che non sarebbe mai arrivato perché siamo invisibili, non esistiamo per le autorità di questo paese. Ci siamo fatti vedere, siamo scesi per strada per gridare la nostra esistenza.
La gente non voleva vederci. Come può manifestare qualcuno che nonesiste?
Le autorità e le forze dell’ordine sono arrivate e ci hanno deportati dalla città perché non eravamo più al sicuro. Gli abitanti di Rosarno si sono messi a darci la caccia, a linciarci, questa volta organizzati in vere eproprie squadre di caccia all’uomo.

Siamo stati rinchiusi nei centri di detenzione per immigrati. Molti di noi ci sono ancora li, altri sono tornati in Africa, altri sono sparpagliati nelle città del Sud.
Noi siamo a Roma. Oggi ci ritroviamo senza lavoro, senza un posto dove dormire, senza I nostri bagagli e con I salari ancora non pagati nelle mani dei nostri sfruttatori.

Noi diciamo di essere degli attori della vita economica di questo paese, le cui autorità non vogliono né vederci né ascoltarci. I mandarini, le olive, le arance non cadono dal cielo. Sono delle mani che li raccolgono. Eravamo riusciti a trovare un lavoro che abbiamo perduto semplicemente perché abbiamo domandato di essere trattati come esseri umani.

Non siamo venuti in Italia per fare i turisti. Il nostro lavoro e il nostro sudore serve all’Italia come serve alle nostre famiglie che hanno riposto in noi molte speranze.
Domandiamo alle autorità di questo paese di incontrarci e di ascoltarele nostre richieste:
- domandiamo che il permesso di soggiorno concesso per motive umanitari agli 11 africani feriti a Rosarno, sia accordato anche a tutti noi, vittime dello sfruttamento e della nostra condizione irregolare che ci ha lasciato senza lavoro, abbandonati e dimenticati per strada.

Vogliamo che il governo di questo paese si assuma le sue responsabilitàe ci garantisca la possibilità di lavorare con dignità.

L’Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma