giovedì 29 aprile 2010

Primo maggio 2010




Il Primo maggio, ieri come oggi, significa

rispetto per le mobilitazioni dei lavoratori di

tutto il mondo che hanno sofferto, pagando

anche con le proprie vite, nelle lotte per

cambiare la condizione di uomini e donne

sottoposte al controllo del capitalismo

Noi comunisti anarchici rivendichiamo la lotta per

un cambiamento radicale della società verso una

società di libertà, uguaglianza e solidarietà, ma

non possiamo dimenticare che in molti paesi non

si è ancora raggiunto il livello minimo di garanzie

di espressione sindacale, e c'è chi lavora a

condizioni e salari subumani. Il nostro pensiero

oggi va a queste realtà con il rafforzamento delle

reti di sostegno alle lotte dei popoli di tutto il

mondo.

Nei paesi dell’Occidente, "culla delle libertà", il

destino di uomini e donne che lavorano è

diventato negli ultimi due decenni sempre peggiore; precarizzazione, flessibilità, parole

magiche sposate da destra e sinistra in tempi non sospetti, sono ora sotto gli occhi di tutti nei

loro effetti per i durissimi colpi di una crisi nata proprio dalla diminuzione dei salari e dalla

distruzione di posti di lavoro.

Gli Stati, i vertici del G8 i banchieri ,lo sanno e scelgono la repressione, l’oppressione e lo sfruttamento.

Scelgono di salvare le banche ed il sistema finanziario senza preoccuparsi delle nefaste conseguenze

che queste scelte hanno sulle già precarie condizioni di vita delle persone, si nasconde la verità, le

dimensioni della crisi stanno invadendo l’Europa, ed il popolo greco sarà solamente il primo ad essere

sacrificato sull’altare del profitto dei pochi che detengono il potere..

Ma anche in tempi di dura crisi il Primo maggio continua a ricordare che sono le lotte dei

lavoratori, autorganizzate e federate, che conquistano i diritti. Che non sono mai acquisiti per

sempre.

Ma che vanno difesi, allargati e condivisi con le lotte.

Perché, e le mobilitazioni in tutto il mondo lo hanno ricordato in questi mesi di crisi, le

lotte di massa, dal basso, autogestite, sono nel sangue e nella memoria storica del

movimento dei lavoratori e contrastano i dirigenti del capitalismo internazionale ed i

governi di tutto il mondo in nome della giustizia sociale e della difesa degli interessi

materiali del mondo del lavoro.

Il compito dei comunisti anarchici e dei rivoluzionari per la libertà e l'uguaglianza è di

raccogliere questa memoria e portarla nelle lotte del presente, quale forza agente parte

costitutiva del movimento dei lavoratori, un movimento che deve diventare una vera forza

rivoluzionaria in grado di distruggere il capitalismo e inaugurare una nuova era di libertà,

solidarietà e uguaglianza.

PRIMO MAGGIO: DIFENDERE, ALLARGARE E CONDIVIDERE LE LOTTE

1° maggio 2010

Federazione dei Comunisti Anarchici (RE)

Gr. Comunista Libertario F.lli Cervi (RE)

mail fdca@fdca.it

martedì 20 aprile 2010

Ai Partigiani di Quarticciolo



Ieri, oggi e sempre
Quarticciolo ribelle

Perché la liberazione è un esercizio quotidiano
Sabato 24 Aprile 2010
Piazza del Quarticciolo
dalle ore 13:00 pranzo popolare in piazza
ore 16:00 apposizione della targa in memoria dei partigiani del Quarticciolo
dalle ore 17:00 concerto in pazza della "Banda Jorona" (canzoni della mala romana).
Promuovono:

Laboratorio Sociale La Talpa
Militant

venerdì 16 aprile 2010

COMUNICATO STAMPA

La Rete Sociale dell’XI Municipio sulla verità dei fatti di stanotte a Valco San Paolo
e le menzogne degli squadristi di Casa Pound e della loro succursale Blocco Studentesco.
Oggi ore 14 conferenza stampa nella sala consiliare XI Municipio in via B. Croce 50.
La notte tra il 13 e il 14 aprile la rete sociale dell’XI municipio, rete plurale di associazioni, centri sociali, movimenti per il diritto all’abitare e collettivi studenteschi del territorio, mentre attacchinava i manifesti per la campagna referendaria per l’acqua pubblica e i manifesti dei collettivi studenteschi impegnati nella campagna elettorale universitaria, ha incontrato in zona Valco San Paolo un gruppo di militanti di estrema destra appartenente al Blocco Studentesco alias Casapound che si aggiravano armati di mazze chiodate, catene e bastoni fra i quali indubbiamente vanno annoverati quelli poi sequestrati, abbandonati per strada, dalle forze dell’ordine. Dopo aver più volte chiesto ai neofascisti di allontanarsi da un quartiere che in più occasioni ha dimostrato la sua natura antifascista e che troppo spesso è stato teatro, specie dentro e intorno all’ateneo di Roma 3, di aggressioni degli squadristi, siamo stati attaccati da una formazione paramilitare che ha rivelato gli stessi protagonisti e le stesse modalità del noto episodio dell’attacco all’Onda in Piazza Navona nel 2008.
La vittoria della destra alle ultime elezioni regionali ha rafforzato la convinzione di questi gruppi, che hanno le loro rappresentanze istituzionali all’interno del Pdl capitolino, di godere d’una totale impunità in forza dell’ampia copertura politica nelle istituzioni, come apparso già durante la campagna elettorale con i sanguinosi raid nell’ateneo di Tor Vergata da parte di Blocco Studentesco e di noti esponenti della sua casa-madre ossia Casapound, così come con la più folkloristica parata allestita nel quartiere Esquilino alla vigilia della “festa del Pdl” per la vittoria di Renata Polverini che ha sollevato proteste dei residenti. Non è dunque un caso che sia la stessa Casapound Italia, che si prepara a schierare le sue forze e a coinvolgere il Pdl nella marcia nazionale lanciata per il 7 maggio a Roma sotto le mentite spoglie di Blocco studentesco, a intervenire adesso sulla vicenda chiamando in causa sindaco della Capitale, neopresidente della Regione Lazio e addirittura il ministro degli Interni, oltre a cercare di imporre una pressione sulle autorità accademiche dell’Università Roma 3.
Respingiamo la montatura vittimista costruita da Casa Pound su un episodio che ha semplicemente fatto prendere corpo al clima di odio e d’intimidazione fatto crescere attraverso Blocco Studentesco nella sua scalata alle elezioni universitarie, ribadiamo la necessità di sospendere da queste la lista del Blocco Studentesco e denunciamo l’unilateralità dei fermi effettuati stanotte dalle forze dell’ordine intervenute. Chiamiamo alla solidarietà, alla vigilanza e alla mobilitazione tutta la Roma democratica, antifascista, antirazzista e antisessista, a partire dalla conferenza stampa che svolgeremo alle 14 di oggi stesso sui fatti della scorsa notte nella sala consiliare dell’XI Municipio e dall’iniziativa già da tempo stabilita per lunedì 19 aprile alle 15 nella facoltà di Lettere di Roma 3 dall’Assemblea permanente dell’ateneo e dalla rete Ram, in preparazione del prossimo 25 aprile.

Roma, 14 aprile 2010

Rete Sociale XI Municipio

martedì 13 aprile 2010

Elezioni 2010: i vincitori di sempre



Non ha bisogno di presentarsi o candidarsi direttamente alle elezioni, siano esse nazionali o locali o europee. Tanto sa che vince sempre. Dalle elezioni si aspetta che il sistema statale e amministrativo si metta a sua disposizione.

Dalle coalizioni si aspetta che i programmi e i partiti dividano il popolo degli elettori su base geografica, dialettale, religiosa, etica, anche ideologica se serve, purché vengano occultati gli interessi di classe dei cittadini.
E' soddisfatto del fatto che persino i suoi acerrimi nemici, partiti che si autoproclamano anticapitalisti, si presentino alle elezioni, per poter dimostrare la sua forza e la loro inconsistenza elettorale. E questi, puntualmente, ci cascano.

Vince con Obama e Sarkozy, con Berlusconi e Zapatero, con Cota e la Polverini, con Vendola ed Errani.
Vince perché, lui, il capitalismo, non può essere sconfitto in nessuna elezione. Persino il massiccio astensionismo che ha colpito tutti i concorrenti (la stessa Lega Nord perde quasi 150.000 voti rispetto al 2009) non indebolisce il significato politico delle elezioni per il sistema capitalistico.
E' una conferma del suo potere.

La lotta contro il capitalismo si svolge tutti i giorni su altri terreni, in cui la debolezza del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici è questione ben più preoccupante della sconfitta elettorale della sinistra.
Retribuzioni ferme e stagnati a febbraio, disoccupazione all'8.2%, disoccupazione giovanile al 28%, mezzo milione di espulsi dalla produzione ed altri 800.000 in cassa integrazione, 3,4 miliardi di euro di disavanzo nella sanità pubblica, l'articolo 18, scuola e pensioni sempre nel mirino dei tagli... e di fronte a tutto questo è grande la solitudine dei lavoratori e delle lavoratrici, dei precari e degli immigrati, ascoltati e sostenuti con difficoltà da quelle correnti sindacali ancora disponibili al conflitto ed alla lotta... di classe.

Non sarà il 7,1% di astensionismo in più e non saranno nemmeno le 5 stelle a trovare un posto di lavoro ai 130.000 disoccupati del Piemonte, a cui Cota e la Lega Nord dovranno delle risposte. Non sarà il 6% di astensionismo in più a dare una soluzione ai 47.000 disoccupati in Veneto, a cui Zaia e la Lega Nord dovranno dare risposte.

Queste risposte possono venire solo dalla lotta dal basso, dall'autorganizzazione del lavoratori e delle lavoratrici, dei disoccupati, dei precari, dei migranti, per il riconoscimento dei loro diritti.

Si può pensare, e a volte riuscire, di battere il centrodestra votando per Vendola e magari per Grillo, ma per vincere davvero occorre andare oltre le scorciatoie elettorali e l'illusione delle percentuali. Occorre lavorare ogni giorno per la ricomposizione del movimento dei lavoratori sulla base dei propri interessi immediati, dei propri diritti, sempre contrapposti a quelli delle classi dirigenti nazionali e regionali.

Questo è il nostro terreno, questo è il terreno per una sinistra anticapitalista nella lotta nella costruzione fin da ora di una società autogestionaria.

Federazione dei Comunisti Anarchici
12 aprile 2010

venerdì 9 aprile 2010

I vescovi lancia in resta (non fraintedete) contro la RU486




Allo stesso modo che le mamme, d’ora in poi, debbono stare all’erta se mandano i figlioli in oratorio che non siano spinti a porsi sotto le sottane bollenti di qualche sacerdote tentato dall’”innocenza dei bambini”, così le donne, tutte, si dovranno mobilitare perchè l’obiezione di coscienza sulla RU486 non vada implicando nemmeno uno degli episodi di stalking legalizzato con cui intendono intimidire le donne che abortiscono, in una crociata catto-politica che vede partecipi tutti (o quasi) gli amministratori locali del PdL desiderosi di leccare il culo alla chiesa cattolica, in ringraziamento agli interventi di essa pro-partiti per la vita(e l’amore contro l’invidia e l’odio) che hannno preceduto le elezioni amministrative.
Cominciamo con l’arcivescovo di Torino, che mò che si trova il baciapile leghista Cota come interlocutore afferma: “Da sempre la Chiesa è «per la difesa della vita comunque e tout court. Quindi diciamo no alla pillola del giorno dopo, alla RU486 e all’aborto chirurgico»
Invece di occuparsi dei pervertiti in tonaca che hanno devastato la vita di tanti piccoli ex cattolici che cercavano conforto spirituale e invece han trovato manacce unte e peni repressi a profanare i corpi dei bambini, questo corvaccio lancia un preciso monito(r) al politico leghista fresco di nomina.
Il vescovo di Treviso richiama alla necessità dell’obiezione di coscienza: poichè le donne hanno bisogno del medico che dall’alto del suo potere prescriva la RU486, il prelato esorta i cattolici ad “obiettare” cioè a non prescriverla, così, magari, mentre il medico coscienzioso allunga i tempi della procedura, la donna cambia idea, magari stimolata anche dai “crociati della vita” che vanno da lei, le parlano, la colpevolizzano, la fanno sentire una merdaccia, le instillano pensieri suicidi per cui alla fine o rinuncia ad abortire o “paga” in termini di assorbimento di violenza psicologica che è pur sempre una punizione.
Ma io mi chiedo: perchè non mandano i militanti pro-life dai preti di cui le alte gerarchie “sanno” che ha tentazioni pedofile (e spesso si sono limitati, pur essendone a conoscenza, a cambiargli parrocchia) ad ammorbargli la coscienza? Anche quella dei bambini è vita, anzi lo è sicuramente di piu’ del grumo di cellule, l’embrione, che con l’aborto si va a sopprimere. Forse perchè non si puo’ sodomizzare (ancora) l’embrione, mentre invece il bambino è “nelle mani di dio e se viene sodomizzato è per volontà dell’onnipotente” , non è nelle mani di un’assassina di embrioni su cui si vuole agire in modo punitivo e violento per la sua disobbedienza, satanica, a dio.
Arriviamo ai politici. Uno come Formigoni dice che la Ru486 va in direzione opposta alla 194, perchè “lascia sola la donna”. Figuratevi l’ipocrisia! Se non c’è il bisturi, l’ospedalizzazione, i militanti pro-life che vessano le povere donne che già hanno il loro fardello, allora “sono lasciate sole”. Egli, come altri, chiede “rigore” nell’applicazione della legge, quindi 3 giorni di ospedalizzazione (anche se la RU486 richiederebbe un semplice day hospital) anche se negli ospedali nostrani buttano fuori a pedate nel culo gravissimi pazienti anziani per mancanza di letti, di risorse e di personale, spesso condannandoli all’eutanasia passiva da abbandono.
Ma si sa, i vecchietti malati, come i bambini che sono stati violentati dai preti non sono propriamente “vita”. Non portano clamore politico, non muovono militanti “pro-life” . Sono, diciamo, vita di serie b, non considerati dai politici qualcosa che li fa guadagnare come fama e quattrini. E allora ecco le dichiarazioni roboanti di potenti tronfi che devono colpire le donne e la loro “volontà di decidere” serenamente, senza stronzi con la faccia escrementizia da catechisti che dicono loro “ma sei sicura di voler uccidere la creatura che hai in grembo? Hai pensato che la madonnina piangerà quando il tuo bambino sarà avvelenato?” .
E così individui emergenti da gentaglia- infima ma superpagata da noi- piu’ che mai punitivi parlano e (purtroppo) agiscono, ma lo fanno perchè è la “loro coscienza” a dirgli di perseguitare le donne che abortiscono, mica il loro avido carrierismo.
Ecco dunque che’ vediamo un consigliere PdL dell’Umbria, tal Alfredo De Sio, in fregola di carriera in culo al vaticano che, mescolando la polemica contro il relativismo etico di matrice clericale con argomenti sanitari di cui, evidentemente, non sa un cazzo, dichiara:“‘La banalizzazione dell’aborto e’ contraria non solo ai principi di civilta’, ma alle stesse disposizioni della legge 194 che prevede percorsi preventivi tendenti a rimuovere le condizioni che portano alla richiesta di interruzione di gravidanza, nonche’ misure sanitarie a tutela della salute della donna. Va evitato che l’avanzare di una cultura relativista rischi di causare danni anche sotto il profilo sanitario”
Cioè: il papa non bercia contro una tendenza liberale che tutela la libertà del cittadino di scegliersi le cure che preferisce, di decidere, se donna, di avvalersi della 194 soffredo il meno possibile, no. Il diktat morale del “santopadre”, secondo costui, è anche un diktat sanitario. Quindi si risponde con: rigidità, punizione, rigore contro delle donne che “banalizzano” l’aborto, che lo vogliono far diventare “una passeggiata” anche per la loro salute!
Che cari, neh, come ’sto stronzo qui, De Sio: Che “la somministrazione della Ru486 venga contenuta e prevista solo da rigidi parametri applicativi”! Tuona. Quindi ospedalizzazione obbligata: “”la legge 194 prevede il ricovero ospedaliero per la procedura di aborto e non c’e’ nessuna ragione per aggirare questa prescrizione che e’ innanzi tutto una prescrizione sanitaria”.
Cio’ anche perchè si possa essere sicuri che la donna che abortisce faccia dei “percorsi di dissuasione” previsti dalla legge: ovvero i militanti pro-life che stalkerano le degenti per la 194. Percorsi che sono stati ribaditi da molti consiglieri, in primis il ciellino Formigoni, saranno garantiti scrupolosamente, mentre in Friuli la prima cosa che si sono premurati di garantire è l’obiezione di coscienza.
Questa destra ipocrita, baciapile, voltagabbana, sta attentando alla libertà delle donne, vorrebbe tornare all’aborto clandestino e ai decessi di massa delle donne meno abbienti. E’ necessaria una mobilitazione dal basso perchè i pallidi “oppositori” si limitano a sbiadite dichiarazioni di cui neppure sono convinti perchè il maggior partito di “opposizione” (il PD) trabocca di baciapile anche lui.
Bisogna rifiutare i militanti pro-life, invitarli con la massima decisione possibile ad allontanarsi qualora una donna non desideri conferire con loro. E’ necessario che le avvocatesse si mobilitino in una sorta di volontariato femminile per denunciare coloro che, facendo obiezione di coscienza, prolungano la degenza e mettono a rischio la salute psichica della donna (punto centrale della 194).
Bisogna che siano denunciati, in massa, con nome e cognome, che si venga a sapere se, magari obiettori nel pubblico, diventano operosi abortisti nel privato anche fuori dai termini previsti dalla 194, come mostrarono “le iene” nel filmato.
Bisogna fermarli, usando ogni mezzo. Non per gente come me, che ormai non ha piu’ di questi problemi, ma per le nostra figlie: Affinche’ questo paese non diventi, per le donne di domani, un inferno clericale come in passato è già stato.

giovedì 8 aprile 2010

NELL’ANNIVERSARIO DI CERNOBYL STAFFETTA DA CIVITAVECCHIA A MONTALTO - “ BASTA ENERGIA PADRONA, MORTI SUL LAVORO E NUCLEARE,MAI PIU’ “

Da oggi e per almeno 15 gg. il “ cantiere della morte” di Torvaldaliga sarà fermo per l’ordinanza di chiusura emessa dal sindaco di Civitavecchia.
Da ieri sono iscritti nel registro degli indagati “per omicidio colposo” 11 persone : 3 responsabili della ditta Guerrucci ( da cui dipendeva Sergio Capitani), 1 della ditta General Montaggi( che aveva da poco controllato “l’impianto ammoniaca”), ben 7 dell’Enel , dal capo centrale a dirigenti e tecnici della centrale di Torvaldaliga Nord.

Da stamani , ha preso il via l’ispezione dell’ISPELS con l’incarico di verificare le inadempienze della sicurezza sul lavoro.Qualcosa si è smosso , ma al caro prezzo di vite umane e disastri ripetuti !
Le colpe e le responsabilità – oltre quelle primarie dell’Enel che gestisce 2/3 della produzione nazionale( di quella di molti altri paesi UE, anche nucleare) e che controlla centinaia di ditte in appalto e subappalto che lavorano per lei - sono dei partiti e del Parlamento, che hanno svuotato e reso mano mano inservibile la “legge sulla sicurezza del lavoro”, sostitutiva della 626/94 .In particolare scaricando su altri sottoposti le “responsabilità primarie del datore di lavoro “ che non è più il “ responsabile della sicurezza”.

Dove, “ il piano dei rischi” non è fatto sulla specifica tipologia dell’impianto, bensì su un fac simile generico. Dove, agli addetti pubblici al controllo della sicurezza è permesso di fare i consulenti per i gestori privati. Dove le sanzioni sono diventate ridicole e/o inesistenti.

OVVERO, A FRONTE DI MORTI E DISASTRI RIPETUTI, PARTITI E PARLAMENTO HANNO DELIBERATO L’ IMPUNITA’ ZERO !

Seguiremo passo passo questa vicenda, affinché non si chiuda con un nulla di fatto.Siamo altrettanto preoccupati per la famelicità dell’Enel, dei partiti e degli imprenditori nazionali/locali, che pur di realizzare impianti inutili e dannosi - di muovere ingenti somme e relative mazzette – non esiterebbero a candidare il territorio che va da Civitavecchia a Montalto di Castro quali località per le centrali nucleari, con tutto il carico di morti , di disgrazie e di tumorati al presente e per le future generazioni.

VANNO SMASCHERATI SUBITO; GLI VA IMPEDITO DI NUOCERE ANCORA !!

A breve , il 26 aprile, ricorre il 24° anniversario del disastro nucleare di Cernobyl - che ha causato decine di migliaia di morti in Ucraina-Russia-Bielorussia…..Polonia-Cekia-Slovacchia,Bulgaria, Romania,…… Austria, Slovenia, Germania,Italia – sarà l’occasione per tornare a Montalto il 24 aprile , con una staffetta da Civitavecchia a Montalto per gridare “ basta con l’energia padrona , morti sul lavoro e nucleare, mai più”

Roma 7 aprile 2010

Cobas Energia/ Cobas Lavoro Privato - Coordinamento Antinucleare “ salute,ambiente,energia”

martedì 6 aprile 2010

Quando Joy dice "No" è "NO!"

--------------------------
Dieci mesi passati tra Cie e carceri, dieci mesi di pasta col pomodoro e riso col pomodoro.
E la prospettiva di passarne così ancora almeno altri due.Oggi Joy ha detto "Basta!" e ha rimandato indietro, a pranzo e cena, la sbobba propinata al Cie di Modena.

Il risultato? La polizia è andata da lei con i militari, l'hanno chiamata in corridoio, da sola, chiedendole perché non volesse mangiare. Joy ha spiegatoche non ne poteva più, dopo dieci mesi, di mangiare sempre le stesse cose.

Alla domanda "Cosa vuoi fare?", ha risposto che vuole morire, rifiutare il cibo e fare lo sciopero della fame fino a morire. Il consiglio che le viene dato dalla polizia è di battere la testa contro almuro fino a spaccarsela, di ammazzarsi così.

Ma Joy non demorde e li invita a picchiarla fino ad ammazzarla di botte. Loro sanno bene cosa succederebbe dentro e fuori i Cie se questa cosa accadesse e, finalmente, se ne vanno...

E domani?
---------------------------------------------
Solidarietà a Joy e a tutti i prigionieri e prigioniere del razzismo di Stato!
---------------------------------------------

La società civile, le città, i quartieri, le scuole, le fabbriche sono diventati un grande affare securitario. Si va alla caccia di qualcuno da additare a nemico del potere costituito, nemico dell'ordine costituito, nemico del Papa, nemico dello sfruttamento, nemico delle discriminazioni, nemico dell'inquinamento, nemico del militarismo, nemico del neo-fascismo...

La posta in gioco è il controllo del territorio, non solo sul piano poliziesco-repressivo, ma anche sul piano della segregazione etnica, dell'imposizione di ideologie integraliste (neo-fascismo, clericalismo, militarismo), della valorizzazione affaristica e capitalistica di esso (ambiente, corridoi, energia, de-industrializzazione, case) senza avere tra i piedi forme di dissenso.

I lavoratori e le lavoratrici immigrati/e sono i/le primi/e a farne le spese. Ogni ondata securitaria anti-albanese, anti-araba, anti-rumena, anti-rom, non fa che alzare steccati che rinchiudono virtualmente ciascuno nella sua comunità, sotto la minaccia dell'espulsione o dei nuovi e "confortevoli" CIE a gestione consociativa cattolica e Coop, evitando così la contaminazione, l'interculturalità, magari l'unità di interessi.

La politica asservita al potere economico ha bisogno di questo terroristico controllo per tenere sotto scacco la classe lavoratrice mondiale nel tentativo di nascondere che è la globalizzazione dell'economia e la creazione di zone di libero scambio ed il conseguente sviluppo ineguale del capitalismo a spingere i migranti a cercare migliori condizioni di vita.

La globalizzazione economica si fonda su una nuova organizzazione e divisione internazionale del lavoro, sull'innovazione e l'impiego di tecnologie dell'informazione al fine di decentrare, delocalizzare e flessibilizzare la produzione mondiale, intessendo delle reti imprenditoriali interconnesse e interrelate. Il tutto, scomponendo allo stesso tempo la classe lavoratrice in mille gruppi, conduce all'iper-sfruttamento delle nuove generazioni operaie: giovani, donne, immigrati, bambini. Non si tratta d'una visione del passato, ottocentesca, è il più realistico dei presenti, è l'incubo del XXI° secolo.

Il feroce sfruttamento economico del capitale non guarda in faccia a nessuno, non sta a sottilizzare sul colore della pelle né tanto meno sulle credenze religiose; prende di mira soprattutto gli strati più deboli della popolazione, proprio perché più facilmente ricattabili e quindi più facilmente sfruttabili. Ieri i lavoratori italiani, irlandesi, ispanici negli USA, oggi quelli africani, europei dell'est, mediorientali nella democratica Europa.

Questo è il motivo per cui lo sfruttamento mondializzato mira soprattutto le popolazioni immigrate, perché private dei diritti e sradicate, portate a rinchiudersi nel ghetto delle identità, costituiscono una popolazione facile da sfruttare.
Il padronato ne fa una strumentalizzazione per dividere i lavoratori creando competizioni fittizie che generano e rinsaldano il razzismo. I clandestini sono per il padronato una preziosa manodopera docile e flessibile.

Separare i diritti (politici e sociali) dalla nazionalità, per la libertà di circolazione e di insediamento, è un mezzo per combattere questa tendenza del capitalismo.
Sono proprio questi muri che dobbiamo abbattere o superare con organismi di base cosmopoliti di italiani e nuovi cittadini, per lottare insieme contro le discriminazioni e per la piena cittadinanza, a tutti i livelli, a partire dalla lotta per la sicurezza sociale, per i diritti all'abitare, ad un lavoro dignitoso, per una scuola e una sanità accessibili a tutti.

In questa lotta è bene essere consapevoli che laddove le subdole forme repressive delle istituzioni non bastassero, bisognerà affrontare il razzismo incarnato oggi nelle formazioni neo-fasciste che appestano il territorio con una buona dose di consenso istituzionale.

Occorre, quindi, costituire reti antifasciste e antirazziste di massa che uniscano la battaglia culturale ed il mantenimento della memoria delle lotte della classe lavoratrice a campagne di agibilità piena del territorio.

E unitamente alla lotta per l'acquisizione della piena cittadinanza, occorre coinvolgere i lavoratori migranti alle lotte sindacali, sociali e territoriali.
Contro le logiche repressive, criminali, discriminatorie e di sfruttamento da qualunque parte provengano.

domenica 4 aprile 2010

Padova, RU 486: le donne si mobilitano subito!


Iniziativa di protesta ieri a Padova delle "Donne in Movimento" contro l’attacco del neo-governatore leghista Zaia alla libertà di scelta delle donne e alla legge 194

Si è svolta ieri mattina a Padova una iniziativa di Donne in Movimento davanti alla Clinica Ostetrica dell’Ospedale.
Una risposta immediata dopo le dichiarazioni del neo-governatore Zaia. Zaia ha dichiarato ieri "Non daremo mai l’autorizzazione per poter trovare questa pillola nei nostri ospedali".

Anche i medici non obiettori sono allibiti: "Noi sappiamo che c’è una normativa dello Stato che ha permesso la circolazione del farmaco, che rientra nell’ambito della 194, a livello ospedaliero. Non è ancora mai accaduto che una Regione possa bloccare un medicinale approvato in sede nazionale".

E’ evidentemente a tutti che si tratta di un vero attacco alla legge 194: è l’uguaglianza delle opportunità e dei servizi ad essere messa in dubbio con queste dichiarazioni. In un certo senso la scelta di Cota e di Zaia è già un pezzo di secessione più che una dichiarazione di fede.
L' avevamo già visto su altre questioni come l’accesso ai servizi sanitari, alla casa o all’istruzione per i migranti irregolari.

Ecco il testo del comunicato.194 via crucis delle donne

ATTACCO ALLA LIBERTA' DELLE DONNE
E' di questi giorni l'annuncio che il farmaco RU 486 è arrivato in Italia e che sarà commercializzato nei prossimi giorni.
Non ancora insediati, due neo governatori leghisti, già stanno lanciando i loro anatemi contro l'aborto.
Parliamo di Cota e di Zaia, rispettivamente neo eletti presidenti della regione Piemonte il primo, della regione Veneto il secondo, i quali come primo intervento politico nella loro nuova veste, dichiarano che bloccheranno la commercializzazione del farmaco suddetto.
Plaude tutto il clericato, in primis il papa Benedetto e il monsignor Fisichella che è il presidente della pontificia accademia per la vita.
Tutto questo rappresenta un attacco insopportabile alla libertà di scelta delle donne!
Le donne negli anni '70 hanno lottato duramente per ottenere il diritto di interrompere la gravidanza senza il rischio di morire.
Esiste oggi la legge 194 che garantisce questo diritto. Non è la legge perfetta e, in questo paese, è stato fatto di tutto per renderla inefficace e in questi decenni ha subito molti attacchi.
Negli anni '80 poi è stato introdotto in vari paesi dell'Europa, Italia esclusa, l'aborto farmacologico (con l'impiego della RU 486) che permette alle donne di interrompere la gravidanza entro i primi 49 giorni di amenorrea ed evita alla donna il ricovero ospedaliero.
Dopo lunghe vicende, finalmente anche qui sarebbe da oggi possibile poter scegliere questo metodo di interruzione della gravidanza.
Oggi però la lega nord attacca le donne, in particolare le donne venete e piemontesi, cercando di impedire in tutti i modi l'introduzione nelle farmacie degli ospedali di questo prodotto farmaceutico che dovrebbe invece essere a disposizione delle donne che scelgono tale metodo.
E' indispensabile che noi donne ci opponiamo con forza all'attacco alla libertà di poter scegliere, sulla propria vita, sul proprio corpo.
I nostri corpi non sono a disposizione di terzi, non sono proprietà privata di altri che possano disporre a proprio piacimento della nostra vita.
La nostra libertà ed indipendenza sono seriamente messe a repentaglio da integralismi, da reazionarismi ed obiettori che vogliono relegare le donne a ruoli secondari e togliere la libertà ed i diritti acquisiti, che vogliono riportare le donne ad abortire clandestinamente, pagando profumatamente medici “obiettori” o morendo di emorragia o di setticemia in mano alle “mammane”.
Segnaliamo inoltre che nel veneto la giunta fuoriuscente ha già predisposto l'inserimento obbligatorio e il finanziamento di “associazioni che si occupano di educazione familiare”, alias “movimento per la vita “ all'interno dei consultori.

GIU' LE MANI DAI NOSTRI CORPI!!!
Donne in Movimento