venerdì 9 aprile 2010

I vescovi lancia in resta (non fraintedete) contro la RU486




Allo stesso modo che le mamme, d’ora in poi, debbono stare all’erta se mandano i figlioli in oratorio che non siano spinti a porsi sotto le sottane bollenti di qualche sacerdote tentato dall’”innocenza dei bambini”, così le donne, tutte, si dovranno mobilitare perchè l’obiezione di coscienza sulla RU486 non vada implicando nemmeno uno degli episodi di stalking legalizzato con cui intendono intimidire le donne che abortiscono, in una crociata catto-politica che vede partecipi tutti (o quasi) gli amministratori locali del PdL desiderosi di leccare il culo alla chiesa cattolica, in ringraziamento agli interventi di essa pro-partiti per la vita(e l’amore contro l’invidia e l’odio) che hannno preceduto le elezioni amministrative.
Cominciamo con l’arcivescovo di Torino, che mò che si trova il baciapile leghista Cota come interlocutore afferma: “Da sempre la Chiesa è «per la difesa della vita comunque e tout court. Quindi diciamo no alla pillola del giorno dopo, alla RU486 e all’aborto chirurgico»
Invece di occuparsi dei pervertiti in tonaca che hanno devastato la vita di tanti piccoli ex cattolici che cercavano conforto spirituale e invece han trovato manacce unte e peni repressi a profanare i corpi dei bambini, questo corvaccio lancia un preciso monito(r) al politico leghista fresco di nomina.
Il vescovo di Treviso richiama alla necessità dell’obiezione di coscienza: poichè le donne hanno bisogno del medico che dall’alto del suo potere prescriva la RU486, il prelato esorta i cattolici ad “obiettare” cioè a non prescriverla, così, magari, mentre il medico coscienzioso allunga i tempi della procedura, la donna cambia idea, magari stimolata anche dai “crociati della vita” che vanno da lei, le parlano, la colpevolizzano, la fanno sentire una merdaccia, le instillano pensieri suicidi per cui alla fine o rinuncia ad abortire o “paga” in termini di assorbimento di violenza psicologica che è pur sempre una punizione.
Ma io mi chiedo: perchè non mandano i militanti pro-life dai preti di cui le alte gerarchie “sanno” che ha tentazioni pedofile (e spesso si sono limitati, pur essendone a conoscenza, a cambiargli parrocchia) ad ammorbargli la coscienza? Anche quella dei bambini è vita, anzi lo è sicuramente di piu’ del grumo di cellule, l’embrione, che con l’aborto si va a sopprimere. Forse perchè non si puo’ sodomizzare (ancora) l’embrione, mentre invece il bambino è “nelle mani di dio e se viene sodomizzato è per volontà dell’onnipotente” , non è nelle mani di un’assassina di embrioni su cui si vuole agire in modo punitivo e violento per la sua disobbedienza, satanica, a dio.
Arriviamo ai politici. Uno come Formigoni dice che la Ru486 va in direzione opposta alla 194, perchè “lascia sola la donna”. Figuratevi l’ipocrisia! Se non c’è il bisturi, l’ospedalizzazione, i militanti pro-life che vessano le povere donne che già hanno il loro fardello, allora “sono lasciate sole”. Egli, come altri, chiede “rigore” nell’applicazione della legge, quindi 3 giorni di ospedalizzazione (anche se la RU486 richiederebbe un semplice day hospital) anche se negli ospedali nostrani buttano fuori a pedate nel culo gravissimi pazienti anziani per mancanza di letti, di risorse e di personale, spesso condannandoli all’eutanasia passiva da abbandono.
Ma si sa, i vecchietti malati, come i bambini che sono stati violentati dai preti non sono propriamente “vita”. Non portano clamore politico, non muovono militanti “pro-life” . Sono, diciamo, vita di serie b, non considerati dai politici qualcosa che li fa guadagnare come fama e quattrini. E allora ecco le dichiarazioni roboanti di potenti tronfi che devono colpire le donne e la loro “volontà di decidere” serenamente, senza stronzi con la faccia escrementizia da catechisti che dicono loro “ma sei sicura di voler uccidere la creatura che hai in grembo? Hai pensato che la madonnina piangerà quando il tuo bambino sarà avvelenato?” .
E così individui emergenti da gentaglia- infima ma superpagata da noi- piu’ che mai punitivi parlano e (purtroppo) agiscono, ma lo fanno perchè è la “loro coscienza” a dirgli di perseguitare le donne che abortiscono, mica il loro avido carrierismo.
Ecco dunque che’ vediamo un consigliere PdL dell’Umbria, tal Alfredo De Sio, in fregola di carriera in culo al vaticano che, mescolando la polemica contro il relativismo etico di matrice clericale con argomenti sanitari di cui, evidentemente, non sa un cazzo, dichiara:“‘La banalizzazione dell’aborto e’ contraria non solo ai principi di civilta’, ma alle stesse disposizioni della legge 194 che prevede percorsi preventivi tendenti a rimuovere le condizioni che portano alla richiesta di interruzione di gravidanza, nonche’ misure sanitarie a tutela della salute della donna. Va evitato che l’avanzare di una cultura relativista rischi di causare danni anche sotto il profilo sanitario”
Cioè: il papa non bercia contro una tendenza liberale che tutela la libertà del cittadino di scegliersi le cure che preferisce, di decidere, se donna, di avvalersi della 194 soffredo il meno possibile, no. Il diktat morale del “santopadre”, secondo costui, è anche un diktat sanitario. Quindi si risponde con: rigidità, punizione, rigore contro delle donne che “banalizzano” l’aborto, che lo vogliono far diventare “una passeggiata” anche per la loro salute!
Che cari, neh, come ’sto stronzo qui, De Sio: Che “la somministrazione della Ru486 venga contenuta e prevista solo da rigidi parametri applicativi”! Tuona. Quindi ospedalizzazione obbligata: “”la legge 194 prevede il ricovero ospedaliero per la procedura di aborto e non c’e’ nessuna ragione per aggirare questa prescrizione che e’ innanzi tutto una prescrizione sanitaria”.
Cio’ anche perchè si possa essere sicuri che la donna che abortisce faccia dei “percorsi di dissuasione” previsti dalla legge: ovvero i militanti pro-life che stalkerano le degenti per la 194. Percorsi che sono stati ribaditi da molti consiglieri, in primis il ciellino Formigoni, saranno garantiti scrupolosamente, mentre in Friuli la prima cosa che si sono premurati di garantire è l’obiezione di coscienza.
Questa destra ipocrita, baciapile, voltagabbana, sta attentando alla libertà delle donne, vorrebbe tornare all’aborto clandestino e ai decessi di massa delle donne meno abbienti. E’ necessaria una mobilitazione dal basso perchè i pallidi “oppositori” si limitano a sbiadite dichiarazioni di cui neppure sono convinti perchè il maggior partito di “opposizione” (il PD) trabocca di baciapile anche lui.
Bisogna rifiutare i militanti pro-life, invitarli con la massima decisione possibile ad allontanarsi qualora una donna non desideri conferire con loro. E’ necessario che le avvocatesse si mobilitino in una sorta di volontariato femminile per denunciare coloro che, facendo obiezione di coscienza, prolungano la degenza e mettono a rischio la salute psichica della donna (punto centrale della 194).
Bisogna che siano denunciati, in massa, con nome e cognome, che si venga a sapere se, magari obiettori nel pubblico, diventano operosi abortisti nel privato anche fuori dai termini previsti dalla 194, come mostrarono “le iene” nel filmato.
Bisogna fermarli, usando ogni mezzo. Non per gente come me, che ormai non ha piu’ di questi problemi, ma per le nostra figlie: Affinche’ questo paese non diventi, per le donne di domani, un inferno clericale come in passato è già stato.

Nessun commento: