sabato 7 agosto 2010

Le cospirazioni criminali della guerra di classe dei ricchi contro i poveri

Da COMIDAD

-----------------------
Questa formula è però qualcosa di più di un semplice slogan della propaganda, infatti rientra nei meccanismi della "falsa coscienza", cioè una visione del mondo che la maggioranza delle persone adotta involontariamente in funzione auto-protettiva. "Questione morale" è una formula invocata da molti per credere di trovarsi di fronte ad una patologia del sistema, e non al suo fisiologico modo di funzionare.

L'affarismo criminale costituisce un'espressione della guerra di classe dei ricchi contro i poveri, e consiste nello sfruttare le occasioni derivanti dall'occupare una posizione di potere legale che, di per sé, comporta anche molteplici opportunità di aggiramento e violazione della legge. "Affarismo criminale" è una di quelle espressioni che in grammatica e retorica si definiscono come "pleonasmi", cioè ripetizioni/rafforzamenti di uno stesso significato. Non possono esistere infatti "affari legali", in quanto il di più di guadagno, rispetto ad una lecita transazione commerciale o finanziaria, deriva sempre dalla possibilità di violare una legge.

Nessuna legge può consentire tout court di derubare i poveri, ma il fatto di gestire la legge consente di mettere in atto tutti gli accorgimenti utili a violarla ed a raggiungere il risultato voluto. Noam Chomsky ha messo in evidenza come negli anni '80 l'Amministrazione Reagan e i grandi gruppi industriali/finanziari statunitensi si siano accordati per violare sistematicamente la legislazione sul lavoro, lasciandola disapplicata, o applicandola in modo rovesciato. Il piano non avrebbe potuto funzionare se alla cospirazione criminale non avesse partecipato anche la magistratura, in particolare le Corti Supreme dei vari Stati e la Corte Suprema federale.

Allo stesso modo, nessuna legge può esplicitamente stanziare dei fondi per finanziare la delocalizzazione delle produzioni in altri Paesi, ma un governo può chiudere un occhio se dei fondi pubblici legalmente destinati all'innovazione tecnologica in loco delle industrie private, vengono invece dirottati all'estero. Ed è infatti ciò che accade abitualmente dagli anni '80, non soltanto negli USA, ma anche in Italia; anzi sembra la storia della FIAT. La stampa anglosassone oggi plaude a Marchionne, che si sarebbe deciso finalmente ad adottare un trattamento "American Style" nei confronti dei lavoratori italiani, facendo fare una figura da imbecille al governatore del Piemonte, Cota, che aveva detto che i bravi lavoratori di Mirafiori, a differenza di quelli di Pomigliano e Termini Imerese, non rischiavano nulla. In realtà, in fatto di frode sistematica nei confronti dei diritti del lavoro, l' "Italian Style" non è mai stato da meno di quello americano.

La pur blanda legislazione anti-infortunistica sul lavoro oggi vigente in Italia, viene lasciata disapplicata dai governi che avrebbero il compito di vigilare, e ciò per consentire alle imprese di risparmiare sui costi di produzione. Il carico finanziario dell'assistenza agli infortunati che sopravvivono, viene poi scaricato sulle pensioni di invalidità, pagate dai contributi dei lavoratori. Non è l'unico caso in cui l'assistenza viene usata illegalmente per finanziare le imprese, dato che il governo consente sistematicamente al padronato di ricorrere alla Cassa Integrazione Guadagni (pagata dai contributi dei lavoratori) per disfarsi temporaneamente di una parte dei dipendenti, sfruttando poi maggiormente i lavoratori rimasti in azienda tramite gli straordinari. Un bel risparmio netto sul costo del lavoro, ottenuto attraverso un saccheggio illegale della previdenza pubblica.

Le cospirazioni criminali costituiscono quindi pratiche comuni nella guerra di classe dei ricchi contro i poveri, e ciò che viene alla luce attraverso le inchieste giudiziarie riguarda il livello intermedio (o basso, come nel caso della "P3") delle cospirazioni, quello in cui vanno a confliggere gli interessi di cosche affaristiche diverse; ma il delitto non emerge mai quando esso corrisponde all'interesse del padronato nel suo insieme. Questo è il motivo per il quale non ci sono inchieste giudiziarie che riguardino il Fondo Monetario Internazionale o la Confindustria, che pure sono quegli organismi che gestiscono in prima persona, insieme con i governi, il delitto che viene compiuto in nome dell'interesse comune del padronato.

Esistono teorie cospirazionistiche ingenue che attribuiscono la cospirazione ad un'unica centrale che si riproduce attraverso i secoli; ma anche questa visione è l'effetto di una falsa coscienza che vorrebbe scaricare la responsabilità di tutto su una patologia esterna al sistema, che sia riuscita ad impadronirsi del sistema stesso. In realtà i ricchi cospirano contro i poveri senza che nessuno glielo ordini o glielo suggerisca, in base al semplice principio che i proventi del delitto possono consentire di comprarsi anche la legge.

Le cospirazioni criminali diventano inoltre corruzione epidemica, un vero e proprio meccanismo di controllo sociale, che stratifica i gradi di complicità. Le sedicenti "riforme" che imperversano da trenta anni in Italia, determinano un caos diffuso nella Pubblica Amministrazione, che moltiplica e veicola le opportunità criminali anche per i livelli medio-bassi dei cosiddetti colletti bianchi. Defraudare qualcuno dei suoi diritti diventa molto più facile quando la "riforma" ti rifornisce di strumenti di potere, di possibilità di abusarne, ed anche di alibi efficientistici per mascherare ogni sopruso.

Il termine "riforma", in questo significato di destabilizzazione a fini di affarismo criminale, fu adottato e lanciato alla fine degli anni '70 da organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Per imitazione, il termine "riforma", in questo senso distorto, è poi penetrato nel linguaggio politico dei vari Stati. Si comprende perciò che oggi definizioni come "riformista" o "riformatore" hanno assunto lo stesso significato di "occidentale", indicano cioè una condizione di sudditanza coloniale e di pratica criminale. Il colonialismo necessita prioritariamente di destabilizzare il tessuto sociale del Paese da colonizzare, rompendo le garanzie sociali preesistenti, e sostituendole con una rete di complicità e collaborazionismi, cioè di cospirazioni criminali; o, se si vuole usare una locuzione più consona al linguaggio giuridico italiano, associazioni a delinquere.

Il potere mondiale degli Stati Uniti si fonda infatti non soltanto sulla aggressività militare, ma soprattutto su questa alleanza organica con le cleptocrazie dei vari Paesi. Ormai è chiaro a tutti che gli Stati Uniti non possiedono la potenza militare che si illudevano di avere negli anni '50 e '60, ed infatti non riescono mai a vincere le loro guerre.

Le continue aggressioni militari statunitensi sortiscono comunque l'effetto di destabilizzare e corrompere gran parte del tessuto sociale dei Paesi occupati, generando una serie di relazioni con i gruppi reazionari e criminali, che si costituiscono in cleptocrazie, ceti dominanti che vedono negli Stati Uniti il loro naturale protettore e punto di riferimento. La guerra di classe globale degli Stati Uniti riesce cioè a collegarsi con le guerre di classe interne ai vari Paesi, costituendo stabili alleanze.
In questo senso, le basi militari USA e NATO non sempre rivestono una funzione militare in senso stretto, ma costituiscono zone franche per ogni genere di traffico illegale, in cui la criminalità locale possa trovare un riferimento ed un asilo. Delle oltre cento basi militari USA e NATO in Italia, poche infatti possono davvero esibire un personale ed un armamento adeguati, che ne giustifichino la funzione militare.

Analogamente, la più grande base militare statunitense all'estero, Bondsteel in Kosovo, risulta essere soprattutto un aeroporto ed un ammasso di magazzini e capannoni, in cui vengono detenute merci di contrabbando e persone sequestrate. Il Kosovo costituisce il caso di uno Stato coloniale creato in funzione di una base militare straniera, ed esplicitamente governato e gestito dalla criminalità organizzata; è un caso talmente evidente e macroscopico che non può essere digerito nell'ambito della formula della "questione morale", quindi si preferisce semplicemente far finta di nulla.

mercoledì 4 agosto 2010

Palestina-Israele, la lotta unitaria supera ogni aspettativa

El-Arakeeb, Beit Jalla, Beit Omar, Bil'in, Hebron (Al Khalil), Gerusalemme (Al Kuds), Ma'asara, Nabi Saleh, Ni'lin, Wad Rahal, Wallaje

In nessun paese del mondo ci si aspetterebbe che gli anarchici possano essere alla testa della più importante lotta condotta dalla sinistra radicale di quel paese. In nessun altro posto del mondo gli anarchici si confrontano con le forze di stato in maniera non-violenta, settimana dopo settimana, allargando gradualmente I consensi.... e continuare a marciare liberi anche quando la repressione chiude in carcere alcuni dei nostri compagni per poche ore o per pochi giorni. Nessuno si aspetterebbe che i fondamentalisti di Hamas possano appoggiare pubblicamente la lotta unitaria insieme ad ebrei anarchici ed atei. Nessuno poteva immaginare la popolarità e l’attenzione che i media danno oggi a poche dozzine di anarchici che in meno di 7 anni hanno cambiato il significato dell’etichetta di “anarchico” nella pubblica opinione. Nessuno pensava che la potente macchina repressive israeliana avrebbe rafforzato l’attività degli anarchici.

El-Arakeeb

Con interventi rinnovati e pressanti lo stato israeliano investe ulteriori sforzi nel trasferimento dei cittadini Beduini israeliani all’interno dei confine del 1948 per ridurre la loro area di movimento e per impossessarsi delle terre rimaste dopo le confische effettuate negli anni.
"appello urgente per aiuto ad Al Arakib nel Negev – concentramento di polizia per procedere alla demolizione di case la notte del 26 luglio"

Martedì 27-07-2010 35 case demolite, 250 uomini, donne e bambini rimasti senza casa.
E’ solo l’inizio?
Manifestazione il 30 luglio alle 13.00
fermare la distruzione violenta del villaggio di El Araqib!

Martedì 27 luglio, 1500 poliziotti con 20 trattori hanno demolito e raso al suolo il villaggio di El-Araqib. Donne in lacrime e bambini seduti all’ombra delle rovine sotto il sole estivo del deserto.

Nonostante la presenza degli attivisti della coalizione per difendere i Beduini del Negev (Israele sud) e degli Anarchici Contro il Muro, le preponderanti forze di stato hanno portato a termine la loro missione...

E’ difficile descrivere il dolore e l’orrore che si prova quando una forza così butta giù il tetto della tua casa. Lo smarrimento. Le forze di stato sono arrivate prima dell’alba, verso le 5:30. Per le 9:00 le umili abitazioni non erano che pile di ruderi.

Il Governo israeliano ha un piano per la “sistemazione dei Beduini”. Come al solito, nessuno nella comunità dei Beduini ne sa niente, dato che il piano governativo –come in altri casi- è stato fatto per loro ma senza di loro. Per cui non possiamo fare altro che provare a indovinare. Il piano giace sulla scrivania di Netanyahu in attesa di essere approvato. E’ il piano che si suppone metta in atto le raccomandazioni della Commissione Goldberg.

Si tratta di raccomandazioni ottime sulla carta, come il riconoscimento legale dei villaggi, per cui i Beduini non sono degli squatters… ma sul piano concreto la situazione è meno promettente. La raccomandazione è una sola: I Beduini non devono avere la proprietà della terra oltre un’area definita – una sorta di "Bedu-stan". Seconda raccomandazione: dovrebbero essere riconosciuti i villaggi la cui collocazione non confligge con i piani governativi. Tuttavia, in 63 anni di piani governativi, la tendenza è stata quella di impedire la possibilità di riconoscimento e di non dare questa opzione a molti villaggi. In effetti si prosegue la decennale politica di deprivazione e di coercizione verso questa comunità indigena sempre più debole. Si dice che nei nuovi piani governativi è prevista lo sgombero e la risistemazione di quasi la metà dei villaggi non riconosciuti, concentrandone la popolazione in una manciata di villaggi in vista di riconoscimento.

La distruzione di El-Araqib è stato il primo tentativo di eliminazione dei villaggi? Ma El-Araqib era fuori del cosiddetto "Bedu-stan", ed era noto per essere un villaggio con una forte coscienza politica e meno povero degli altri villaggi non riconosciuti. Nella sua storia c’è già una deportazione negli anni ’50 ed un tentativo della popolazione di ritornare sulla terra d’origine. Pare che questo villaggio sia stato scelto dal governo come test della sua tattica di distruzione, una volta distrutto EI-Araqib, sarà più facile procedure con gli altri.

Durante la Guerra del 1948 oltre l’80% della popolazione beduina del Negev venne “convinta” a lasciare il paese. Negli anni ’50 quelli rimasti vennero concentrati in una riserva – il Siyag. Da allora il governo si è sempre rifiutato di riconoscere i villaggi o le richieste di ritornare sulla terra tradizionale, lasciando la popolazione esposta alle demolizioni delle case, senza servizi fondamentali come l’acqua corrente, l’elettricità ed altro. Ora – la superficie di terra su cui i Beduini vivono e che rivendicano è il 3% del deserto del Negev. Non è tempo che il governo metta fine alla politica di demolizioni e distruzioni e permetta alla comunità di insediarsi e possa curarsi le ferite ricevute in 6 decenni di sofferenze?

Se il villaggio di El-Araqib resiste a questa politica di violenza, si apre la possibilità di lotta per tutta la comunità beduina. Occorre la massima solidarietà.

El-Arakeeb : si ricostruisce, ma si teme un’altra demolizione

-----------------------------------------

Le donne del villaggio di al-Arakib, che hanno visto le loro case demolite dallo Stato, invitano le donne di coscienza ebree e palestinesi alla:

Manifestazione delle donne ad al-Arakib

venerdì, 30.7, 12:00
(…)


L’iniziativa di solidarietà con Sheikh Jarrah (di cui fanno parte gli Anarchici Contro il Muro) allarga la sua "giurisdizione" e si unisce al comitato popolare del villaggio di Al Araqib e degli altri villaggi ed organizza una visita di solidarietà nel villaggio sabato 31 luglio.

Distruzione del villaggio di Al Araqib
http://www.facebook.com/notes/daniel-dukarevich/dwt-ryh...16961

http://www.youtube.com/watch_popup?v=FJJVWmBcDjU&vq=med...#t=17
http://www.youtube.com/watch?v=8ash6IUbfDs

Sabato 31 luglio, siamo arrivati tra le rovine del villaggio di El-Arakeeb iper una visita di solidarietà, per incontrare gli abitanti che ora stanno ricostruendo le loro case.
Siamo stati informati che un’altra demolizione potrebbe verificarsi molto presto e perciò occorrono volontari che stiano di notte nel villaggio.

Beit Ommar Sabato 31 luglio
La manifestazione a Beit Omar, vicino l’insediamento coloniale di Karmei Tsur, è stata attaccata dall’esercito. http://www.youtube.com/watch?v=wFhxrCUach8

Bil'in
Manifestazione preceduta il giovedì da una riunione di coordinamento tra il comitato popolare del villaggio, gli anarchici contro il muro e internazionali

Venerdì:

Oltre 100 internazionali e circa 10 Israeliani si sono uniti alla manifestazione palestinese settimanale. I manifestanti erano determinati a non ritirarsi di fronte alle minacce dell’esercito, come era successo le ultime volte. I soldati, vedendo la numerosa manifestazione avanzare, si sono diretti verso il villaggio disponendosi lungo la strada principale. I manifestanti hanno proseguito per fermarsi solo davanti al primo drappello di soldati. Lì hanno cantato e scandito slogan per oltre mezz’ora, accompagnati da canti palestinesi sparati da un sound-system collocato su una macchina. Alcuni lacrimogeni lanciati tra le file dei manifestanti non hanno impaurito nessuno. Alcuni manifestanti hanno provato a proseguire verso il recinto e le terre confiscate, ma i soldati li hanno fermati e respinti. Un attivista è stato arrestato – vedi video di Emad Bornat: http://www.youtube.com/watch?v=z29697harl0

Come sempre, quando le forze di stato danno inizio alla repressione violenta contro una manifestazione non-violenta, non tutti i partecipanti si uniformano alla modalità della non-violenza. Anche questa volta, come in manifestazioni precedenti, tre granate di gas lacrimogeno non esplose sono state rimandate al mittente con effetto migliore tra le risate dei manifestanti, di modo che i soldati provino in prima persona la medicina che somministrano ad ogni manifestazione.

In pochi secondi lo scambio tra lacrimogeni dei soldati e pietre tirate dai giovani ha costretto la manifestazione alla ritirata tra le nuvole di gas.

I manifestanti si sono radunati nuovamente lungo la strada dando vita ad una breve sessione canora di hip-op ad libitum per poi concludere la manifestazione.


Metà degli attivisti israeliani si è poi spostata a Sheikh Jarrah.

venerdì 30.7.2010 video di David Reeb su http://www.youtube.com/watch?v=k4YmKYx2CTA
http://www.facebook.com/video/video.php?v=1315342936013...80678
http://vodpod.com/watch/4150408-dailymotion-bilin-weekl...tique
http://www.youtube.com/watch?v=z29697harl0

Hebron (Al Khalil)
Sabato 31 luglio, la manifestazione settimanale per aprire Shuhada Street a Hebron ha dovuto fare i conti con la violenza dell’esercito; nessuno arrestato

Dopo l’attacco militare della scorsa settimana, con 6 arrestati, i manifestanti hanno cercato di evitare ogni scontro con l’esercito israeliano, ma proprio poco prima che la manifestazione finesse, i soldati hanno caricato, spingendo i manifestanti lontano dal cancello già chiuso su Shuhada street .

C’erano circa 100 persone tra Palestinesi e sostenitori. Per la prima volta l’esercito non ha permesso ai manifestanti di stare nei pressi dei cancelli chiusi su Shuhada street ed allo scopo di evitare scontri, i manifestanti hanno proseguito in altra direzione.

Per ripresentarsi davanti all’esercito da un’altra direzione dopo aver attraversato i vicoli della città vecchia cantando slogan contro l’occupazione, contro l’apartheid, contro i coloni e per la libertà di movimento a Hebron. Davanti ai soldati è stata messa in scena una commedia in cui un “colono” protegge la sua supremazia coloniale e razzista. C’era anche un asino.

Dopo alcuni comizi, la manifestazione è proseguita, trovando aperta la strada che prima era bloccata. E’ stata imboccata senza indugi ritrovandosi di fronte al cancello di Shuhada street. I soldati si sono precipitati sul posto ed hanno spintonato violentemente i manifestanti.

Dopo un breve sit-in per riaffermare il perenne diritto dei palestinesi alla protesta, la manifestazione è stata sciolta e la gente andava via. A questo punto i soldati hanno iniziato a provocare un giornalista che era al lavoro nel corteo. I manifestanti hanno subito protestato anche per la limitazione del diritto di stampa ed hanno gioito quando il giornalista è riuscito a sfuggire ai soldati. Questa volta la manifestazione è veramente finita con il proposito di ritornare la settimana prossima.

Gerusalemme - Al Kuds
Un altro caso di sombero di famiglie a Gerusalemme Est occupata si è verificato nella notte tra giovedì e venerdì. Gli Anarchici contro il muro si sono uniti alle famiglie nella lotta per riprendere le loro case.

"Siamo ora nella città vecchia davanti alla casa palestinese invasa questa notte da un pugno di coloni. Pare che il tribunale, dopo aver dato ordine di mandare via i coloni, attenda domenica 1 agosto per una decisione.

Per favore occorre più soccorso possibile!"

Sheikh Jarrakh
Come al solito, la manifestazione del venerdì ha visto la partecipazione di centinaia di persone. Un corteo è giunto dal versante israeliano di Gerusalemme, mentre un altro corteo che cercava di entrare nella strada delle case sgomberate, è stato fermato dalle forze di stato.

venerdì 30 luglio video di Nissim Mossek su:
http://www.youtube.com/watch?v=XH4iLqgO_4I

"a tutti gli attivisti e sostenitori della campagna per Sheikh Jarah

è passato un anno da quella mattina infame in cui le famiglie Hanoun e Ghawi sono state sfrattate dalle loro case, con un’azione che acceso una protesta senza precedenti a Sheikh Jarah, una protesta che è cresciuta giorno dopo giorno.

Perciò, non mancheremo questa settimana.

Venerdì 6 agosto alle 13:00 presidio di solidarietà per Sheikh Jarah in tutto il paese!
E dopo le veglie manifestazione principale a Sheikh Jarah alle 16:00!

presidi anche a Gerusalemme Ovest, Tel-Aviv, Haifa, Beer-Sheva, Kufr yasif, Tira, Taybe, Ara, Gan Shmuel junction, Raanana – e la lista non è finita!

Ma'asara
Questa settimana la manifestazione del venerdì è stata più consistente del solito grazie alla massiccia presenza degli attivisti internazionali – probabilmente un effetto della flotilla di Gaza. C’erano anche delegati del villaggio vicino di Wadi Rahal che ha sospeso le manifestazioni dopo il temporaneo successo giuridico.

Come al solito, la manifestazione ha marciato dal centro del villaggio verso l’intersezione con la strada che porta alle terre. I soldati hanno cercato di bloccare fisicamente la manifestazione ma invano ed allora hanno fatto uso di granate assordanti – costringendo i manifestanti a ritirarsi.

Allora anche i soldati si sono ritirati di 50 metri per indurre i manifestanti ad avanzare e dare luogo ad un altro giro di repressione...

Ma i manifestanti sono stati saggi e sono rimasti all’incrocio dando inizio a canti ed alla Debka dance.

Poco dopo la manifestazione è stata sciolta ed i partecipanti sono tornati al villaggio.

Parte degli attivisti israeliani hanno proseguito per Sheikh Jarrah.

Nabi Saleh
Nabi Saleh: l’esercito prende in ostaggio un bambino, ferito un attivista britannico

Il 30 luglio, le forze di occupazione hanno preso il piccolo Walid Daifallah (13 anni) ed hanno arrestato un attivista internazionale per portarlo in località sconosciuta nel villaggio di Nabi Saleh (distretto di Ramallah). Un’attivista britannica di 23 anni è rimasta ferita al piede da un lacrimogeno lanciato dall’esercito durante la manifestazione a Nabi Saleh.

La protesta è iniziata dopo la preghiera del venerdì e si è mossa verso le terre minacciate di confisca. La protesta era espressione della reazione civile contro le conseguenze dell’occupazione e contro l’espansione degli insediamenti coloniali, inseguito all’incidente di 4 giorni prima quando i coloni hanno invaso il villaggio attaccando gli abitanti e le loro proprietà.

Le forze di occupazione hanno bloccato la strada principale, costringendo i manifestanti a cambiare percorso. Hanno sparato un gran numero di lacrimogeni direttamente sulla folla, ferendo al piede un’attivista britannica di 23 anni. In seguito, scontri violenti tra i manifestanti e le forze di occupazione che hanno usato proiettili di gomma e lacrimogeni per reprimere la protesta.

L’esercito ha perquisite molte case ed ha arrestato Walid Daifallah (13 anni) nella casa della zia. E’ rimasto in stato di fermo per più di un’ora come ostaggio fino alla fine degli scontri. In più, i soldati hanno arrestato un attivista internazionale che è stato condotto in una destinazione sconosciuta.

Ni'lin
Ni'lin onora i suoi martiri e chiama alla resistenza popolare

Il 30 luglio 2010, la manifestazione di protesta contro il muro e contro gli insediamenti ha commemorato il secondo anniversario della morte di Ahmad Musa e di Yusef Amira. Ahmad Musa ucciso durante una manifestazione contro il muro il 29 giugno 2008 da un proiettile alla testa e Yusuf Amira ferito fatalmente il giorno dopo e deceduto dopo una settimana.

La manifestazione è iniziata dopo la preghiera del venerdì e si è mossa verso le terre di fronte al muro dell’Apartheid. Molti attivisti internazionali presenti. Quando il corteo è giunto al muro, l’esercito ha sparato lacrimogeni direttamente sui manifestanti, provocando 15 casi di soffocamento per inalazione di gas. I manifestanti hanno risposto col lancio di pietre e di lacrimogeni inesplosi al di là del muro. Secondo testimoni oculari, 5 soldati hanno avuto problemi di asfissia per i lacrimogeni di ritorno.
In seguito, l’esercito ha inseguito i manifestanti fino alla periferia del villaggio dopo che avevano aperto il cancello del muro per lanciare una grande quantità di lacrimogeni e di bombe assordanti allo scopo di reprimere la manifestazione. Nessuno è stato arrestato.

Onorando la morte di Ahmad Musa e di Yousuf Amira, i palestinesi hanno dimostrato che continuano a lotta per quella stessa causa per cui questi uomini sono morti. Le proteste contro i crimini dell’occupazione israeliana continueranno nonostante la violenta repressione messa in atto dalle forze di occupazione.

Wad Rahal
In virtù della decisione dell’alta corte di fermare i lavori del muro della separazione sulle terre del villaggio, le manifestazioni del venerdì sono sospese.



Wallaje
Il comitato popolare di lotta del villaggio di Al-Wallaje chiama gli attivisti internazionali ed israeliani a partecipare alla manifestazione del 29 luglio..

Giovedì 29 luglio circa 150 Israeliani, internazionali ed abitanti del villaggio (inclusi 30 bambini di un campo estivo) si sono radunati per vedere il film Budrus che parla della lotta del villaggio di Budrus contro il muro (Budrus è uno dei primi villaggi nella cui lotta si sono coinvolti gli anarchici contro il muro)

Prima della proiezione, la maggior parte degli israeliani e degli internazionali ha fatto un giro nel villaggio e nella zona di costruzione del muro.

Venerdì 30 luglio circa 50 persone con 4 israeliani, 7 internazionali ed una ventina di bambini del villaggio hanno marciato dalla moschea fino al nuovo muro vicino al villaggio di Har-Gilo, urlando per tutto il tempo contro il muro e contro l’occupazione.

Abbiamo camminato lungo il muro e sul sentiero sporco del recinto di Har-Gilo.
Due guardie di confine stavano su un tetto mentre noi proseguivamo con gli slogan e mentre il capo del villaggio teneva un discorso. Le jeep dell’esercito ci hanno superato per fermarsi più avanti vicino alla folla. Nessuno ha reagito e siamo ritornati indietro sempre urlando.

Sabato 31.7 il villaggio ha festeggiato la fine del campo estivo con danze eseguite dai bambini e con una rappresentazione di una manifestazione che deve affrontate la violenza dell’esercito.

Vedi http://awalls.org

Precedenti reports su http://ilanisagainstwalls.blogspot.com

Link esterno: http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses.html

Ilan Shalif (AAtW)

(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

lunedì 2 agosto 2010

FIAT. CONTRO IL COMANDO DEL CAPITALE, SOLIDARIETA' OPERAIA

Sono anni che il padronato italico vuole adeguare le normative e la prassi aziendali al
vento liberista anglosassone.
Più recentemente si è trattato di tentativi per eliminare
l'anomalia italiana, la Fiom, ma anche molto sindacalismo, quali titolari di funzioni
aziendali che vanno dall'intervento nell'organizzazione del lavoro alla
contrattazione di modalità di esecuzioni, di carichi di fatica e straordinari, ma
anche qualifiche e carriere.
L'obiettivo padronale è quello di limitare il ruolo sindacale alla semplice
contrattazione del prezzo di vendità della forza-lavoro, il comando sul
lavoro vivo torna al CAPITALE.
Nessun margine di azione ai delegati.
Il sindacato può ben gestire il cral, il fondo pensioni, quello
sanitario, ma deve cessare di essere agente contrattuale anche su qualità
ambientali, lavori usuranti, sicurezza sul lavoro.
Fiat diventa così punta di diamante della Confindustria, della controriforma sui
diritti dei lavoratori, accelera un disegno che il governo tarda a
concretizzare e che la mediazione con le parti sociali non recepisce se non su tempi
biblici.
Così facendo, FIAT spiazza i sindacati tutti, incluso Epifani che ha bisogno di
tempo per trasformazioni così drastiche e impolitiche.
Il nuovo modello contrattuale rivela tutte le implicazioni sottointese
alla stesura del gennaio 2009.
Il re è nudo.
Ma quanti sono disponibili a subire questa imposizione?
Marchionne accelerà con i licenziamenti di delegati perchè scopre che non
solo nei referendum, ma anche negli scioperi l'opposizione Fiom trova consensi più
ampli degli iscritti abituali, nonostante le difficoltà a partecipare a
scioperi dopo mesi di cassa integrazione passata e futura.
L'unica disdetta immediata è quella sui permessi aziendali e sindacali, con immaginabili
molti mal di pancia di delegati della burocrazia sindacale anche
concertativa: che senso ha iscrivirsi al sindacato e fare il delegato se si
riducono i "privilegi" del ruolo?
Ma non doveva essere Brunetta a fare da apripista nel pubblico?
La guerra di un Uomo contro lacci e lacciuoli, novello Ercole?
Avanziamo alcune ipotesi sulle prossime settimane.
La prima.
Dopo lo scorporo del settore auto dagli altri settori, Marchionne vuole
aumentare il valore azionario della Fiat con progetti stratosferici di
investimenti oculati e mirati per profitti futuri magnifici. Così valorizza
il prezzo degli azionisti storici e porta all'incasso le sue azioni
personali. Nel contempo aumenta il debito con le banche che sono contente
dell'incremento del "valore" Fiat.
La seconda.
Marchionne rincompatta il fronte Confindustria contro l'inefficenza del governo ed accelera in tempi meno paludosi una rivoluzione delle relazioni
industriali con vari attori compiacenti.
A Detroit con Obama dice:" Fiat fa quello che il governo(italiano) non fa"; un
progetto di crescita industriale per il paese. Batte cassa per ottenere il sostegno a
prossima rottamazione, visto che il mercato europeo è molto fiacco per il
settore auto piccola-media cilindrata.
Intanto...
con strano tempismo si crea la rottura tra Fini e Berlusconi, forse si prepara il
terreno per la discesa in campo di un uomo di Confindustria? Si potrebbero creare così le condizioni per costringere i
governi(presente e futuro) a destinare i famosi 30 miliardi chiesti dalla
Marcegaglia per reggere alla competizione.
Altrimenti si dimostrerebbero le difficoltà di fare impresa in Italia, soprattutto se si è
senza soldi, alimentando l'alibi a non fare nulla!
Una cosa è certa:
la concertazione è finita, l'impresa è oggi cardine dell'economia ed ogni altro
attore lo è davvero solo se dentro di essa e se assume l'impresa come il solo luogo per recitare il suo copione:
come azionista, come dirigente, come lavoratore.
A meno che, attorno ai soggetti ed agli organismi collettivi e di base in FIAT e nelle altre aziende,
non si coaguli una mobilitazione ed un movimento di solidarietà politica, sociale e sindacale che
contrasti oggi il progetto di Marchionne e del governo e ricostruisca autonomia, dignità e libertà di azione sindacale
dal basso, in ogni fabbrica in ogni categoria,
A questo lavorano gli attivisti sindacali anarchici e libertari.

Commissione Sindacale FdCA
agosto 2010

domenica 1 agosto 2010

COMUNICATO RADIO STAMPA

Comune di Roma e Bilancio 2010: Primi successi dell’autorganizzazione

Le occupazioni della Tesoreria e dei Musei capitolini ed il presidio in piazza del Campidoglio di alcune centinaia di cittadini, dei movimenti per il diritto all’abitare, di lavoratori/trici dei sindacati autorganizzati e di base (USI AIT, COBAS, RdB/USB, UNICOBAS) il 29 luglio hanno dato i primi risultati positivi, nella lunga lotta contro il Bilancio proposto dalla Giunta di Alemanno, i tagli e i licenziamenti proposti da Comune ed Aziende della Holding Campidoglio.

Una mobilitazione che aveva visto come suo momento più alto il 15 luglio con una Piazza occupata da oltre un migliaio di persone, ma che nel caso dell’USI AIT e degli operatori sociali in lotta aveva visto iniziative con lo sciopero del 25 giugno e il presidio con l’incontro con il Capo di Gabinetto del Sindaco, il presidio al Dipartimento delle politiche sociali il 1 luglio ed il dibattito del 7 luglio organizzato presso la sala riunioni dei gruppi consiliari. Lotte ed iniziative che hanno aperto un confronto politico con i consiglieri anche di maggioranza su una Piattaforma unitaria:

Richiesta di stralcio della delibera di Giunta del 25 giugno u.s. riguardante la dismissione delle caserme, per aprire il confronto con tutti i soggetti interessati sul tema del diritto all’abitare;
Richiesta di modifica delle Delibera di Giunta sugli aumenti tariffari dei nidi e mense comunali per aprire anche un confronto sulle assunzioni e sull’apertura degli 11 nidi già approntati.
Confronto sul Piano Assunzionale del Comune e finanziamenti alle Biblioteche Comunali.
Confronto e risoluzione dei licenziamenti dei lavoratori dei canili Comunali (che tra l'altro devono ricevere gli stipendi di fatto bloccati da problemi tecnici) e della Società Multiservizi s.p.a. Servizi per il verde pubblico.
Intervento immediato per sanare la disparità di trattamento riservato alle lavoratrici donne della società Trambus Open,
Riquantificazione dei finanziamenti per i Servizi Sociali in essere ai singoli municipi per il personale A.E.C. (Assistenti Educativi Comunali) e rispetto del CCNL per tutti gli Operatori Sociali delle Cooperative.
Rilancio e riqualificazione della Società FARMACAP e dei Servizi di teleassistenza e Sociale ad essa affidati.
Apertura di un confronto tecnico sulla formazione professionale.

La mobilitazione del 29 luglio ci ha infine reso possibile l’incontro dei movimenti e dei lavoratori in lotta con gran parte degli ASSESSORI della Giunta con la presenza degli on. Gramazio (capogruppo del PdL), Quadrana (Lista Civica) e Alzetta (Sinistra Arcobaleno - Roma in Action), che si ringrazia per l’impegno e per la presentazione degli ordini del giorno sulle varie questioni

L’incontro del 30 luglio, fin dalla mattina (presenti gli Assessori: Antoniozzi, De Lillo, Marchi, Bordoni, Cavallari, Croppi) ha permesso un confronto tra movimenti, sindacati autorganizzati e di base e Giunta Comunale su molti temi di particolare criticità per la città di Roma e per i/le lavoratori/trici interessati/e; temi su cui si è riusciti in parte ad ottenere aperture della Giunta (anche rispetto agli ordini del giorno presentati), su altri dovranno riprendersi le mobilitazionii a partire da settembre. Un risultato positivo dell’insieme dell’antagonismo romano, che su questa strada dovrà proseguire in futuro, per far diventare richieste e proposte conquiste reali e definitive.

Nella notte di votazioni alcuni ordini del giorno presentati (sia pure alcuni con parziali correzioni) sono stati approvati: quelli sulla CASA (all’interno di una grande battaglia che ci vedrà presto di nuovo tutti in campo), su MULTISERVIZI – manutenzione del verde, sui CANILI comunali; sul PARCO DI CENTOCELLE e sulla FORMAZIONE PROFESSIONALE, sul piano assunzionale del Comune (sia pure in parte corretto) dopo che era stato eliminato l’aumento delle rette dei nidi, ridotti i tagli per biblioteche e cultura, rinviato quello sulle caserme.

Altri purtroppo sono stati bocciati come quello a favore delle lavoratrici TRAMBUS OPEN e sull’aumento dei buoni pasto per l personale comunale (che aveva visto raccolte dai sindacati di base e autorganizzati RdB/USB, USI AIT e Rete Comune quasi 6.000 firme).

Ma la lotta continua … e l’impegno resta per ottenere tutto: casa, reddito, servizi, lavoro.

Roma, 31 Luglio 2010
trasmette Associazione USICONS - Ass. naz. di difesa e tutela utenti e consumatori
Rsa- Rsu -Rls Usi Ait Unione Sindacale Italiana Coordinamento Comune di Roma, Aziende Holding
Campidoglio e cooperative sociali-enti del terzo settore
usiait1@virgilio.it