domenica 26 dicembre 2010

FIAT chiude il cerchio (Comunicato Comm. Sind. FdCA)

FIAT chiude il cerchio

L’accordo imposto da Fiat a Miralfiori, e prontamente sottoscritto dai
“sindacati “complici, perfeziona il precedente accordo di Pomigliano e
si pone come traccia per il contratto (Fiat) dell’auto. Anzi pone come
necessità a breve che questo accordo di settore si stipuli come
elemento conclusivo che suggella la
vittoria dei padroni. Il resto a cascata, che il contagio si diffonda.
E a nessuno sfugge la differenza tra un contratto nazionale di
categoria e un contratto di settore, in termini di rapporti di forza
tra le parti e di tutela collettive

Chi si era illuso di intrevedere, nella dialettica tra Governo, Fiat e
Confindustria, qualcosa di diverso da un gioco delle parti, è ora
servito.

Rimane fondamentale per le imprese , anzi oggi si impone, il massimo
di sfruttamento del lavoro “vivo”. La massimizzazione dell’estrazione di
plusvalore torna di moda.

Si stipulano accordi scritti dalle aziende solo nell’interesse delle aziende in
nome della competizione globale, si convincono i lavoratori a
competere al ribasso per salari, diritti, tutele,condizioni con altri
lavoratori di altre
imprese, di altri paesi, pronti ad invocare la logica” nazionale" del
“sistema” paese.
Per i lavoratori c’è sempre un paese da salvare!

Questa, signori, è la lotta di classe! Fatta dai padroni.

Basta vedere i punti dell’accordo separato:

A)Questo accordo diventa l’unico in vigore per Mirafiori.

B)Cancellato il contratto nazionale e qualsiasi contrattazione

C)Cancellata la legge 300/70 (statuto dei diritti dei lavoratori)

D)Cancellate le tutele, vengono peggiorate le condizioni di lavoro in
particolare
sulle catene di montaggio

Naturalmente la Fiat sottoporrà l'accordo a referendum
accontentandosi questa volta
del 51%. Il ricatto è tra lavoro/investimenti e diritti
esigibili/condizioni di lavoro.

Particolarmente pesante la parte che riguarda le condizioni di lavoro dove
si esplicita la forma del dominio in termini di orari: i 18 turni, la
riduzione delle pause, la messa a fine turno della pausa mensa che puo
essere lavorata per recupero produttivo, la sperimentazione dei turni
di 10 ore, il comando degli
straordinari, la saturazione degli impianti non contrattata,
l’organizzazione dei posti di lavoro secondo le disposizioni aziendali
ecc. E non verranno
pagati i primi 2 giorni di malattia.
La FIOM viene esclusa dalle relazioni industriali, perchè le viene
tolta l'agibilità sindacale in fabbrica. Si trova così costretta a
subire la stessa sorte che affligge da decenni i sindacati di base,
esclusi dalla rappresentanza per regole contrattuali volute un tempo
anche dalla stessa CGIL . Sorta di nemesi storica dunque, di fronte a
cui sarebbe molto più utile un fronte solidale del sindacalismo
conflittuale e di base, piuttosto che un vano "mal comune mezzo
gaudio".
Ora solo chi ha firmato l’accordo può essere rappresentato in azienda.
In sostanza si nega la possibilita di agire sindacalmente dentro
l’azienda a chiunque non accetti le regole FIAT. E i “sindacati”
complici diventano pure i gendarmi che fanno rispettare l’accordo e le
regole. A questo punto non si potranno nemmeno
nominare le RSA, tornando di fatto a una situazione addirittura
precedente a quella delle commissioni interne.

Nel mese di gennaio la FIOM dovrà decidere come procedere e questo si
intreccia con l’analoga necessità che ha il movimento degli studenti.
Occorre ripartire da mobilitazioni capaci di spingere per uno sciopero
generale, a partire dalle categorie coinvolgendo tutto il movimento
di opposizione sindacale e sociale.

Di fronte alla strategia di ricatto e di isolamento, di estromissione
e di subordinazione verso i lavoratori, il nostro compito è di
contribuire a costruire nei luoghi di lavoro rapporti di forza che
permettano di reagire all'attacco padronale.
Occorre promuovere la partecipazione intercategoriale del sindacalismo
conflittuale, al di là delle sigle di appartenenza, e di tutti i
soggetti sociali di opposizione, dei lavoratori come soggetti attivi
e decisionali, ad un diffuso movimento di dissenso radicale verso le
politiche governative e padronali, che porti allo sciopero generale,
al ripristino ed ampliamento di diritti, libertà e tutele nel mondo
del lavoro e nella società tutta.

Commissione Sindacale FdCA
dicembre 2010

venerdì 17 dicembre 2010

Lettera a Roberto Saviano

da Femminismo a Sud

Lettera a Roberto Saviano

La popolarità t’ha fatto proprio male perché oggi mi rendo conto che il mondo
della cultura ha perso Monicelli e ci sei rimasto tu.

Mi dispiace dei tuoi guai e ti capisco, perfino, ogni volta che punti lo
sguardo in alto per cercare un contatto con il mondo che in questo momento ti è
impedito.

Ti sei scelto una lotta dignitosa, l’ho fatta anch’io contro la mafia, la
fanno in tanti tutti i giorni, solo che tu ora hai qualcuno che ti fa da scudo
mentre altri non hanno che un sanpietrino per difendersi.

Perché i nemici sono pericolosi sempre. La lotta contro i poteri fiacca le
giornate, la vita, talvolta, si lo ammetto, anche la fantasia. Ma qui c’è gente
che non sta a sentire neppure quelli che sono stati eletti ad icona come te.

Non hai il diritto di insultare chi combatte e bisogna che qualcuno ti dica
che dalla consapevolezza di una lotta giusta sei passato ad un delirio di
onnipotenza un po’ antipatico. Dovresti dare un limite numerico – che so: tre
all’anno? – ai i tuoi sermoni dall’alto della tua posizione privilegiata di
stipendiato Endemol e Mondadori.

Quanti anni hai? 28? 30? E quanti anni avevi quando hai cominciato a vedere il
mondo attraverso il filtro della tua scorta? 26? Troppo pochi per capire e te
lo dice una che a quarant’anni ancora ha tanto da imparare.

Ti dico io una cosa che qualcuno avrebbe dovuto dirti molto tempo fa. Ti
stanno usando. Sei funzionale al potere. Nella tua maniera di difendere lo
“Stato” tirando fuori parole degne della peggiore retorica, tutto schierato con
la magistratura e con la polizia, sempre calato nel ruolo della vittima dei
poteri forti e primo a lanciare sassi contro chi alla vista di quegli stessi
poteri alza la testa.

Li conosco quelli come te, borghesi intellettuali che non hanno mai fatto
nulla di particolarmente trasgressivo e che improvvisamente si vedono ricucito
addosso un abito ribelle che non gli appartiene.

Vedi com’è? Che ti torna subito la tentazione di parlare con la voce di chi
tiene tutto in ordine, il tormentone dell’autorità che bisogna rispettare,
perché falcone, perché borsellino, perché bla bla bla.

L’hai mai frequentata una piazza? Lo sai perché i ragazzi portano i caschi?
Hai presente una testa spaccata da un colpo di manganello come fosse un
cocomero? Lo sai che quando le manganellate partono prendono chiunque? Te
incluso se fossi nei paraggi e senza scorta.

Troppo comodo parlare dalla tua posizione. Troppo comodo immaginare di non
poter essere contraddetto perché ti hanno eletto santo.

E sai che c’è? Che quello che hai scritto tu, girato su Repubblica dalla tua
agenzia letteraria, con tanto di bollino Siae, è solo il lamento griffato di un
ragazzo che in un colpo solo tradisce la lotta della sua gente, quella delle
famiglie che resistono all’immondizia, delle vecchie e nuove generazioni che
lottano per non diventare manodopera della camorra. Un ragazzo che a parole
dice di sapere cosa avviene quando i “poteri” ti criminalizzano, usano la
macchina del fango, ti isolano per farti fuori. Nella pratica invece tutte
queste cose sembrano sfuggirti.

Tu davvero non conosci la storia, figuriamoci l’anarchia. E ti presti al gioco
di chi mette al bando un Pinelli al giorno per nascondere i crimini efferati
compiuti da stragisti fascisti collusi con quello Stato del quale tu parli a
senso unico.

Te lo dico da donna meridionale: se non hai assaggiato la precarietà, se le
tue prospettive di futuro sono migliorate, lascia stare. La vita di quelli che
invece di una scorta hanno al seguito i creditori è cosa ben diversa.

La tua lettera è proprio brutta perché da un santo come te mi sarei aspettata
una epistola diretta ai parlamentari finiani e dell’idv che hanno votato la
fiducia al governo. Avresti potuto usare mille parole. Avresti potuto dirigere
meglio la tua indignazione. Avresti potuto perfino raccontare le tantissime
persone in piazza senza stare su un piedistallo. Immaginando di essere uno di
loro, uno come tanti, semplicemente uno che sceglie un altro modo per lottare,
rispettabile ma non per questo preferibile per tutti. Avresti potuto dire che
quanto era successo non ti è piaciuto senza usare supponenza, senza immaginare
di essere superiore a quelli che conducono lotte in modo diverso dal tuo.

Non credo ci sia molto altro da dire: i ragazzi del movimento fanno movimento.
Si confrontano. Hanno sicuramente punti di vista differenti. Se lo diranno. Ce
lo diranno. Ma tu…tu sei semplicemente un’altra cosa.

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la lettera a cui si fa riferimento si può trovare al link:

http://www.robertosaviano.it/articoli/lettera-ai-ragazzi-del-movimento/

venerdì 3 dicembre 2010

LETTERA A MARCHIONNE

dal sito: www.asloperaicontro.org

MERCOLEDÌ 01
DICEMBRE 2010

Dott. Marchionne
il suo mi è sembrato un ragionamento
antico,morto.
Lei dice che lavora 18 ore al giorno?
Visto che dichiara
di amare la cultura, la letteratura, l'arte Le chiedo dove trova
il
tempo per leggere un libro, per ammirare un opera d'arte, per vedere un
film.
Le chiedo quando sta con i suoi figli, quando gioca con loro,le
chiedo quando fa
l'amore con sua moglie.
Un'operaia si alza al mattino
alle 5 per il primo turno rientra a casa dopo le 14
,pulisce casa, fa
la spesa , va a recuperare il figlio al post scuola , con tutti i
sensi
di colpa che ha una mamma che non riesce a stare con suo figlio come
dovrebbe e
vorrebbe. E poi i compiti ,il calcio , prepara cena ,
sparecchia lava i piatti ,
metta a letto il bambino, una carezza da
mamma ...
E arrivata mezzanotte sono 19 ore che l'operaia è in piedi e
domattina alle 5,00
suona la sveglia.
Tutto per 1200 Euro al mese.
Dott. Marchionne lei mi dice "Io vendo macchine" Le ricordo che queste
macchine le
fanno gli uomini, lei sta parlando di persone, esseri
umani.

Di persone che si vantano di lavorare 20 ore al giorno ne ho
piene le tasche , lei ci
propone un modello che è la morte di questa
nostra vita, che è un non vivere, che non
ti permette di sognare, non
c'è spazio per l'arte, la cultura,non c'è spazio per
l'amore verso tuo
figlio verso il proprio compagno.

Tutto questo non vivere ci circonda,
ne vediamo i risultati nelle famiglie sfasciate,
ruoli di genitori
annullati, una società violenta frustrata dalle continue
umiliazioni.
Ci comprate la vita per 1200 euro al mese.

Sono quelli come lei, i
responsabili, voi col vostro sistema che arricchisce pochi e
umilia e
annulla tanti.

Lei Dott. Marchionne dice "è il mercato che detta
queste regole, per essere
competitivi per salvarci non abbiamo
alternative".
Il mercato è fatto dagli uomini, lei dott. Marchionne sta
impegnando tutte le sue
energie (20 ore al giorno) per sostenere questo
sistema che annulla l'uomo, lei dott.
Marchionne questo sistema lo ha
fatto suo.

Sa perché non la stimo dott. Marchionne perché io ho stima
per persone che si
spendono per migliorare le condizioni di vita in cui
viviamo, persone che mettono la
propria intelligenza al servizio
dell'uomo.

Lei dott. Marchionne ha sbagliato direzione sta sbagliando
strada.
Sta tirando la volata delle multinazionali del capitalismo
selvaggio, dove l'uomo è
solo uno strumento da utilizzare per
l'arricchimento di pochi sui tanti.
Lei è responsabile di questo.

Un
cassaintegrato

giovedì 2 dicembre 2010

Per la difesa dei beni collettivi

Per la difesa del bene comune acqua
dalle mani rapaci del liberismo
e dalla gestione burocratica dello statalismo


La Federazione dei Comunisti Anarchici appoggia tutte le iniziative in favore della difesa dell'acqua pubblica, così come i suoi militanti hanno partecipato alla campagna referendaria promossa dal "Forum Acqua Bene Comune" che ha raccolto l'adesione di 1.400.000 firme, grazie all'impegno nato dal basso di migliaia di cittadini e cittadine comuni.

Siamo coscienti che la gestione delle risorse e dei beni collettivi ad opera degli enti territoriali statali produce una cattiva gestione delle risorse, per la fatale lontananza degli apparati burocratici statali dalle esigenze delle comunità locali, e questo si traduce specialmente in disagio sociale per gli strati economicamente più poveri della popolazione.

Allo stesso tempo sappiamo che l'appropriazione delle risorse collettive da parte del capitalismo liberista, produce un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita materiale della classe lavoratrice e dei più poveri, poiché introduce l'elemento mercificante funzionale al profitto delle imprese capitaliste.

La gestione privata trasforma una risorsa collettiva e irrinunciabile come l'acqua in una qualsiasi merce da trattare nel mercato capitalista, conseguentemente sottoposta alle leggi del profitto e ai capricci speculativi di tale mercato, che impone ai concorrenti privati di mantenere il rapporto costo/benefici il più basso possibile. E ciò si traduce per la cittadinanza in un servizio più caro e più scadente.

Per tali motivi quindi le militanti ed i militanti della Federazione dei Comunisti Anarchici parteciperanno, li dove presenti, alle iniziative territoriali del 4 Dicembre promosse dal forum nazionale in difesa dell'acqua pubblica, coscienti anche che autogestire autonomamente le risorse vitali territoriali, attraverso il controllo diretto da parte degli organismi territoriali dei produttori, è possibile ed è necessario se non vogliamo che l'ambiente in cui viviamo sia definitivamente e irreversibilmente rovinato dalle brame di profitto delle oligarchie capitaliste o lasciato deteriorare dal burocraticismo statale.

Segreteria Nazionale
Federazione dei Comunisti Anarchici
1 dicembre 2010