martedì 28 febbraio 2012

il limite oltrepassato

La giornata di ieri credo sia stata quella che ha visto oltrepassare il
limite di quella che continuiamo a voler chiamare democrazia e rispetto
della legalità. Una giornata in cui tutto è cambiato. I fatti gravissimi
accaduti in Clarea e alla baita, il tentativo di omicidio perchè solo in
questo modo si può chiamare, nei confronti di Luca da parte delle forze
del disordine, ha fatto sì che si sia veramente passato ogni limite, che
lor signori ci abbiano ormai palesemente dichiarato guerra guidati dalla
mano assassina di un governo che anzichè ascoltare le richieste dei suoi
cittadini e delle popolazioni tutte, usa la forza della violenza per
imporre i suoi loschi e sporchi affari ed è disposta a tutto per
raggiungere i suoi sporchi fini.

MI piacerebbe poter chiedere al sig. manganelli in questi momenti di
dolore per quanto accaduto a Luca ieri, e che fino a quattro giorni si
permetteva di sbraitare dichiarazioni insensate circa la nostra volontà
di cercare il morto e alzare il livello di tensione, che tipo di ordini
ha impartito ai reparti anti sommossa che in questi giorni hanno
raggiunto la Val Susa. Se l’ordine fosse quello di alzare ancora di più
il livello di tensione che hanno creato in questi mesi e trovare loro il
morto. Bè caro il mio funzionario da strapazzo, strapagato in milioni di
euro mentre noi comuni mortali cerchiamo di mettere insieme il pranzo
con la cena, mentre le scuole dei nostri figli cadono a pezzi, mentre
negli ospedali spesso sai quando entri e non come ne esci, IL MORTO LO
AVETE CERCATO E QUASI TROVATO VOI! In questi lunghi mesi di resistenza
abbiamo visto ed assaggiato la violenza di questo stato, dei suoi uomini
ingaggiati contro le popolazioni e la Val Susa che ricordatevi,
RESISTERA’ e LO FARA’ AD OLTRANZA! Siamo pronti a farci arrestare con il
sorriso sulle labbra, siamo determinati a non mollare e non abbiamo
paura!
La determinazione di Luca nel portare avanti la lotta al tav di questi
anni, è la determinazione che tanti valsusini e tante genti in Italia
tutta, hanno e continueranno ad avere, non solo a difesa del proprio
territorio ma a difesa del bene di tanti, di tutti.
L’Italia intera da ieri è finalmente scesa per le strade, facendo
presidi spontanei, portandosi sotto le prefetture, contestando,
protestando, resistendo e denunciando quello che sta avvenendo ormai da
mesi non. Un copione che non si adotta solo in Val Susa e che non potrà
che peggiorare date le condizioni sociali cui ci stanno portando.
L’informazione di regime che per tutta la giornata è solo riuscita come
nel suo consueto modus operandi a continuare con balle e notizie false,
a raccontare la sua versione dei fatti di quanto accaduto ieri mattina a
Luca in Clarea. I giornalisti con la solita arroganza e sfrontatezza
sono arrivati anche davanti all’ingresso dell’ospedale dove Luca è
ricoverato. Cosa cercavano? Il gossip per riempire le pagine dei
menzonieri giornali per cui lavorano, il notizione irrompendo nel dolore
delle persone che erano li? Giornalisti e digos, sempre insieme uno
velina dell’altro, diramando notizie false per almeno tutta la
mattinata. Vergogna! Il TG3 nazionale che sforna servizi in cui afferma
che un altro No Tav arrampicatosi sul traliccio per far scendere Luca lo
ha fatto cadere. Tutto questo è disgustoso, vergognoso, non ci sono
termini ed aggettivi per poterlo descrivere.
Ieri sera rientrando dall’ospedale non me la sono sentita di ritornare
subito a casa. Era mio dovere venire a Bussoleno e malgrado la
stanchezza, l’apprensione e il dolore che ho dentro, stare in mezzo ALLA
MIA GENTE, a tutte le persone che da oltre 20 anni lottano per il
proprio territorio, per la propria esistenza per la propria dignità. Con
me in mezzo a voi c’era a Luca che in tutti questi anni ha portato
avanti e tornerà a portare avanti, attraverso la lotta del nostro
meraviglioso popolo, questa volontà di arrivare ad avere un mondo
migliore, un mondo che è possibile solo se ci sforziamo con tutta la
determinazione di cui siamo capaci, di costruire TUTTI INSIEME UNITI.
Con amore e con rabbia.

Emanuela, la compagna di Luca Abbà

ATENE IN FIAMME: INCENDIO D’EUROPA

In Grecia il sistema economico speculativo internazionale, diretto
dalla famigerata Troika (BCE – UE – FMI), sta svelando il suo volto
peggiore. “Riforme” sociali e tagli, operati dall’irresponsabile e
collaborazionista governo ellenico, stanno letteralmente affamando una
popolazione chiamata a pagare il conto di una crisi che non ha
prodotto.
La crisi, causata invece dal capitalismo internazionale con l’intento
di difendere i propri privilegi ed il sistema bancario, ha riportato
il Paese ad incubi sociali che si pensavano debellati da decenni:
* licenziamenti di massa
* disoccupazione a livelli stratosferici
* salari e pensioni tagliati di oltre il 50 % dall'oggi al domani
* istituzioni pubbliche e servizi sociali a tutela dei più poveri
e dei più deboli al collasso
* interruzione dell’erogazione dell’elettricità e del gas a
cittadini e strutture pubbliche (ospedali, scuole, ecc.) insolventi
* ricorso sempre più diffuso alle organizzazioni di carità da
parte dei cittadini
* fuga dal Paese di chi può ancora permetterselo, in particolare dei giovani
Tutto questo sostenuto da una brutale repressione poliziesca e da una
propaganda mediatica che va oltre il ridicolo, bollando genericamente
come black - blok migliaia di lavoratori, pensionati, studenti,
casalinghe, che occupano le piazze di Atene, Salonicco e delle
maggiori città greche e che si difendono dagli attacchi delle forze
dell’ordine, le quali utilizzano massicciamente contro di loro anche
gas lacrimogeni vietati dalle convenzioni internazionali.
In questo clima di guerra sociale del Capitale contro le classi
subalterne, l’unica buona notizia è il tentativo, da parte della
popolazione, di autorganizzarsi. Per la prima volta nella storia della
Grecia moderna si cerca infatti di praticare l'autogestione, adottata
su larga scala dalla società civile: in aziende pubbliche, ospedali e
là dove le bollette non si possono pagare, i servizi sono riallacciati
e garantiti da comitati di cittadini.
Quando il Capitale avrà staccato la spina alla Grecia, facendola
precipitare nel medioevo, si dedicherà agli altri Paesi europei non
“virtuosi”. La lista nera è già pronta: Irlanda, Portogallo, Spagna,
Italia…
La Grecia è oggi quello che potrebbe diventare l’Italia domani!
E’ ormai evidente che per uscire dalla situazione di continua crisi
economica che caratterizza i nostri tempi occorre superare questo modo
di produzione, che tutto divora per preservare se stesso. Non saranno
lo stucchevole gioco delle alternanze di governo, né le grandi
coalizioni, né i governi tecnici all’interno di queste compatibilità
economiche, né improbabili e sinistri ritorni di fiamma nazionalistici
a risolvere i problemi. Solo la crescita di un’ opposizione sociale
di massa a livello europeo sarà in grado di far pagare la crisi a chi
l’ha creata e di indicare la strada verso l’emancipazione dal Capitale
e dalla sua finanza.
Sosteniamo il popolo greco in lotta e auspichiamo per la Grecia e per
tutti i Paesi un futuro di libertà, con un' economia al servizio degli
esseri umani e non degli speculatori.
Esigiamo l'immediata scarcerazione di tutti gli arrestati durante le
manifestazioni e la cessazione di ogni forma di repressione da parte
delle forze di polizia.

assunto come OdG dall' 81 Consiglio dei Delegati della FdCA - 26 febbraio 2012

lunedì 27 febbraio 2012

Doc. finale dell’81° Consiglio dei Delegati della Federazione dei Comunisti Anarchici

LA NUOVA EPOCA AUTORITARIA

Stiamo assistendo ad una delle più grandi trasformazioni che il
capitalismo ha nella sua ormai lunga storia elaborato e generato.
Quella che comunemente viene definita come “l’age d’or” del
capitalismo, che va dal 1945 al 1971, e che ha segnato appunto l’epoca
dell’inclusione del proletariato ai processi di accumulazione e di
ridistribuzione della ricchezza , con la necessaria sudditanza dei
sindacati e dei partiti di quella che fu la sinistra , dopo decenni
di asfissiante consociativismo, si può dire conclusa.
Evidente la fine definitiva della dimensione nazionale degli equilibri
del capitale, e quindi anche del compromesso sociale che viene ormai
consegnato alla storia di questa parte del mondo.
Evidente la modificazione degli equilibri di accumulazione del
capitale, che non avviene piùslamente attraverso l’estrazione del
lavoro vivo ma si mantiene mediante l’esproprio di interi popoli, non
più solo nei “paesi terzi” ma ora anche nella (non più) ricca
Europa. E se questo segna la fine dell’egemonia eurocentrica, con i
danni immani che ha creato attraverso lo sfruttamento dei “paesi
terzi,” mettendone in crisi per decenni la capacità di sviluppare una
qualsiasi dimensione sociale, non significa la fine del razzismo ma
il suo spostamento sulle dinamiche securitarie interne, non significa
la fine dello sfruttamento ma lo spostamento geografico degli
equilibri economici.
Evidente la tendenza all’esautorazione della democrazia, mantenendone
in piedi simulacri che nascondono appena rapporti sociale autoritari
che permettano alle elite di comando borghese di esercitare
coercizione attraverso il monopolio statale della violenza.
E in particolare in Italia il governo Monti ha avviato un processo,
già maturo in altre parti di Europa, che induce profonde
trasformazioni strutturali mediante l'uso eversivo della legislazione
ordinaria, con pesanti ricadute sul piano di diritti, del welfare,
della agibilità sindacale, sancendo di fatto la fine della
concertazione e aprendo le porte all'aziendalismo più sfrenato.
Evidente la disintegrazione sociale a causa della fuoriuscita
repentina dai sistemi di Welfare, con conseguente disastrose sul
proletariato: la povertà diffusa che ci accompagnerà per qualche
decennio, causa del ripristinato dominio di classe del grande
capitale.
Sempre più minacciosa la tentazione al ritorno della guerra su grande
scala nel più classico ruolo dell’imperialismo.
Di fronte a scenari simili il nostro compito, quello dei comunisti
anarchici e dei rivoluzionari è quello di non lasciare nulla di
intentato, dalla partecipazione alle esperienze sindacali conflittuali
a tutte quelle esperienze di classe che attraverso la ricomposizione
del mondo precario, ma non solo, si stanno affacciando sulla scena
sociale, e con le quali è indispensabile formalizzare interventi
comuni, arrivare alla definizione di aree politico economiche con le
quali sviluppare il più profondamente possibile le risposte di classe,
in un contesto federale.
E’ necessario che aree omogenee , sia dal punto di vista produttivo
che politico possano analizzare le proprie realtà per un approccio più
diretto a contrastarne le strutture di comando locali.
Dovremo impegnarci a ragionare sul collegamento tra i grandi ed i
piccoli sistemi di dominio politico e sfruttamento economico ed a
rispondere alle violenze del capitale a livello locale, nazionale ed
internazionale. Il ricorso al localismo per individuare gli anelli
della catena di comando non deve in nessun caso farci sfuggire
l’obiettivo generale della lotta al capitale ed allo Stato.
Tutte le esperienze di base che vedono il coinvolgimento dei compagni
in modo diretto sul livello del consumo, attraverso forme solidali, o
di recupero parziale , come la campagna per l’acqua pubblica, di beni
collettivi sottratti alla speculazione finanziaria, sono
indispensabili ma non sufficienti. Indispensabili sia perché creano
forme autorganizzate di resistenza e sopravvivenza e sia perché
sviluppano sperimentazione di condivisione e autogestione delle
risorse ma non sufficienti se non vengono collegate ad un comune
intento di superamento globale dell’attuale sistema economico.
Il nostro compito resta quello di lavorare per una società comunista e
libertaria, e sappiamo bene che non basterà invocarla nei nostri
scritti perché ciò si avveri, non sarà un mantra che distruggerà il
capitalismo e lo Stato, ma l’azione di uomini e di donne che
riusciranno ad immaginarsi una uscita dalle maceria prodotte, dobbiamo
ripartire, verso la costruzione di una nuova prassi
rivoluzionaria,fatta di idee e di analisi critica dell’esistente
aperta a quanti condividano con noi l’analisi e le finalità
dell’impegno rivoluzionario.
Ripartire dai bisogni, intrecciare la nostra presenza nei bisogni e
nella contraddizione sociale amplificata dalla crisi, partecipare
attivamente alla ricostruzione del movimento anticapitalistico, senza
facili entusiasmi ma con perseveranza e serietà, con la consapevolezza
dei rapporti di forza attuali e con la stessa voglia di sempre di
sovvertirli, coscienti che l’attuale basso livello del conflitto non
può essere sostituito da alcuna pretesa rappresentanza avanguardista.
I tempi saranno necessariamente lunghi, le crepe sistemiche non
bastano a confermare le nostre teorie rivoluzionarie, il capitalismo
non cadrà da se, la società borghese ed il suo sistema di potere non
si arrenderanno spontaneamente, la risposta autoritaria è in atto.
Non servirà dire che lo avevamo previsto se non saremo, tutt*, capaci
di mettere in campo risposte efficaci a contrastare questo percorso.

Fano (PU), 26 febbraio: 81° Consiglio dei Delegati della FdCA

giovedì 23 febbraio 2012

Antifascista anarchico ucciso a Samara, in Russia




Lo scorso 9 febbraio alle 6.30 del mattino, nell'area dell'Istituto "FIAN", un bidello ha trovato il corpo di Nikita Kalin, nato nel 1991. Alle 8:00 è arrivata la polizia che solo alle 11.00 ha avvisato la madre della vittima.Secondo la madre, Nikita avrebbe ricevuto 61 coltellate; inoltre le sue costole presentavano fratture multiple, ed anche la testa presentava ferite. Non gli è stato rubato niente. Attualmente, c'è un sospettato di omicidio in stato di arresto, dato che sui suoi abiti sono state trovate tracce del sangue di Nikita.

E' evidente che Nikita è stato aggredito da un gruppo; la polizia ha anche detto a sua madre a livello informale che il sospettato è un'attivista nazionalsocialista il quale si rifiuta di fare nomi. Oltre alla brutalità dell'omicidio, va detto che la polizia non ha ancora chiesto alla madre di Nikita o ai suoi amici se sanno chi è l'ultima persona che lo ha incontrato. Per questa ragione, temiamo che ci sarà un tentativo di insabbiare il caso, come spesso succede in Russia. Comunque, il sospettato ha già assunto un avvocato.

Crediamo anche che le attività investigative vengano svolte nell'interesse del sospettato, ed è per questo che è importante dare sostegno ai familiari ed agli amici di Nikita. A questo punto, c'è un'organizzazione per i diritti umani che mette a disposizione un avvocato, ma intanto i fondi sono necessari per il funerale.

Nikita era figlio di una semplice famiglia operaia e non aveva mai nascosto il suo antifascismo e le sue idee anarchiche.

In caso vogliate inviare una donazione agli amici ed alla famiglia di Nikita per le spese del funerale, potete farlo tramite la Croce Nera di Mosca: http://wiki.avtonom.org/en/index.php/Donate

Nella foto in alto, si vede Nikita durante una riunione locale sulle frodi elettorali, mentre tiene un cartello con scritto "Noi non abbiamo bisogno di nessuna autorità! Libertà o morte! Il nostro candidato è l'autogoverno!"


Articolo revisitato da Anarkismo.net

(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

Link esterno: https://avtonom.org/

mercoledì 15 febbraio 2012

NESSUN GIOCO SULLE NOSTRE VITE

Roma, 13 Febbraio 2012
COMUNICATO STAMPA
NESSUN GIOCO SULLE NOSTRE VITE
MARTEDI’ 14 FEBBRAIO ORE 16.00
MANIFESTAZIONE in Campidoglio
Domani Alemanno si recherà dal Premier Monti per affrontare la controversa questione della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Lo farà, però, da Sindaco di una città che la sua medaglia d’oro l’ha già vinta: è quella dell’emergenza abitativa, della precarietà, degli sfratti, della cementificazione, ed ora degli sgomberi. Non possiamo rimuovere facilmente quello che è accaduto sabato scorso, con centinaia di famiglie sgomberate da un palazzo vuoto ed abbandonato nel quartiere Montagnola (via Adolfo Ravà), mentre imperversava il maltempo, il freddo, la neve. Evidentemente i sondaggi d’opinione ed il calore dei salotti buoni dove si disegna il futuro della Roma Olimpica, distolgono le autorità che governano questa città dai problemi reali delle persone comuni, proprio come quelli delle 200 famiglie che si erano rifugiate nell’im mobile di proprietà dell’INARCASSA (istituto previdenziale che tra l'altro sta creando non pochi problemi agli inquilini residenti negli immobili di sua proprietà con aumenti d'affitto insostenibili), autorganizzandosi per affrontare l’emergenza che tutti, fino a qualche ora fa, avevano sulla bocca. Non è un problema di legalità, ma di dignità.
La Roma che abbiamo oggi sotto gli occhi, non è soltanto una città in cui ci si spara un giorno si e l’altro pure, è una metropoli con enormi contraddizioni e problemi. 40.000 persone sono da anni in attesa di una casa popolare e tante altre neppure tentano più la lotteria della domanda. Più di 200.000 persone vivono in condizioni di precarietà o di vera e propria emergenza abitativa. Poi la strage quotidiana degli sfratti, dei pignoramenti, le cartoline che ci giungono da ogni angolo e che mostrano una città dove in ogni anfratto c’è una tenda, una baracca, in ogni quartiere si può toccare con mano una realtà fatta di sovraffollamento e di situazioni di coabitazione forzata; di inquilini di enti una volta pubblici a cui vengono triplicati gli affitti o ai quali vengono vendute, d’un colpo, le case che hanno abitato per una vita (N.B. senza che se l e possano comprare).
Ma evidentemente queste ed altre questioni, sono a tutti note. Quello che è importante capire, una volta per tutte, è qual è il modello che ci viene proposto. Il messaggio che abbiamo ricevuto in questi giorni è quello di un governo della città che si presenta come un Robin Hood alla rovescia: togliere a chi già non ha, per dare tutto ed ancora di più, ai soliti noti. Rubare ai poveri per dare ai ricchi. Usare il manganello al posto delle necessarie soluzioni.
Per queste ragioni intendiamo chiedere al Sindaco Alemanno se ha intenzione, come ha fatto per le Olimpiadi, di fissare un incontro col Premier Monti in cui discutere ed affrontare il problema della casa e dell’emergenza abitativa. Non solo è necessario realizzare subito una moratoria degli sfratti e delle vendite del patrimonio pubblico e degli enti previdenziali, è necessario mettere in campo nel giro di pochi mesi un vero e proprio PIANO STRAORDINARIO PER L’EMERGENZA ABITATIVA. Pensiamo che il governo debba dire chiaramente se intende, con la stessa rapidità con cui ci ha costretto a rimanere a lavoro per l’intero ciclo della nostra esistenza e con la quale ci sta condannando alla precarietà eterna, se ha intenzione di mettere in campo finanziamenti, aree, strutture (a partire dalle caserme dismesse), procedure accelerate e d’urgenza.
Lo faremo domani pomeriggio nell’incontro con il Sindaco fissato per le ore 18.00
Già annunciando che rilanceremo nelle successive settimane la mobilitazione, finché non avremo riconquistato il diritto alla casa e all’abitare che i Re di Roma ed i loro difensori, ci vogliono ancora una volta rubare.


Movimenti per il Diritto all’Abitare
Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa
Blocchi Precari Metropolitani
Comitato Obiettivo Casa

domenica 12 febbraio 2012

Iniziativa anticlericale al Laboratorio Sociale di Quarticciolo


17 Febbraio 2012 ore 17,30

iniziativa anticlericale

"Quel rogo.... arde ancora!"

interventi di Maurizio Marchetti e Claudia Santi

A SEGUIRE CENA ANTI - CLE'

----
Laboratorio Sociale Quarticciolo
Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
Circolo Anarchico Durruti

venerdì 10 febbraio 2012

IN GRECIA SI OCCUPANO E AUTOGESTISCONO GLI OSPEDALI PUBBLICI

Secondo una dichiarazione (4-02-2012) pubblicata dall’assembleagenerale dei lavoratori dell’Ospedale Generale di Kirkis, i medici, gli infermieri e dell’altro personale, dichiara che i problemi di lungo corso del Sistema Sanitario Nazionale (ESY) nel paese non possono essere risolti attraverso limitate richieste di risarcimento del servizio sanitario.

Pertanto i lavoratori dell’Ospedale Generale rispondono al fascismo del Potere occupando questo ospedale pubblico eponendolo sotto il loro diretto e completo controllo. L’organo decisionale per le questioni amministrative sarà l’assemblea generale dei lavoratori.

Sottolineano inoltre che il governo greco non ha assolto ai suoi obblighi finanziari verso l’ospedale. I lavoratori denunceranno tutte le autorità competente alla pubblica opinione e, se le loro richieste non saranno soddisfatte, si rivolgeranno ai comuni,alla comunità locale e non, per avere un supporto di qualunque tipo possibile per aiutare i loro sforzi: per salvare l’ospedale e difendere la sanità pubblica, per rovesciare il governo e ogni politica neo liberista.

La prossima riunione generale di tutti i dipendenti si terrà nella mattinata del 13 febbraio. La loro assemblea avrà luogo giornalmente e sarà l’organo principale per ogni decisione concernete i lavoratori e l’operatività ospedaliera. I lavoratori chiedono la solidarietà fattiva dei cittadini e dei lavoratori di tutti i settori, per il coinvolgimento dei sindacati e delle organizzazioni progressiste, e per il sostegno dei media dell’informazione reale.

Essi faranno anche una relativa conferenza stampa il 15 febbraio, alle ore 12.30. Tra gli altri si invitano i colleghi degli altri ospedali a prendere decisioni appropriate, nonché i dipendenti del settore pubblico e privato a fare lo stesso.

Tradotto dal sito ContraInfo
UNIIONE SINDACALE ITALIANA -SANITÀ

sabato 4 febbraio 2012

MANIFESTAZIONE NAZIONALE NO TAV : 25 FEBBRAIO 2012


MANIFESTAZIONE NAZIONALE NO TAV : 25 FEBBRAIO 2012

Tutti a Val Susa !

Tav : No Passaran !

Resistenza e Determinazione !

venerdì 3 febbraio 2012

Comunicato del Comitato Romano Acqua Pubblica

Anche a Roma è partita la campagna di Obbedienza Civile - Togliere il profitto per rispettare la democrazia!

4 - 5 febbraio iniziative diffuse

10 febbraio ore 10 Piazzale Ostiense (Metro B Piramide)


Con i referendum del giugno scorso abbiamo cancellato il profitto dalla gestione dell'acqua, ma le istituzioni e i gestori non stanno rispettando la volonta' popolare.
Il referendum ha sancito un principio chiaro: nella gestione dell’acqua non ci devono essere profitti! E la risposta dei cittadini (95,8% a favore della cancellazione del profitto) non lascia alcun dubbio sull’opinione, praticamente unanime, del popolo italiano.
Oggi, a distanza di 6 mesi, in tutto il territorio nazionale, nessun gestore ha applicato la normativa, in vigore dal 21 luglio 2011, diminuendo le tariffe del servizio idrico. In altre parole tutti i gestori del servizio idrico italiano hanno finora ignorato con pretestuose argomentazioni l’esito referendario.

Questo non può essere accettato!

Dato che le istituzioni non stanno rispettando la volontà popolare, lo faranno i cittadini eliminando la “remunerazione del capitale investito” che, ricordiamo, è pari al 7% del capitale investito ma incide sulle nostre bollette per una percentuale che oscilla, a seconda del gestore, fra il 10% e il 20%.

Per questo sta partendo in tutta Italia la campagna di obbedienza civile: ovvero il rispetto della volontà popolare attraverso l'eliminazione del profitto dalle bollette: la campagna consiste nel reclamare al gestore il rimborso delle quote di profitto già pagate dal 21 luglio 2011 in poi ed eliminare la medesima quota (la “remunerazione del capitale investito”) nei pagamenti delle prossime bollette.

Il prossimo fine settimana, 4-5 febbraio, in molte piazze di Roma ci saranno banchetti informativi e volantinaggi per informare i cittadini su come aderire alla campagna e presentare il relativo reclamo ad Acea
Venerdì 10 febbraio ci ritroveremo invece davanti ad ACEA a partire dalle ore 10 per consegnare i primi reclami firmati dai cittadini.

Per avere informazioni sulla campagna e sugli sportelli romani già funzionanti consultare il sito www.obbedienzacivile.rm.it.

Attraverso la mobilitazione attiva di centinaia di migliaia di cittadini ci proponiamo di attivare una forma diretta di democrazia dal basso, auto-organizzata, consapevole e indisponibile a piegare la testa ai diktat dei poteri forti di turno.
Perciò chiediamo a tutti i cittadini utenti del servizio idrico, alle associazioni, ai movimenti, ai comitati presenti sul territorio di Roma e del Lazio di aderire alla campagna di “obbedienza civile" e di attivarsi ancora una volta in difesa dell'acqua e della democrazia.


Unisciti anche tu!

Fuori l’acqua dal mercato fuori i profitti dall'acqua

4 - 5 febbraio iniziative diffuse

10 febbraio ore 10 Piazzale Ostiense (Metro B Piramide)