lunedì 14 ottobre 2013

These machines kill repression!

These machines kill repression! Serata a sostegno dei/delle compagn* condannate di "devastazione e saccheggio" per le giornate del G8 di Genova2001.
locandina 25 ottobre
Venerdì 25 ottobre 2013 dalle ore 20.00
Il 13 luglio 2012 dieci persone sono state giudicate colpevoli di devastazione e saccheggio durante le giornate del vertice g8 di Genova nel 2001. Per cinque di loro è arrivata subito la pena da scontare, mentre il rinvio in Appello per i reati attenuanti (la condanna per devastazione e saccheggio rimane) porterà le altre cinque nuovamente in tribunale il prossimo 13 Novembre.
Marina e Alberto sono ormai in carcere da più di un anno; Ines, mamma di una bambina piccola, è agli arresti domiciliari; Francesco (“Gimmy”), introvabile per alcuni, è stato inghiottito anche lui dalle patrie galere, mentre solo Vincenzo è libero, per quanto libero possa essere libero chi è costretto a vivere nella latitanza.
Molte e molti di noi erano a Genova per poter diffondere il dissenso verso un mondo guidato dai potenti in cui nessun@ di noi si riconosce.
Ricordiamo la repressione di quei giorni e cerchiamo di raccontare, ma ricordare non ci basta. E' nostra responsabilità occuparci dei nostri compagni e della nostra compagna, capri espiatori di quelle giornate in cui ben 300.000 persone si riversarono per strada. Vogliamo farlo con il sostegno politico, emotivo e, non in ultimo, economico.

Info su processi e solidarietà qui: www.supportolegale.org || www.10x100.it

Dalle ore 20.00 ingresso cena vegan a buffet + concerto 8€:
Cena vegan a cura della Cucina Popolare Vegan.

Dalle 22.00 concerto a sottoscrizione libera con:
HELLSPITE (Roma Blues)
https://soundcloud.com/hellspite
https://www.facebook.com/hellspiterm
Dopo l'esperienza punk hardcore con i Think About, Emiliano forma un progetto "one man band" per poter esprimere tutto quello che con il gruppo non era riuscito a fare. Accompagnato talvolta da altri musicisti, Hellspite vi trascina in territori blues che confinano con il country e le ballate. Da vedere assolutamente!
REVEREND KNOPF (Roma Country Blues)
https://soundcloud.com/giovanni-bottone
Dopo una vita passata nel metallo della morte, stanco degli strilli e dei ritmi della vita moderna, cerca di inventare la macchina del tempo. Fallendo miseramente, decide di darsi alla musica d'altri tempi.

Prima e dopo il concerto dj set con:
TUTTIFRUTTI APOCALYPSE - Lubna Barracuda & Murder Farts Djs! (R'n'r Roma)
La Tuttifrutti Apocalypse nasce nel maggio 2012, anno designato dai Maya per la fine del mondo, con l'intento di chiarire una volta per tutte il concetto di rock'n'roll, far sanguinare un po' d'orecchie e combattere il malcostume musicale dilagante...alla fine l'Apocalisse non c'è stata, ma la Tuttifrutti Apocalypse è ancora qui, punk rock, garage, psych, rock'n'roll e molto altro nelle micidiali selezioni di Murder Farts e Lubna Barracuda....SEX, LOVE AND R'N'R!

mercoledì 9 ottobre 2013

Ottobre, si sta come tre foglie sugli alberi?

Ottobre, si sta come tre foglie sugli alberi?

Abbiamo passato mesi di soporifera assuefazione agli psicodrammi di una politica istituzionale sempre più avvitata sull'autoconservazione. Una politica paga della riuscita trasformazione autoritaria impressa dalle politiche neoliberali della oligarchia finanziaria. Una elite che ormai comanda ed impera in tutto il mondo, totalmente sorda alle necessità e alle urgenze di una crisi causata dall'esproprio delle ricchezze a danni delle forze più deboli della società. Ma ora  le realtà di lotta e di opposizione ricominciano a muovere qualche passo.
Importanti passaggi nel deserto prodotto del governo unico, orfani di ogni dove che tentano di rinsaldare le fila di una aggrovigliata e complicata situazione.
Da quella che sarebbe stata chiamata in passato la frangia riformista -e che ora è costretta a lottare per conservare qualcosa- si muove un tentativo estremo di ripartire dalla difesa di una Costituzione ormai violentata in tutte le sue parti.  Un tentativo -quello della manifestazione del 12 ottobre a Roma- che vorrebbe perlopiù permettere una ridislocazione intelligente a quanti nella cosiddetta sinistra radicale sono entrati in una fase di convulsione che li ha portati a perdere il senso stesso dell’azione politica. Non certo per rimettere al centro dell’agenda politica la possibilità di contrattare condizioni di difesa di qualsivoglia diritto.

In contemporanea, (ampi) settori di movimento rilanciano una settimana di mobilitazione che parte sempre dal 12 ottobre con una giornata di lotta a difesa dei territori, contro le privatizzazione dei servizi pubblici e la distruzione dei beni comuni e azioni diffuse per il diritto all'abitare, per  terminare in piazza il 19 ottobre, inglobando lo sciopero/manifestazione dei sindacati di base e conflittuali del 18 ottobre, e lanciando mobilitazioni locali il 15 ottobre.

Ma il sindacalismo di base sembra non riuscire ad andare oltre la ritualità dello sciopero generale, pur unendo vecchie e nuove sigle che ancora non trovano uno spazio politico condiviso per battaglie condivise. Anch'esso si dimostra incapace di essere l’alternativa credibile alla difesa degli interessi di classe. E si trova in parte suo malgrado inserito in un percorso plurale che potrebbe essere una bella risposta in attesa della nuova legge sulla stabilità, pronta a tagliare e dismettere quanto di pubblico e di collettivo rimane in questo paese. Siano servizi, posti di lavoro o beni demaniali, tutto è sacrificabile per garantire il rispetto del 3% di indebitamento netto nel 2013.

Nessuna difesa di classe sembra più consentita. Il liberismo dello stato minimo e dei massimi profitti per le imprese private sembra privo di alternativa. Eppure i diversi soggetti che abitano la crisi, rivendicano a sé, a noi, la capacità -comunque declinata, riconosciuta, vissuta- di non non far parte di questo disegno autoritario. Soggetti diversi che rivendicano l'indisponibilità ad essere sacrificati alla  ristrutturazione del capitale. Che rivendicano la possibilità di costruire dal basso soluzioni umane alla rapina capitalistica.

Questa eterogenea assemblea richiama quanti - precar*, lavoratori e lavoratrici, giovani, pensionat*, disoccupat*- richiedono reddito e casa, rivendicano difesa dei territori e possibilità di vita per tutti, nell'esigenza di conquistare spazi ed agibilità politica, per altro affermata in contesti territoriali dove la mediazione politica, quella dei partiti, è completamente saltata.

Una cosa però è chiara a tutti: se è vero che nulla sarà più come prima, che non si tornerà alla vita "pre crisi" e che l’espulsione in massa di forza lavoro e la chiusura di centinaia di fabbriche hanno modificato tanto la composizione ed ancor più la coscienza di classe, è altrettanto vero che il simulacro della democrazia parlamentare mostra la corda proprio di fronte alla necessità del capitale di costituzionalizzare l’avvenuta svolta autoritaria.

La de-integrazione sociale non è più una variante sociologica degli effetti della crisi. E' e si manifesta attraverso l’esclusione politica e sociale dei ceti subalterni, che in primis subiscono la perdita di salario e di tutele economiche. L’accumulazione per esproprio e l’ideologia dominante della borghesia neoliberale hanno messo in conto i costi che i lavoratori stanno pagando nella ristrutturazione del capitale.

Sappiamo tutti della stretta repressiva già in atto da tempo, con cui si cerca di legittimare l'esclusione politica alla quale tutti siamo sottoposti; sappiamo che la tendenza è come sempre a criminalizzare le lotte e la partecipazione, e come sempre si accenderanno riflettori di una regia complice, per spegnerli poi a piacere e dosarne i fotogrammi nella più classica della disinformazione di regime. Non è un buon motivo per non esserci, non è mai un buon motivo.
Sta a tutte e tutti noi, che non chiediamo nulla al potere politico ed autoritario che governa l’Europa, noi che rifiutiamo ogni approccio nazionalistico all'uscita dalla crisi con ricette che ci porterebbero agli anni '30,  essere consapevoli che è nei territori che si deve continuare ad alimentare le lotte. Costruendo l'alternativa a questo sistema -dal basso-   rafforzando  e collegando organismi di base capaci di esprimere vertenzialità e conflittualità  a partire dai bisogni immediati e dalla solidarietà reciproca; progettando forme e modi del potere popolare a partire dalle sacche di resistenza e di progettualità che esistono e resistono, creando forme di contropotere costituendo organismi orizzontali e sviluppando prassi libertaria,  patrimonio sempre più largamente condiviso  tra chi ancora lotta e prefigura la trasformazione sociale, tra chi non intende rinunciare ai diritti, alla dignità, alla pace e all'eguaglianza sociale.

SN-FdCA, ottobre  2013

domenica 6 ottobre 2013

In mezzo al mar …


In mezzo al mar …

E’ lungo l’elenco delle stragi di bambini, donne e uomini che sono annegati nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere la “Fortezza Europa”.

C’è chi non ce l’ha fatta, a metà del mese di luglio, nel tentativo di raggiungere la  spiaggia vicino Catania, chi alcuni giorni fa quelle di Scicli, vicino Ragusa, molti in questi giorni in mare aperto o a pochi metri dalla riva nel tentativo di raggiungere la costa di Lampedusa.

Nel solo 2011 almeno 1500 esseri umani sono annegati nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere la “Fortezza” (rapporto Amnesty giugno 2012) e nel periodo 1988-2011 ne sono morti in media 4-6 al giorno.

Insieme ai CIE e ai lager dai nomi esotici del resto d’Italia (come il  CARA di Mineo dove in questi giorni 200 somali hanno duramente protestato) queste morti sono la punta di diamante del “respingimento” e della “tolleranza zero”.

E’ il razzismo che rende insicuri, che divide i nostri cuori e che arricchisce i padroni.
Lavorare in regola, essere curati, poter mandare i figli a scuola, circolare liberi per il mondo: è questo che ci rende più sicuri. 

NESSUN ESSERE UMANO E' ILLEGALE

Contro ogni razzismo - Solidarietà  e Libertà.  Per la libera circolazione  degli esseri umani e non solo delle merci, per la garanzia immediata dell’asilo politico a chi fugge dalle guerre e dalla fame e per l’abolizione della Turco Napolitano e della Bossi Fini.

 

● Federazione Anarchica Italiana:

- Gruppo “M.Bakunin” JESI

- Gruppo “F. Ferrer” CHIARAVALLE

● Alternativa Libertaria\FdCA sez. FANO\PESARO

● Anarchiche e Anarchici VALCESANO

● Gruppo Anarchico “Kronstadt” ANCONA