lunedì 28 luglio 2014

Dietro il conflitto in corso



L'Egitto insiste nel voler annientare il governo di Hamas, propaggine dei Fratelli Musulmani, sulla Striscia di Gaza. Israele vuole "solo" sabotare il cedimento/compromesso di Hamas verso l'Autorità Palestinese sulla Cisgiordania.
Per capire l'importanza del contesto politico degli eventi in corso bisogna rifarsi al novembre 2012, con l'accordo tra Israele ed Hamas sponsorizzato dall'Egitto. (Hillary Clinton era presente quale  "chaperone").
La transazione del novembre 2012 si occupò di due cose:
  1. un cessate-il-fuoco reciproco e
  2. l'apertura di accessi per il passaggio di beni e persone (essendo stati i punti di accessi ufficiali di accesso "sostituiti" nel corso degli anni con oltre 1500 tunnel scavati sotto il confine, grazie ai quali è passato tutto quello che non poteva passare attraverso gli accessi ufficiali, compresa la maggior parte dei fondi destinati ad Hamas).
Soprattutto - secondo fonti ufficiali della sicurezza israeliana - Hamas avrebbe rispettato la sua parte "correttamente": nessuna azione bellica e molto spesso si sarebbe impegnata per impedire che altre organizzazioni aprissero il fuoco. Hamas è intervenuta contro organizzazioni palestinesi intenzionate ad attaccare Israele, cosa che molti ingnorano. In cambio, Hamas si aspettava un significativo allentamento dell'assedio.
Cosa che nei fatti è accaduta (anche se meno di quanto promesso ed atteso, ma almeno tollerabile) finchè i Fratelli Musulmani erano al potere in Egitto.
Ma dopo l'ascesa al potere in Egitto di Sisi  (estate 2013) e la caduta del governo dei Fratelli Musulmani, i valichi sono stati di nuovo chiusi e soprattutto i tunnell dall'Egitto - cioè la maggiore fonte di rifornimenti e di fondi per Hamas. Con la graduale chiusura dei tunnell sotto il confine non più aperto , Sisi ha strangolato il popolo di Gaza ed il sistema di potere di Hamas.
Hamas si è ritrovata progressivamente in una situazione insostenibile: da un lato garantiva un tipo di sicurezza per Israele (cosa di cui il primo ministro israeliano Bibi Netanyahu era orgoglioso), e dall'altro la chiusura dei tunnell e dei valichi portava Hamas a non poter più pagare i 43.000 dirigenti e militari reclutati nella Striscia di Gza). Il governo di Hamas si è ritrovato sull'orlo di un collasso. Di conseguenza, Hamas ha gradualmente allentato i controlli su altre organizzazioni e così sono ripresi i lanci di mortaio, missili, ecc. Il che spiega anche la sua reazione alle provocazioni di Israele con tutta la sua forza.
Questo è il contesto che aveva portato Hamas a fare un accordo in aprile con L'OLP/AL Fatah.
In cui Hamas si dichiarava favorevole a dare parte del suo potere ad Abu-Mazen (presidente della Autorità Palestinese della Cisgiordania), soprattutto la responsabilità per gli stipendi governativi a Gaza. C'era stato un dibattito su quanti dei 43000 dipendenti di Hamas sarebbero rimasti in carica e su quale ruolo avrebbero avuto i 70.000 dipendenti della Autorità Palestinese cacciati dalla Strisia di Gaza quando Hamas ne prese il controllo nel 2007. In questi 7 anni, erano stati pagati da Ramallah per restarsene a casa ed ora avrebbero dovuto riprendere servizio. Ma la più incandescente ed irrisolta questione tra Hamas e l'Autorità Palestinese è il debito dei salari che non sono stati pagati per mesi e mesi. Nè è stato definito lo status dei 20.000 uomini armati di Hamas. Abu-Mazen dice di non avere responsabilità e che spetta ad Hanas trovare una soluzione.
Ci sono tutta una serie di problemi e di questioni infinite in questo accordo, ma la quella più urgente riguarda gli arretrati degli stipendi. E la codizione minima per Hamas per fermare i combattimenti è fare ritorno all'accordo precedente con la riapertura degli oltre 1500 tunnell.
Hamas ha detto di aver trovato chi paga: il Qatar. Ma Israele e le potenze occidentali con le loro varie banche  -per una ragione o per un'altra, giustificata o meno- si sono rifiutate di far passare i soldi.
L'ONU si è offerta di risolvere il problema, ma Israele ha deciso di bloccare questo canale diplomatico ponendo il veto. Risultato: decine di migliaia di palestinesi a Gaza, comprese le forze militari e di sicurezza di Hamas, non prendono lo stipendio da mesi.
Visto che Hamas non impediva più i lanci delle organizzazioni dissidenti, Israele ha iniziato l'intensificazione del conflitto con Hamas sfruttando il rapimento dei 3 giovani coloni quale scusa (sebbene sia stato recentemente appurato che Hamas non c'entrasse nulla).
Al presente, gli Egiziani -che cercano di distruggere Hamas - si rifiutano di ritornare agli accordi precedenti al generale Sisi, il quale ha invece deciso di strangolare la Striscia di Gaza per indurre Hamas ad arrendersi alla Autorità Palestinese (accordi che Israele, d'altra parte. probabilmente appoggerebbe).
Impaurita da questo "accordo unitario" che metteva fine alle divisioni tra i Palestinesi, Israele ha iniziato la guerra nella speranza di costringere Hamas a cercare un'opzione differente. Israele  favorirebbe una maggiore "apertura" con una continuazione di un governo indipendente di Hamas di Gaza, in considerazione che l'alternativa sarebbe il caos o un governo jihadista.
Sia Israele che l'Egitto non vogliono che l'accordo tra Hamas e l'Autorità Palestinese sia risolto: l'Egitto perchè teme che Hamas possa salvarsi dal collasso totale ed Israele perchè dimnuirebbe la capacità di Hamas di dividere i Palestinesi.
Da un'angolazione surrealistica potremmo vedere questa guerra non come un conflitto tra Israele ed Hamas ma tra Israele ed Egitto. L'Egitto vuole distruggere Hamas ed Israele vuole restaurare Hamas al potere.


Anarchists Against the Walls: http://awalls.org
Ahdut (Unity): http://unityispa.wordpress.com
Related Link: http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

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